u SAN PAOLO-SP L’8  novembre, con gli inteventi di esperti industriali, commerciali e del sistema finanziario,  si è realizzato un incontro  con rappresentanti del mondo imprenditoriale brasiliano, FIESP, APEX, BNDS, FEBRABAN, ABIMAC, CIESP, BicBANCO, Segreteria di Stato per lo Sviluppo e la Tecnologia, per l’Italia:   Regione Emilia Romagna, Istituto Commercio Estero, Camera Italiana di Commercio, Consolato Italiano.

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Per l’ICE ha aperto i lavori il direttore per il Brasile Riccardo Landi che ha esposto il lavoro dell’istituzione e salutato i presenti, seguito da Francesco Paternó della Camera Italiana di Commercio e dal console d’Italia ministro Gian Luca Bertinetto.

Vasco Errani, governatore dell’Emilia Romagna si è diretto ai presenti con questa allocuzione:

“Vorrei fare due considerazioni,  una di carattere generale ed una più specifica sulla mia Regione. Questo progetto viene  in uno dei momenti più cruciali della situazione sia dell’Italia, sia del Brasile. La localizzazione ci propone uno straordinario problema di competività che è l’única via per stare nella globalizzazione con una nostra identità e dunque l’impresa ha ed assume da questo punto di vista anche uno straordinario valore sociale in ciascun paese.

Vorrei non dimenticassimo, in una fase molto complessa e difficile dove vi è una dialettica che ha diverse vie in cui il mondo si sta muovendo, è per questo che noi in Europa vediamo con grande simpatia il lavoro che il governo Lula sta facendo in Brasile e con questo governo abbiamo una importante collaborazione e protocollo di intesa.

Dare più competitività all’impresa significa per noi produrre assolutamnete uno sforzo straordinario in tecnologia e in internazionalizzazione.

Noi siamo una regione che in questi anni ha retto meglio le difficoltà della crisi e il sistema recessivo che nel nostro paese ha trovato pesanti ripercussioni. Tuttavia anche le nostre imprese della fornitura, evolvendo rispetto alla vecchia visione dei distretti e andando verso la concezione delle imprese a rete per affrontare il tema della dimensione imprenditoriale non riescono a costruire processi di internazionalizzazione, e non saranno in grado di vincere la sfida.

Sto parlando di imprese della nostra regione che per oltre il 70% hanno un livello medio-alto di specializzazione, non di imprese che hanno una produzione standardizzata e diciamo esposta in modo pesantissimo e insostenibile alla globalizzazione.

Questo che cosa comporta? Per noi e per voi, per primo, dare un grande ruolo agli imprenditori, vorrei che fosse chiaro, per noi lo è, in verità  qualsiasi processo reale. Quindi l’internazionalizzazione può andare avanti solo sulle gambe delle imprese e gli imprenditori che guardano con una visione più ampia la loro presenza nel mondo globalizzato hanno il compito di fornire il quadro di riferimento, la visione,  gli strumenti, prima di tutto il credito di sostegno e  garanzia per costruire questi processi di internazionalizzazione.

Il ruolo istituzionale, il ruolo del sistema del credito sono quindi fondamentali e complementari all’impegno diretto dell’impresa. Da queso punto di vista, questo progetto rappresenta una piccola, grande notizia. La prima è che noi ci presentiamo in forma, diciamo così, autoreferenziale, ma con un sistema, questo riguarda noi italiani, cioè che l’Italia deve essere sempre più sistema globale, governo, ICE, la struttura delle Cemere di Commercio, in questo caso l’Italia brasiliana, le Regioni e i sistemi di finanziamento in questo caso l’IIC-Inter-American Investment Corporation, anche mi auguro il sistema  bancario-creditizio italiano, perché credo che questo sia l’unico modo per fare ruolo, non in forma autoreferenziale e separata. Ecco perché la regione e Emilia Romagna è qui in questo progetto, perché finalmente ci presentiamo  con questa iniziativa.

