Vignali raccomanda “molta attenzione e cura” con le cittadinanze ottenute per sentenza giudiziaria. Fasoli contesta. Pizza alla riunione dell’Intercomites

Il direttore generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie – DGIEPM della Farnesina, Luigi Maria Vignali, è stato enfaticamente contestato dal presidente del Comites del Minas Gerais, Fabio Fasoli, per aver raccomandato ai consoli italiani operanti in Brasile “molta attenzione e cura” con le cittadinanze riconosciute per sentenze della giustizia italiana.

La raccomandazione del rappresentante della Farnesina (una sorta di capo dei consoli) è avvenuta durante la sua partecipazione, in forma virtuale, alla riunione del Sistema Paese, tenutasi lo scorso 10 giugno presso la sede dell’Ambasciata a Brasilia, con la partecipazione di due dei quattro consiglieri del Brasile nel CGIE – ‘Consiglio Generale degli Italiani all’Estero’, e dei presidenti dei Comites – Comitati degli Italiani all’Estero operanti nelle sette circoscrizioni consolari d’Italia in Brasile, oltre ai rispettivi consoli e anche al deputato Fabio Porta (PD).

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Secondo quanto appurato dalla rivista Insieme, Vignali ha chiesto ai consoli di verificare con “molta attenzione e cura” i riconoscimenti di cittadinanza iure sanguinis ottenuti con sentenza giudiziaria. Questa richiesta è stata confermata anche dal deputato Fabio Porta, che ha partecipato virtualmente all’incontro.

Secondo quanto riferito da altri consiglieri presenti all’incontro (alla stampa non è mai permessa la copertura), tale raccomandazione avrebbe fondamento nel fatto che alcuni giudici “potrebbero concedere la cittadinanza a chi non ne ha diritto” per “ignoranza della materia”. Fasoli “è stato molto enfatico nella contestazione dell’autorità e della legittimità del consolato in tal senso”, ha detto Porta, consultato al riguardo.

Secondo lo stesso Fasoli – che non ha voluto rilasciare interviste sull’argomento – non spetta all’autorità consolare contestare o mettere in dubbio la decisione di una sentenza passata in giudicato, in cui il governo, attraverso il Ministero dell’Interno, è sempre parte. Ai consolati spetta unicamente accettare la decisione e compiere gli atti che competono per l’esecuzione della sentenza.

Sempre secondo i resoconti, Vignali avrebbe raccomandato ai consoli di non avere fretta nella registrazione anagrafica di questi richiedenti. Il termine per farlo è di due anni, avrebbe osservato il rappresentante della Farnesina. Secondo Fasoli, Vignali avrebbe anche fatto altre raccomandazioni ai consoli.

Non è la prima volta che Vignali si riferisce all’argomento. In un recente incontro del Comitato di Presidenza del CGIE a Roma, aveva già osservato l’alto numero di decisioni giudiziarie in materia di cittadinanza, in una inversione dei ruoli che dovrebbero essere dei consolati.

Secondo alcuni consolati (dal 2014 ad oggi richiedono 300 euro per ogni richiesta di cittadinanza per adulti) il volume di nuove iscrizioni consolari provenienti da sentenze giudiziarie è aumentato dal 40 al 50% negli ultimi tempi.

Vignali avrebbe parlato di 40 mila sentenze solo nell’ultimo anno. Ogni procedimento giudiziario, tuttavia, include molti nomi. Alcuni fino a più di 20 o 25 familiari. Secondo Fasoli, questo potrebbe rappresentare circa 400 mila nomi.

Nella riunione del Sistema Paese ogni partecipante ha avuto cinque minuti per esporre la realtà nella propria area di rappresentanza. Secondo il resoconto di Jobson Caraffa, presidente del Comites dell’Espírito Santo e di Rio de Janeiro, dai resoconti fatti, “l’unica circoscrizione senza problemi nell’area dei passaporti è la nostra, grazie alle iniziative prese qui”.

l’Intercomites-Brasil ha anche tenuto un incontro che è terminato letteralmente con una pizza, secondo quanto scherza Jobson Caraffa. È avvenuto in un ristorante di Brasilia, con la partecipazione di alcuni membri del CGIE e dei consiglieri del Comites-DF.