u Roma – Senatore Micheloni, neo presidente del Comitato permanente per gli italiani all’estero del Senato, ci spiega cosa è il Comitato, cosa si prefigge e cosa lo distingue da quello istituito alla Camera presieduto dall’Onorevole Narducci?
Il Comitato per le questioni degli italiani all’estero nasce in seguito ad una mozione firmata da Anna Finocchiaro e < ?xml:namespace prefix = st1 />
Riforma elettorale, reti consolari, riforma del CGIE ma anche la Conferenza dei Giovani
Credo che nelle prossime settimane i due Comitati dovranno tenere una riunione congiunta al fine di definire dei campi d’azione sui quali agire in modo efficace e non facendo un lavoro parallelo. In questo senso ho già avuto uno scambio di idee con il presidente del Comitato alla Camera,
I due Comitati, considerando anche la pausa estiva, si sono costituiti da pochissimo, stilerete dei programmi ad hoc per le diverse esigenze degli italiani a seconda del continente di residenza?
Il Comitato del Senato – all’atto del suo insediamento – si è dato un programma di lavoro che tocca i problemi principali degli italiani all’estero, già prima ricordati. Il documento programmatico che è stato presentato anche al Comitato di presidenza del CGIE nel corso dell’audizione di quest’ultimo presso il Comitato, è stato pienamente condiviso dal CGIE. Una decisione importante fu presa in quella audizione ed è già stata messa in atto. Il Comitato cercherà nella misura del possibile di partecipare con almeno due senatori, uno della maggioranza e uno dell’opposizione, a tutte le conferenze continentali del CGIE. Questa decisione, a mio modo di vedere, è di grandissima importanza per il Comitato e permette a tutti i componenti dello stesso, ma soprattutto a coloro che non sono della Circoscrizione estero di approfondire direttamente la conoscenza delle problematiche degli italiani all’estero. Permette altresì al CGIE di instaurare un rapporto ancora più diretto e costruttivo con il Senato della Repubblica. Alla Continentale dei Paesi anglofoni, ad esempio, – oltre ai colleghi senatori Renato Turano e Nino Randazzo della Circoscrizione estero – parteciperanno anche il vicepresidente del Comitato, il Senatore Cosimo Izzo e il Senatore Giorgio Mele. Per il futuro lavoro del Comitato sono molto fiducioso da questo coinvolgimento dei colleghi senatori ai lavori delle continentali del CGIE.
Ha un calendario di lavori già stilato per la riapertura dei lavori? Ci apre la sua agenda? Nelle prossime settimane parteciperemo alle Continentali del CGIE e lavoreremo sulla riforma della legge elettorale della Circoscrizione estero. Sono previste, ma non ancora programmate, diverse audizioni già annunciate nel documento programmatico. Il programma dettagliato dei lavori sarà definito nelle prossime settimane dal Comitato nel suo insieme.
La sua nomina a Presidente, è stata salutata con favore da destra e sinistra, come lo spiega e cosa pensa della compagine che presiederà?
Non ho da dare spiegazioni. Posso al limite esprimere la mia soddisfazione, ma questo mi carica di un’ulteriore responsabilità per non smentire le dichiarazioni di apprezzamento alle quali lei si riferisce. Sarebbe un errore personalizzare eccessivamente la visibilità di questo Comitato nella persona del suo presidente. Questo Comitato sarà efficiente solo se riuscirà a lavorare
L’on. Arnold Cassola dei Verdi non fa parte del Comitato istituito alla Camera nonostante fosse stato eletto all’estero. Egli ha definito «vergognosa» questa preclusione. Deve riconoscere che un minimo di perplessità, questo fatto,
Come ho già ricordato prima, il Comitato alla Camera dei deputati è un’emanazione della Commissione Affari Esteri e non dell’intera Camera. L’On. Cassola non essendo membro della Commissione Affari Esteri della Camera non fa parte di questo Comitato. È vero che questo può sorprendere e penso anche che con un pò di buona volontà si potranno risolvere anche queste piccole «distorsioni». Ma quello che più mi preme nel rispondere alla sua domanda è che non condivido assolutamente il linguaggio utilizzato per rilevare questo problema. Di cose vergognose ne vediamo e ne sentiamo anche troppe nel nostro Paese. Ritengo del tutto fuori posto utilizzare simili aggettivi nel quadro delle tematiche degli italiani all’estero. Penso che uno dei contributi che possiamo dare alla politica italiana è proprio quello di un linguaggio diverso e di serenità nel modo di affrontare i problemi