L’espressione “esclusivamente la cittadinanza italiana” diventa il nuovo nodo delle trattative sul Decreto Tajani al Senato

Una nuova controversia giuridica e politica rischia di bloccare l’intesa sul disegno di legge di conversione del Decreto-Legge n. 36/2025, noto come Decreto Tajani, al Senato della Repubblica Italiana. Il punto critico è rappresentato dal mantenimento dell’espressione “esclusivamente la cittadinanza italiana” nel testo approvato dell’emendamento 1.8 (testo 2), sottoscritto da senatori della Lega e già incorporato nel DDL 1432, attualmente all’esame della Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama.

Nella sua forma attuale, la lettera “c” dell’articolo 3-bis, introdotta da tale emendamento, subordina il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis al fatto che l’ascendente possieda — o abbia posseduto al momento della morte — esclusivamente la cittadinanza italiana. Il testo approvato richiede che tale antenato non abbia mai avuto un’altra cittadinanza, il che, nella pratica, renderebbe impossibile il riconoscimento della cittadinanza italiana per diritto di sangue alla stragrande maggioranza dei discendenti residenti all’estero, in particolare in America Latina, dove gli ascendenti italiani si sono spesso naturalizzati nei Paesi di accoglienza, anche senza rinunciare formalmente alla cittadinanza italiana.

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La clausola ha suscitato forti reazioni tra le leadership della diaspora ed è stata definita dall’ex deputato eletto in Sud America Luís Roberto Lorenzato come un grave errore, frutto di un’induzione in errore nella fase di approvazione dell’emendamento. “I senatori non sono stati maliziosi e l’espressione ‘esclusivamente cittadino italiano’, che è stata proposta dal ministro plenipotenciário Stefano Soliman, della Farnesina , è passata inosservata ed è stata approvata per errore”, ha dichiarato Lorenzato.

L’ex parlamentare, che ha svolto un ruolo di raccordo politico con la Lega durante l’iter legislativo, partirà questo lunedì per Roma insieme all’imprenditore italo-brasiliano Marcelo de Carvalho Fragali, con l’obiettivo di ottenere sostegno politico e tecnico per la soppressione dell’espressione controversa prima del voto finale in aula.

Secondo Lorenzato, lo stesso leader della Lega, Matteo Salvini, sarebbe scontento della formulazione approvata e si sarebbe impegnato a lavorare per modificarla. L’ex deputato, pur non avendo attualmente un mandato, ha fatto varie proposte a Salvini in una prospettiva più favorevole agli italiani nati all’estero, e “questa questione dell’‘esclusivamente’ non è in linea con il suo pensiero”, ha affermato.

Il dibattito sull’espressione rappresenta ora un nuovo “nodo gordiano” nelle trattative sugli emendamenti al cosiddetto Decreto Tajani, dopo la vittoria parziale ottenuta con la soppressione dell’obbligo di nascita sul territorio italiano (“nato in Italia”), previsto nella versione originale del governo. Per l’approvazione della cosiddetta “Emendamento Lorenzato” è stata anch’essa essenziale l’adesione del senatore italo-argentino Mario Borghese (Maie).

Il testo dell’emendamento 1.8, approvato su iniziativa dei senatori Tosato, Stefani, Bizzotto, Pirovano e Spelgatti, modifica anche le lettere “d” ed “e” dell’articolo 3-bis, ma è il termine “esclusivamente” ad allarmare maggiormente giuristi e rappresentanti della diaspora.

Con il tempo che stringe per l’approvazione del DDL 1432 in Senato prima del suo passaggio alla Camera dei Deputati, aumenta la pressione per una correzione del testo, che potrà avvenire tramite un nuovo emendamento modificativo, un accordo politico oppure il ricorso alla tecnica legislativa della subemendamento soppressivo.