Intervista al Senatore Micheloni

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Roma – Senatore Micheloni, neo presidente del Comitato permanente per gli italiani all’estero del Senato, ci spiega cosa è il Comitato, cosa si prefigge e cosa lo distingue da quello istituito alla Camera presieduto dall’Onorevole Narducci?
Il Comitato per le questioni degli italiani all’estero nasce in seguito ad una mozione firmata da Anna Finocchiaro e < ?xml:namespace prefix = st1 />altri sette senatori, tra i quali anche i senatori eletti all’estero. Il Comitato è uno strumento per affrontare in modo trasversale tutti quei problemi che riguardano gli italiani residenti fuori dai confini italiani. Problemi, in realtà, anch’essi trasversali. Uno degli obiettivi principali che il Comitato deve raggiungere è cambiare la situazione di generale non conoscenza della realtà dei connazionali all’estero che è radicata nel mondo politico e nella società civile italiana. Un esempio per affrontare questo problema è impegnare il Ministero della Pubblica Istruzione affinché nelle scuole italiane l’emigrazione diventi materia di studio. I problemi più diffusi e più attuali che affronteremo nel Comitato sono: la riforma dei servizi consolari, la promozione della lingua e cultura italiana, la cittadinanza, l’assistenza sociale per gli italiani indigenti all’estero – soprattutto in America latina -, gli indebiti INPS, i passaporti e le carte d’identità, l’informazione e le convenzioni bilaterali per la previdenza degli emigrati e degli immigrati, nonché la valorizzazione del contributo degli anziani e dei giovani italiani nel mondo. Ci occuperemo anche dell’informazione per gli italiani all’estero, ovvero della riforma dei criteri di utilizzo delle risorse per la stampa e le agenzie specializzate. Ritengo infatti che le agenzie per gli italiani nel mondo debbano, evitando la ripetizione in serie delle notizie, svolgere un lavoro più specifico e mirato anche verso la stampa italiana in Italia. Affronteremo il problema delle convenzioni bilaterali che riguardano i nostri connazionali all’estero e gli immigrati in Italia. Tratteremo anche questioni prettamente legislative come le riforme della legge 153, dei Comites e del CGIE e, da subito, la riforma della legge elettorale ordinaria per la Circoscrizione estero. Sarà anche approfondito il tema del sostegno dell’impresa italiana sui mercati internazionali e nell’interscambio sinergico con le imprese italiane all’estero. Il Comitato istituito alla Camera non si distingue nei contenuti o negli obiettivi, bensì nella forma, nella sua costituzione, perché alla Camera questo strumento è una sottocommissione della Commissione Affari Esteri, mentre al Senato è un Comitato composto proporzionalmente alla loro consistenza da 16 senatori appartenenti a tutti i gruppi parlamentari, più il presidente. I due Comitati, dunque, al di là di questo particolare prettamente formale, sono perfettamente paragonabili.


Riforma elettorale, reti consolari, riforma del CGIE ma anche la Conferenza dei Giovani italiani nel mondo entro il 2008 da lei auspicata: i due Comitati agiranno all’unisono?
Credo che nelle prossime settimane i due Comitati dovranno tenere una riunione congiunta al fine di definire dei campi d’azione sui quali agire in modo efficace e non facendo un lavoro parallelo. In questo senso ho già avuto uno scambio di idee con il presidente del Comitato alla Camera, Franco Narducci, che concorda su una ripartizione degli obiettivi che tutti ci prefiggiamo di raggiungere. In questo modo potremo affrontare più problemi in contemporanea e poi scambiarci i nostri lavori per definire, nella misura del possibile, posizioni congiunte.