Secondo elemento,  siamo qui perché la base comunitaria è il rapporto tra impresa e impresa, noi sentiamo come una necessità impellente l’internazionalizzazione delle nostre imprese. La vera  novità della globalizzazione consiste prima di tutto nel fattore tempo, per quello che ci riguarda vediamo davanti a noi cinque anni decisivi per capire se la collocazione della notra regione, tra i primissimi posti a livello europeo, continuerà ad essere tale, crescita nel fattore tempo, quindi dobbiamo accelerare, non basta la relazione per lo scambio commerciale, per l’import-export, che pure è importante, ma dobbiamo costruire una reale intercomunicazione.

Da questo punto di vista, in San Paolo e in tutto il Brasile, abbiamo la possibilità di una grande integrazione, credo che la realtà del Mercosur possa rappresentare un grande riferimento per l’Unione Europea e che a marzo dell’anno prossimo ci sia la disposizione per ridefinire l’accordo tra EU e Mercosur.

Sono convinto che il mondo, e anche l’internazionalizzazione abbiano bisogno di avere  equilibrio e un’area strategica come il Mercosur può rappresentare non solo un grande mercato, ma anche la possibilità di  costruire nuovi e più avanzati equilibri globali e in questo è la funzione di cernia dell’Europa e dell’Italia relativa al suo modello sociale che non è indifferente alla qualità dello sviluppo, della crescita delle imprese anzi è decisivo, rappresenta un riferimento.

La mia regione all’inizio de 1900 era insieme alla Calabria, la più povera  d’Italia, oggi siamo la regione con il reddito familiare più alto, forse tra il meglio distribuito nel mondo, con un sistema imprenditoriale che nella sua dimensione di piccola, perfino di piccolissima impresa, ha comunque in alcuni segmenti produttivi posizioni di leader mondiale.

Tutto questo è il frutto di una visione non semplicemente economicista, se siamo questo, se siamo riusciti ad essere questo, è perché abbiamo sempre avuto la capacità, il riferimento di tenere insieme l’economia e la società, la crescita dell’economia e la crescita della società.

Credo che in questa area del mondo ci siano forse e spesso le condizioni per costruire un polo di un nuovo modello di sviluppo, vi chiedo di essere ambiziosi, come giustamente dovete essere, delle vostre tradizioni, della qualità del vostro paese, ma ambiziosi di dare al mondo appunto un altro punto di vista.

Noi da questo riferimento, nel nostro piccolo, nel sistema Italia, in quel sistema Italia che faticosamente stiamo costruendo,  è decisiva  la visita a marzo di questa dellegazione degli imprenditori italiani, (l’incontro Confindustria-FIESP) dove saranno presenti anche rappresentanti istituzionali per riuscire effettivamente ad ampliare i molti campi di collaborazione, dalla meccanica alla ricerca, alla economia della conoscenza, all’alta tecnologia, all’agro-alimentare, con un’ottica di filiera dove l’Italia e il Brasile devono fare un salto di qualità, il tema non è solo l’intercambio, noi dobbiamo costruire in un processo di internazionalizzazione delle nostre imprese, costruire il completamento della filiera, cioè dobbiamo essere insieme, produttori di media ed alta qualità, di media-alta tecnologia e allo stesso tempo essere capaci di costruire grandi e credibili piattaforme di commercializzazione in modo tale da non lasciare ad altri l’apporto significativo di valore aggiunto, qui c’è il punto chiave di una nuova visione dell’internazionalizzazione, non è sufficiente uno scambio, ma è quello di mettersi insieme con l’obiettivo di cambiare anche le condizioni per cui un gruppo di imprese, una rete di imprese, di campi diversi, che siano integrate, stanno nel mercato, le une valorizzando le eccellenze delle altre, per ottenere migliori risultati dal punto di vista della competitività nella rete globale. È questo il lavoro che dobbiamo fare.

Oggi il Brasile vive una fase complessa, ma all’interno di un processo di stabilizzazione che è stato strategico per costruire una piattaforma per questo rilancio.

Noi come Emilia Romagna, e spero sono certo, come Italia e soprattutto  mi auguro, come Unione Europea dobbiamo essere in grado, e vogliamo essere all’altezza di un processo che ci consenta di crescere insieme e di avere più ruolo, più forza e più sostanza nella competizione globale tale da rendere anche il mondo un po’ più giusto.