San Paolo, Porto Alegre, Roma e Reggio Calabria saranno simultaneamente teatro di nuove proteste pubbliche contro il Decreto-Legge n. 36/2025 — noto come Decreto Tajani, che propone restrizioni severe al riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis. La mobilitazione si svolgerà questo sabato, 3 maggio, alle 10:00 (ora di Brasilia) presso Praça Cidade de Milão (San Paolo) e Praça Itália (Porto Alegre), e alle 10:00 (ora italiana) in Piazza del Campidoglio (Roma) e alle 16:00 (sempre ora italiana) in Piazza Italia (Reggio Calabria).
Le manifestazioni sono promosse da diversi gruppi e leader della comunità italo-discendente, con il sostegno di organizzazioni civiche e culturali sia in Brasile che in Italia. L’obiettivo è fare pressione sul Parlamento italiano affinché respinga il disegno di legge di conversione del decreto, che secondo esperti e attivisti limita in modo brusco e radicale la trasmissione della cittadinanza italiana all’estero, confinandola a sole due generazioni nate fuori dall’Italia.
La convocazione arriva sulla scia della manifestazione che ha già riunito circa 400 persone a Praça Cidade de Milão, a San Paolo, sabato scorso (26/04), e della conferenza informativa tenutasi presso il Collegio Dante Alighieri il 29 aprile, con il supporto della Rivista Insieme, che ha trasmesso l’evento in diretta. Entrambi gli eventi sono stati coordinati dal giurista Walter Fanganiello, fondatore e presidente dell’Istituto Giovanni Falcone, con il sostegno della rivista.
Durante la precedente manifestazione, l’avvocata Luciana Laspro, presidente del MAIE-Brasile, ha lanciato un appello accorato: “Questo decreto è una vergogna per tutti. Molti pensano che colpisca solo una parte della comunità italiana, ma in realtà riguarda anche chi è già cittadino, perché impedisce il passaggio della cittadinanza ai nipoti, ai pronipoti. Così, la cittadinanza italiana finirà”.
Laspro ha definito il provvedimento come “un colpo al cuore” dell’Italia e ha messo in guardia sul valore simbolico della perdita: “L’Italia è molto più grande fuori dai suoi confini. L’italianità che pulsa all’estero mantiene vivo il legame con le origini. Ed è proprio questo che l’Italia non può permettersi di perdere”.
Nel suo intervento, la presidente del MAIE-Brasile ha anche criticato la mancanza di dialogo con le comunità italiane all’estero prima dell’emanazione del decreto. “Se questo decreto resterà così com’è, la cittadinanza italiana si estinguerà progressivamente. E questo colpisce direttamente tutti noi che abbiamo una storia da raccontare — di nonni, bisnonni, padri e figli”, ha affermato.
Il messaggio centrale degli organizzatori resta chiaro: le proteste sono pacifiche, apartitiche e uniscono i discendenti degli italiani nella difesa di un diritto storicamente riconosciuto. “Se non sei potuto venire prima, vieni adesso. Se non puoi venire, protesta su internet. Ma protesta. Siamo tutti fratelli italiani”, ha concluso Luciana Laspro.
Le aspettative degli organizzatori sono che il movimento cresca e acquisisca visibilità internazionale, aumentando la pressione sul governo di Giorgia Meloni e sul ministro Antonio Tajani affinché il decreto venga revocato.