I due Comitati, considerando anche la pausa estiva, si sono costituiti da pochissimo, stilerete dei programmi ad hoc per le diverse esigenze degli italiani a seconda del continente di residenza?
Il Comitato del Senato – all’atto del suo insediamento – si è dato un programma di lavoro che tocca i problemi principali degli italiani all’estero, già prima ricordati. Il documento programmatico che è stato presentato anche al Comitato di presidenza del CGIE nel corso dell’audizione di quest’ultimo presso il Comitato, è stato pienamente condiviso dal CGIE. Una decisione importante fu presa in quella audizione ed è già stata messa in atto. Il Comitato cercherà nella misura del possibile di partecipare con almeno due senatori, uno della maggioranza e uno dell’opposizione, a tutte le conferenze continentali del CGIE. Questa decisione, a mio modo di vedere, è di grandissima importanza per il Comitato e permette a tutti i componenti dello stesso, ma soprattutto a coloro che non sono della Circoscrizione estero di approfondire direttamente la conoscenza delle problematiche degli italiani all’estero. Permette altresì al CGIE di instaurare un rapporto ancora più diretto e costruttivo con il Senato della Repubblica. Alla Continentale dei Paesi anglofoni, ad esempio, – oltre ai colleghi senatori Renato Turano e Nino Randazzo della Circoscrizione estero – parteciperanno anche il vicepresidente del Comitato, il Senatore Cosimo Izzo e il Senatore Giorgio Mele. Per il futuro lavoro del Comitato sono molto fiducioso da questo coinvolgimento dei colleghi senatori ai lavori delle continentali del CGIE.


Ha un calendario di lavori già stilato per la riapertura dei lavori? Ci apre la sua agenda? Nelle prossime settimane parteciperemo alle Continentali del CGIE e lavoreremo sulla riforma della legge elettorale della Circoscrizione estero. Sono previste, ma non ancora programmate, diverse audizioni già annunciate nel documento programmatico. Il programma dettagliato dei lavori sarà definito nelle prossime settimane dal Comitato nel suo insieme.


La sua nomina a Presidente, è stata salutata con favore da destra e sinistra, come lo spiega e cosa pensa della compagine che presiederà?
Non ho da dare spiegazioni. Posso al limite esprimere la mia soddisfazione, ma questo mi carica di un’ulteriore responsabilità per non smentire le dichiarazioni di apprezzamento alle quali lei si riferisce. Sarebbe un errore personalizzare eccessivamente la visibilità di questo Comitato nella persona del suo presidente. Questo Comitato sarà efficiente solo se riuscirà a lavorare in mondo consensuale e con l’impegno di tutti i suoi componenti. Molti di loro seguono l’emigrazione da molti anni e colgo qui con piacere l’occasione per nominarli uno ad uno, per ringraziarli di aver accettato questo ulteriore impegno a partecipare al Comitato per le questioni degli italiani all’estero. Voglio ringraziare tutti i senatori membri del Comitato, ma soprattutto i senatori che non provengono dalla Circoscrizione estero, perché il fatto di lavorare con noi in seno al Comitato li distingue per la sensibilità, i legami, l’affetto e l’interesse che hanno nei confronti della comunità italiana nel mondo. I membri del Comitato sono: Cosimo Izzo, Mauro Bulgarelli, José Luiz Del Roio, Claudio Fazzone, Giorgio Mele, Luigi Pallaro, Edoardo Pollastri, Nino Randazzo, Antonella Rebuzzi, Giacomo Santini, Learco Saporito, Stefano Stefani, Oreste Tofani, Giorgio Tonini, Gino Trematerra, Renato Guerino Turano.


L’on. Arnold Cassola dei Verdi non fa parte del Comitato istituito alla Camera nonostante fosse stato eletto all’estero. Egli ha definito “vergognosa” questa preclusione. Deve riconoscere che un minimo di perplessità, questo fatto, la suscita. Cosa dice in merito?
Come ho già ricordato prima, il Comitato alla Camera dei deputati è un’emanazione della Commissione Affari Esteri e non dell’intera Camera. L’On. Cassola non essendo membro della Commissione Affari Esteri della Camera non fa parte di questo Comitato. È vero che questo può sorprendere e penso anche che con un pò di buona volontà si potranno risolvere anche queste piccole “distorsioni”. Ma quello che più mi preme nel rispondere alla sua domanda è che non condivido assolutamente il linguaggio utilizzato per rilevare questo problema. Di cose vergognose ne vediamo e ne sentiamo anche troppe nel nostro Paese. Ritengo del tutto fuori posto utilizzare simili aggettivi nel quadro delle tematiche degli italiani all’estero. Penso che uno dei contributi che possiamo dare alla politica italiana è proprio quello di un linguaggio diverso e di serenità nel modo di affrontare i problemi