u SAN PAOLO – SP – C’era anche Claudio Pieroni, membro del Comitato di presidenza del Cgie, ad accogliere il Ministro Tremaglia, in questi giorni in visita in Brasile, nel Club Esperia di San Paolo dove la comunità ha commemorato la Festa della repubblica.

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Intervenuto dopo la presidente del Comites della città, Rita Blasioli Costa, Pieroni ha voluto sottolineare alcune “questioni molto rilevanti che investono la nostra Comunità, che da sempre è uno dei nuclei centrali della vita di questo grande, meraviglioso e problematico Paese”.

In primo luogo il diritto di voto e le discrepanze dell’Aire. “La sperequazione dei dati – ha osservato Pieroni – è grande, e non è chiaro il forte calo degli aventi diritto per la nostra circoscrizione, visto che nel 2001 eravamo in America Latina, secondo le pubblicazioni del suo Ministero, 1.172.131, mentre nel decreto congiunto del 18/3/2005 siamo 818.481, con una differenza negativa di circa 350.000 cittadini” uno scarto che “avrà conseguenze nella distribuzione dei seggi”.

“In Brasile – ha continuato il consigliere del Cgie – l’anagrafe consolare conta 310.000 iscritti, ma meno del 50% voteranno, cioé circa 150 a 160 mila cittadini italiani in meno”. Questo perché “lo scollamento tra le anagrafi del MAE e del Ministero degli Interni è ancora fermo al 50%(pari a circa 500.000 cittadini) per l’America Latina, e gli stessi importanti provvedimenti adottati non sono atti a superare questo divario”.

Allarmanti anche le cifre su richieste di cittadinanza e tempi di attesa visto che “il tempo medio del Brasile è di 9,6 anni” per rispondere alle 260.000 domande. Certo, sono tanti da accontentare, ma, sostiene Pieroni, c’è anche “una situazione Consolare ormai insostenibile. La riforma della rete consolare stenta ad andare avanti e le sperequazioni tra continente e continente, tra Paese e Paese sono ormai giunte ad un punto di rottura”.

Su assistenza e previdenza, riprendendo quanto detto dalla Blasioli, Pieroni ha osservato come “abbiamo lavorato in questi anni perché veramente il potenziale dell’emigrazione si traducesse in risorsa, e per non dimenticare quelli più sfortunati”, ma le differenze di trattamento sono davvero eclatanti. Per l’assistenza diretta, ha informato Pieroni, “per il 2005 le previsioni fatte del Ministro degli Esteri assegnano all’Argentina 8.181.000 euro, mentre per il Brasile saranno 1.198.500!”, di questi, ha aggiunto, “solamente 330.000 saranno assegnati a San Paolo”.

“Difficile capire questa differenza – ha commentato il consigliere -: pur calcolando le difficoltà attraversate dal popolo argentino, i numeri ci hanno da sempre visto un pochino in secondo piano, e ci auguriamo che non sia una scelta politica”.

Quella di San Paolo, ha proseguito Pieroni, è stata una comunità che si è sempre data da fare, che ha saputo stabilire contatti importanti con la municipalità della città, che ha mantenuto operativo l’ospedale italiano, che ha istituito un filo diretto con le autorità brasiliane presentando un progetto di legge per il voto degli immigrati nelle elezioni amministrative. Ma è una comunità che ha diritto e bisogno di aiuto. Anche sul tema cella formazione professionale, “uno dei elementi fondamentali per il legame delle nuove generazioni con il nostro Paese, ci sembrano inspiegabili i tempi di decisione, tra la presentazione dei progetti e la pubblicazione delle graduatorie”.

In particolare, ha evidenziato Pieroni, “è passato più di un anno e mezzo e ancora non conosciamo i risultati, anche se finalmente è stata istituita la commissione. La nostra principale preoccupazione – ha aggiunto – è il futuro della formazione, essendo questi programmi basilari per l’avvicinamento dei nostri giovani”.

Sui temi della comunicazione e informazione, per il consigliere del Cgie “sono stati fatti passi in avanti, ma non ancora sufficienti”.

Per tutte queste problematiche, “che non è l’elenco delle lamentele, né il muro del pianto, ma questioni certamente note, sulle quali insieme dobbiamo lavorare ancora con maggior rigore” la comunità “si rivolge a Lei non solo per il suo compito istituzionale, che è certamente impedito dalla situazione politico-economica del nostro Paese, ma perché La sappiamo sensibile da sempre a questi temi”.

“Tali questioni – ha concluso Pieroni – sono state poste con la consapevolezza dei nostri sentimenti, con la forza della ragione, con la dignità di Italiani che pur lontani dalla Patria, vogliono esercitare i loro doveri e diritti fino in fondo. Ci pare questo il modo migliore di celebrare la Festa della Repubblica Italiana!”.