La protesta pubblica promossa dalla Rivista Insieme durante i lavori della Consulta Veneta 2025, tenutasi nella città di Bento Gonçalves, continua a far discutere e a suscitare reazioni tra i partecipanti all’evento e la comunità italo-brasiliana. Il giorno successivo alla lettura del testo — avvenuta il 07/05, nell’ambito del quadro di interventi culturali — il vicepresidente della Consulta dei Veneti nel Mondo e principale promotore dell’edizione brasiliana dell’evento, l’avvocato Luis Molossi, ha inviato un messaggio esigendo la rimozione immediata dell’articolo pubblicato sul sito di Insieme, sostenendo l’uso non autorizzato di immagini e l’incompatibilità dei contenuti con la “posizione della Consulta”.
“Riuniti in questa mattina, all’inizio dei lavori, abbiamo deciso di rifiutare completamente il suo contenuto una volta che non corrisponde al pensiero dell’intera Consulta. Si richiede la rimozione immediata della pubblicazione, onde evitare ulteriori strascichi”, ha scritto Molossi in un messaggio personale al direttore della rivista, Desiderio Peron.
La risposta è stata ferma e chiara: “Il materiale pubblicato non riflette in alcun modo una posizione della Consulta sul tema. Riflette, invece, pienamente la posizione di questo giornalista-direttore.” Quanto all’immagine utilizzata nell’articolo, Peron ha chiarito che era già ampiamente diffusa sui social network e priva di attribuzione definita.
Nel documento, secondo quanto riferito, letto pubblicamente dallo stesso Molossi su richiesta del direttore, si articolavano le motivazioni del rifiuto a partecipare e del gesto di protesta: “L’Italia ha dimenticato gli ‘ambasciatori’ di ieri. Ha calpestato i nostri sentimenti, ci ha indicato la porta senza nemmeno chiuderla in faccia: l’ha semplicemente lasciata socchiusa per nascondere la vergogna.”, ha scritto Peron, riferendosi all’offensiva politica e legislativa contro il riconoscimento della cittadinanza italiana per discendenza (iure sanguinis).
“Non ha senso accettare l’invito a partecipare a questa Consulta, finora silenziosa di fronte a un noto discorso rabbioso e fuorviante”, ha dichiarato Peron, facendo riferimento implicita ai discorsi del sindaco Camillo De Pellegrin di Val di Zoldo, sostenitore della limitazione della cittadinanza ai discendenti all’estero. In tono grave, il giornalista ha denunciato quella che definisce una “tentata cancellazione culturale” degli italiani fuori dall’Italia, promossa da un decreto che “soffoca la presenza dei suoi cittadini all’estero, una ricchezza e risorsa senza paragoni in tutta Europa”.
REAZIONI – Il tentativo di censura da parte dell’organizzazione dell’evento — in netto contrasto con il carattere libero, pluralista e aperto che dovrebbe caratterizzare un’assemblea internazionale dedicata alla cultura e alla cittadinanza — è stato duramente criticato da lettori, attivisti e discendenti di italiani, soprattutto sui social media. Molti hanno visto nell’episodio la conferma del vuoto politico e simbolico della Consulta Veneta di fronte all’impatto del Decreto-Legge n. 36/2025, noto come “Decreto Tajani”.
Tra le reazioni ricevute, l’utente Filippo Marcon (rappresentante in Brasile dell’Istituto Nazionale Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon), ha evidenziato l’assenza di posizionamento della Regione Veneto e l’omissione di figure che in passato si erano spese a favore dei discendenti: “Il silenzio di Luca Zaia — un tempo strenuo difensore del valore del popolo veneto in Brasile — è assordante. Ignorare questa eredità significa tradire la memoria dei nostri antenati.”
Henrique Lazarotti ha lamentato il prosieguo di eventi che, secondo lui, hanno perso significato di fronte all’“aggressione violenta del governo italiano”. “È finita”, ha sentenziato. Commenti come “Totale sostegno a Desiderio Peron”, “Forte e opportuna questa manifestazione” si sono susseguiti. “Servono azioni contro il fascismo”, ha scritto il noto maestro italo-brasiliano Alessandro Sangiorgi.
Ma è stato un messaggio personale, inviato direttamente al cellulare del direttore della rivista, a dare all’episodio un tono più intimo e toccante. In un commosso racconto, l’avvocata italo-brasiliana Fernanda Grasselli, attualmente residente in Italia, ha ringraziato il gesto in nome di migliaia di discendenti che si sentono abbandonati dalla patria dei loro avi.
“Mia nonna, nipote dell’immigrato italiano, parla a stento il portoghese. Oggi ha 90 anni e mi ha insegnato ad amare un Paese che ora ci volta le spalle, a me e a migliaia di fratelli che vengono culturalmente e affettivamente massacrati”, ha scritto Fernanda. “Grazie per la tua lucidità, per essere una guida, un faro, un conforto in mezzo a questa oscurità.”
Il tentativo di mettere a tacere Insieme non fa che rafforzare il ruolo fondamentale della stampa libera nella difesa dei diritti storici, affettivi e costituzionali delle comunità d’origine italiana nel mondo. La protesta rimane pubblica — con dignità e coscienza.
Immagini pubblicate su Instagram: “La Comunità Veneta del Mondo dà inizio a una settimana intensa di lavori in occasione della Consulta e del Meeting dei Giovani Veneti. Il calcio d’inizio è stato dato nella serata di giovedì (5/5), quando i partecipanti hanno potuto prendere parte all’Incontro con Bacco, svoltosi nella Valle dei Vigneti.”