COSÌ TE ERUDISCO ER PUPO
(Antico detto romano)

A volte leggendo i giornali troviamo su articoli di storia delle vere e proprie “perle”. N ulla di catastrofico infine, tutti possono sbagliare, o prendere degli abbagli. Basti però che le dimensioni di queste “perle”, siano per così dire “normali”. Delle “perline” e non delle “perlone”, e in tale quantità da formare addirittura un’intera collana…!
Una di queste collane si trova a disposizione in un articolo “A Unificação da Itália” firmata da Guido Borgomanero, pubblicato in questo giornale nell’edizione del 03 giugno.
È una collana questa composta da “perlone” di tale grandezza e una “luce così viva” da far impazzire dal desiderio di venirne in possesso a qualsiasi potentato di Paesi africani o di membri dell’Opec…!
Cominciamo dalla prima… “perla”. L’ispirato autore (traduciamo dal portoghese) afferma: “E fu così che nel 1848 il primo passo fu dato grazie all’attività abile e geniale del conte di Cavour, con l’imperatore francese Napoleone III…”.
Veramente nel 1848 fu combattuta la prima guerra d’indipendenza, che terminò con la sconfitta di Novara e l’abdicazione del re di Sardegna Carlo Alberto.
In quell’anno, osia il 1848, “l’abile e geniale conte di Cavour” era appena un semplice deputato alla Camera, fresco di elezione (26 giugno 1848) che prese la parola per la prima volta il 4 luglio dello stesso anno.
La II Guerra d’Indipendenza, alla quale lo “storico”allude è del 1859.
Ma proseguiamo. Il Borgomanero, più avanti informa che Garibaldi, l’eroe della spedizione dei Mille, nel 1860 salpò da Quarto in direzione al fiume Volturno in Campania. Fin qui nulla da accepire. Non sapevamo però che il suo destino era questo e non Marsala in Sicilia, dove sbarcò l’11 maggio 1860, come ci avevano erroneamente insegnato quando frequentavamo la III Elementare…!
Sorvoliamo per amor di…. storia sulla “perlina” successiva, quando afferma che l’esercito che contrastò Garibaldi era quello napoletano di Francesco Ferdinando, il “re Bomba” che conoscevamo appena come Ferdinando II, ma che morì il 22 maggio, appena 11 giorni dopo lo sbarco dei Mille, lasciando negli impicci il figlio, che assunse il trabicolante trono con il nome di Francesco II, meglio conosciuto come “Franceschiello”, che dopo la sconfitta del Volturno (non sbarco) si asserragliò con la moglie Sofia nella fortezza di Gaeta il 6 settembre.
Un’altra “perla”, questa ben più consistente, perché saldata da altre due di uguale grandezza:
1) Chi comandava l’esercito italiano alla presa di Roma (breccia di Porta Pia) era il generale Raffaele Cadorna, padre di Luigi, quello della ritirata di Caporetto, per intenderci, nella prima guerra mondiale. Quanto al La Marmora, caso partecipò alla campagna, doveva essere Alfonso, dato che il fratello Alessandro era morto di colera il 7 giugno del 1856.
2) Il Papa Pio IX, Giovanni Maria Mastai Ferretti, dopo la presa di Roma, si considerò prigioniero nel Vaticano, e mai si sognò di rinchiudersi in Castel Sant’Angelo (Mole Adriana).
3) La famosa frase “Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani”, fu pronunciata da Massimo D’Azeglio, e non da Mazzini, che d’altronde non era d’accordo sulla piega che prendeva lo Stato italiano, sotto la monarchia sabauda.
Vogliamo chiudere questa esposizione “perlifera” con un’informazione complementare, referente sempre alle affermazioni fatte dal Borgomanero. Da quello che afferma, si può dedurre che l’onda emigratoria italiana fu provocata dalla divisione della penisola in vari Stati. La verità è che il flusso migratorio prese le proporzioni di un vero esodo a partire del 1870, nove anni dopo la proclamazione del Regno d’Italia, e caso il fatto possa dire qualcosa, le regioni dove fu più forte l’emigrazione furono il Meridione, annessato al Regno nel 1860 e il Veneto nel 1866.
Se questo è il sistema di informare, non ci rimangono molte speranze. Ad ogni modo, ognuno è libero di scrivere qualsiasi cosa e nella forma che meglio gli conviene. La carta tutto accetta. Peró sarebbe più logico che sotto “certi titoli”, ci fosse ben chara l’avvertenza: “Secondo il grado di conoscenza e istruzione dell’autore”.

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