Anche il Tribunale di Milano contesta la costituzionalità della legge sulla cittadinanza italiana, conferma il giurista Marco Mellone. Firenze sarebbe il terzo

Durante il convegno tenutosi presso il Tribunale di Giustizia di Firenze, il giurista e scrittore Marco Mellone ha rilasciato una dichiarazione che ha aggiunto nuovi sviluppi al dibattito sulla costituzionalità della Legge sulla Cittadinanza Italiana. Nel suo intervento, Mellone ha confermato che, oltre al Tribunale di Bologna, anche il Tribunale di Milano ha sollevato la questione di incostituzionalità della norma, avanzando argomentazioni molto simili a quelle del tribunale bolognese. Un altro tribunale che avrebbe sollevato questioni analoghe sarebbe quello di Firenze.

L’evento (Cittadinanza Italiana – Aspetti di Legittimità Costituzionale), organizzato da tre associazioni dedicate allo studio del diritto della cittadinanza (Agis, Auci e Natitaliani), ha riunito avvocati, accademici ed esperti del settore giuridico. Mellone, che sarà il difensore dei cittadini coinvolti nel giudizio previsto per il 24 giugno presso la Corte Costituzionale, ha evidenziato la rilevanza di questa nuova questione di incostituzionalità.

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Milano, secondo Mellone, contesta l’illegittimità dell’articolo 4 del Codice Civile del 1865, dell’articolo 1 della Legge n. 555/1912 e dell’articolo 1 della Legge n. 91/1992, “in sostanza, le norme che, nel corso della storia italiana, hanno stabilito il principio della trasmissione della cittadinanza italiana per diritto di sangue”.

Il cuore della questione giudiziaria riguarda la presunta violazione di principi costituzionali, specialmente per quanto riguarda il trattamento diseguale dei cittadini aventi diritto al riconoscimento iure sanguinis. Negli ultimi anni, numerose azioni legali hanno messo in discussione la eccessiva burocratizzazione dei processi di cittadinanza e l’atteggiamento degli organi amministrativi che, in alcuni casi, ostacolano o addirittura negano la trascrizione di documenti essenziali per il riconoscimento della nazionalità.

Un altro punto sollevato da Mellone nel suo intervento è stata la recente decisione della Corte di Cassazione, che ha eliminato la necessità del certificato di passaggio in giudicato per l’esecuzione delle sentenze che riconoscono la cittadinanza italiana. Secondo Mellone, questa sentenza dovrebbe servire da riferimento per evitare nuovi ostacoli amministrativi. “La mancanza di comunicazione tra gli ufficiali dello stato civile e il Ministero dell’Interno ha creato situazioni assurde. Persone la cui cittadinanza è stata riconosciuta dalla magistratura rimangono senza documenti per mesi o anni, come se fossero stranieri nel proprio paese”, ha criticato.

Mellone ha concluso il suo intervento invitando a confidare nella Corte Costituzionale e nella serietà del processo che si terrà a giugno. “La Corte ha un ruolo fondamentale nella tutela dei diritti. Dobbiamo credere che emetterà un giudizio giusto e attento alla realtà dei cittadini”, ha dichiarato.

L’annuncio della decisione del Tribunale di Milano accresce l’attesa per l’udienza della Corte Costituzionale, che potrebbe stabilire un importante precedente giuridico per il diritto alla cittadinanza italiana. Il dibattito rimane acceso tra giuristi e rappresentanti della comunità italo-discendente, che attendono con attenzione gli sviluppi di questa questione di grande impatto sociale e legale.

Dopo il suo intervento, trasmesso in diretta (come l’intera conferenza) sui canali social della Rivista Insieme, Mellone ha scritto alla redazione quanto segue:

“Una nuova richiesta di incostituzionalità dello ius sanguinis italiano è stata sollevata dal Tribunale italiano di Milano. Con argomentazioni parzialmente simili a quelle utilizzate dal Tribunale di Bologna, il Tribunale di Milano ha sospeso un processo giudiziario sulla cittadinanza italiana di un gruppo di discendenti uruguaiani e ha chiesto alla Corte Costituzionale di dichiarare l’illegittimità dell’articolo 4 del Codice Civile del 1865, dell’articolo 1 della Legge n. 555/1912 e dell’articolo 1 della Legge n. 91/1992 (in sostanza, le norme che, nel corso della storia italiana, hanno stabilito il principio della trasmissione della cittadinanza italiana per diritto di sangue).”

“Anche in questo caso ho avuto l’onore di essere scelto dagli interessati come difensore davanti alla Corte Costituzionale.”

“Pertanto, la Corte Costituzionale dovrà esaminare almeno due richieste di incostituzionalità dello ius sanguinis. Una sollevata dal Tribunale di Bologna (in cui gli interessati saranno rappresentati da me e dai colleghi Cattaneo [Antonio] e Antonazzo) e un’altra sollevata dal Tribunale di Milano (in cui gli interessati saranno rappresentati esclusivamente da me). Farà parte del team di lavoro anche la collega Graciela Cerulli, che ha seguito il caso di merito e lavora da molti anni nel campo della cittadinanza italiana e del diritto internazionale.”

“Durante la conferenza tenutasi a Firenze il 14.03.2025, è stato inoltre annunciato che una terza richiesta di incostituzionalità è stata sollevata dal Tribunale di Firenze.”

“Non è ancora chiaro se la Corte Costituzionale analizzerà congiuntamente queste nuove richieste nell’udienza del 24 giugno 2025.”

“In ogni caso, è auspicabile che l’udienza non venga rinviata (e mi impegnerò in tal senso), poiché molti tribunali italiani – e molti interessati – stanno aspettando il pronunciamento della Corte.”