L’Associazione Veneti nel Mondo si unisce alle critiche globali contro il Decreto Tajani: “Negare la cittadinanza ai pronipoti è inaccettabile”

L’ondata di manifestazioni contrarie al Decreto-Legge n. 36/2025, noto come “Decreto Tajani”, continua a crescere in Italia e all’estero. Questa volta è l’Associazione Veneti nel Mondo, presieduta da Aldo Rozzi Marin, a prendere pubblicamente posizione contro le nuove disposizioni sulla cittadinanza italiana iure sanguinis, che restringono il diritto al riconoscimento per i discendenti degli italiani nati fuori dal Paese.

In una nota firmata da Rozzi Marin, l’associazione — che da decenni rappresenta gli interessi dei veneti emigrati e dei loro discendenti — si è detta “perplessa e amareggiata” dal provvedimento, soprattutto in un momento in cui si celebrano i 150 anni dell’emigrazione veneta in Brasile. “Negare la cittadinanza italiana a chi ha avuto un bisnonno italiano non è condivisibile”, afferma il presidente, nato all’estero e impegnato da anni nella difesa dei diritti degli italo-discendenti in diverse sedi politiche e istituzionali.

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L’associazione critica duramente sia il metodo adottato dal governo italiano, che avrebbe escluso Parlamento e associazioni dal dibattito, sia il contenuto del decreto, che “stravolge il principio dello ius sanguinis”. Il testo della nota auspica una revisione complessiva della normativa e afferma di confidare che il Parlamento italiano presenti proposte migliorative durante l’iter di conversione in legge.

Rozzi Marin sottolinea inoltre che, se necessario, la questione potrà essere portata anche davanti alla Corte Costituzionale, e invita il mondo associativo veneto e italiano a rimanere unito in una ‘battaglia giusta e morale’ a difesa delle nuove generazioni nate all’estero. “Siamo in tanti, come me, nati e cresciuti lontano dall’Italia, ma fieri delle nostre radici”, conclude.

La presa di posizione dell’Associazione Veneti nel Mondo si aggiunge ad altre mobilitazioni che stanno emergendo in Brasile, in Argentina e in altri Paesi con una forte presenza di italo-discendenti, in reazione al decreto che mira a limitare il riconoscimento della cittadinanza italiana alle prime generazioni nate fuori dal territorio nazionale.

La nota, nella sua interezza, è la seguente: “

Come abbiamo già manifestato in incontri pubblici e associativi, il recente decreto emanato dal Consiglio dei Ministri sulla cittadinanza ci lascia perplessi e amareggiati. Soprattutto in questo momento in cui siamo impegnati in varie iniziative che ricordano i 150 anni dell’emigrazione veneta in Brasile, avvenuta dopo l’unità d’Italia, significa disconoscere un diritto trasmesso iure sanguinis ai nostri oriundi, vicini a noi per cultura e religione.

Negare la cittadinanza italiana a chi ha avuto il bisnonno italiano non è condivisibile. Confidiamo che nell’iter di conversione del decreto nel parlamento italiano si affronti la questione e in aula arrivino proposte migliorative. A molti parlamentari abbiamo fatto sapere che la decisione non è giusta nel metodo, il mondo associativo e il parlamento ne sono stati tenuti all’oscuro, sia nel merito che stravolge il principio dello jus sanguinis. La legge della cittadinanza va rivista e migliorata.

L’impegno a favore delle realtà associative italiane all’estero, e in particolare dei veneti nel mondo ci spinge a difendere i diritti dei nostri connazionali in ogni sede istituzionale, anche davanti alla Corte Costituzionale se necessario.

Il mondo associativo veneto e italiano deve essere compatto in questa battaglia giusta e morale in difesa di tanti che, come me, sono nati e cresciuti all’estero, fieri delle nostre radici.

Aldo Rozzi Marin
Presidente Associazione Veneti nel Mondo””