L’attrice franco-italiana Claudia Cardinale è scomparsa martedì 23 settembre 2025, all’età di 87 anni. L’annuncio è stato dato dalla sua agente all’agenzia AFP e ha avuto risonanza in tutto il mondo come l’addio a una delle più grandi icone del cinema. Simbolo di bellezza, forza e talento, Cardinale segnò un’epoca negli anni Sessanta e Settanta, diventando presenza imprescindibile in alcune delle produzioni più emblematiche del cinema europeo.
Claudia nacque il 15 aprile 1938 a La Goulette, in Tunisia (all’epoca protettorato francese), con il nome di battesimo Claude Joséphine Rose Cardinale. Di famiglia siciliana, crebbe parlando francese, arabo tunisino e dialetto siciliano, imparando l’italiano soltanto più tardi, quando iniziò a recitare in produzioni italiane. La sua carriera ebbe impulso a partire dal 1957, quando vinse un concorso di bellezza che le aprì le porte per i primi ruoli nel cinema.
Il suo lavoro comprende una filmografia vasta e diversificata. Tra i primi titoli figurano Goha (1958), con piccoli ruoli iniziali, seguiti da I soliti ignoti (1958), Tre straniere a Roma (1958) e Vento del Sud (1959), che già mettevano in evidenza la sua versatilità. Nel 1960 prese parte a Il bell’Antonio (con Marcello Mastroianni), opera drammatica di grande rilievo.
Negli anni Sessanta la sua carriera raggiunse l’apice: partecipò a Rocco e i suoi fratelli (1960), La ragazza con la valigia (1961), Cartouche (1962), Il Gattopardo (1963), 8½ (1963), La Pantera Rosa (1963), Lost Command (1966), I professionisti (1966), Don’t Make Waves (1967), The Hell with Heroes (1968) e, forse il suo ruolo più memorabile per il grande pubblico, C’era una volta il West (1968). Interpretò inoltre Il giorno della civetta (1968), film che le valse importanti riconoscimenti per il personaggio di Rosa Nicolosi, coinvolta in trame di mafia.
Nelle decadi successive rimase attiva in produzioni di generi differenti. Nel 1971 recitò in La ragazza di Perth (Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata), che le garantì premi come miglior attrice in Italia; nel 1974 prese parte a Fratelli di sangue; nel 1975 fu protagonista di Libera, amore mio, intenso dramma politico; nel 1982 brillò in Fitzcarraldo di Werner Herzog, nei panni di Molly, personaggio di grande forza in un contesto selvaggio. Negli anni più recenti prese parte a film come The Artist and the Model (2012), Gebo e l’ombra (2012), Rogue City (2020), mostrando che, anche con il passare del tempo, continuava a scegliere lavori che le garantivano voce, presenza e rilevanza.
Il Brasile ebbe occasione di conoscere da vicino il fascino di Claudia Cardinale. Nel 1965 fu a Rio de Janeiro per le riprese di Una rosa per tutti, diretto da Franco Rossi. Ci sono registrazioni fotografiche della sua presenza in luoghi come il Morro da Babilônia, accompagnate da ampia copertura della stampa carioca, che sottolineò la sua eleganza e la partecipazione ad eventi culturali. Decenni dopo, quel soggiorno brasiliano continua ad essere ricordato da critici e ammiratori come parte integrante dell’immagine internazionale che costruì.
Con la sua morte si chiude un capitolo della storia del cinema europeo, ma resta vivo l’eredità di Claudia Cardinale: attrice capace di attraversare lingue e culture, di unire ruoli glamour a drammi di intensa umanità; il cui volto, la cui voce e la cui presenza sullo schermo continueranno a ispirare — e ad abitare la memoria cinematografica — molto oltre l’addio.