Mude di caffè nel “Bosco delle Radici” per ricordare l’epopea dell’emigrazione italiana

La pioggia leggera caduta la mattina di domenica 21 non è bastata a spegnere la gioia stampata negli occhi di ogni famiglia presente alla Serra Cipriani, nel quartiere Vígolo, a Nova Trento, dove si è svolta la grande piantumazione del Bosco delle Radici. L’obiettivo era rendere omaggio agli emigrati italiani giunti in Brasile nel 1874 e che, un anno dopo, si trasferirono con le loro famiglie a Santa Catarina, dove molti scelsero Nova Trento come luogo di vita.

In totale hanno partecipato all’evento più di 800 persone, tra familiari degli omaggiati e autorità, come la rappresentante del Consolato Italiano a Curitiba, Norma Da Rui; Juscelino Chini, presidente del Circolo Trentino di Nova Trento; l’assessore al Turismo di Nova Trento, Jeferson Dalprá, oltre a consiglieri comunali, deputati e tutta la comunità che ha voluto onorare la cerimonia.

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«Per noi è davvero un ritorno alle radici, valorizzando la partenza dei nostri antenati che lasciarono l’Italia, la terra amata, alla ricerca di nuove speranze e di un futuro migliore. La valorizzazione di queste radici è ciò che rafforza l’orgoglio, per sostenere il tronco di un albero, le foglie, i fiori e i frutti. In questo modo, i discendenti avranno basi solide per studiare l’italiano, viaggiare in Italia e incontrare la terra da cui partirono i loro antenati. È stato un orgoglio partecipare e piantare anch’io un albero in questo luogo», ha dichiarato Norma Da Rui.

Per la piantumazione, ogni famiglia ha ricevuto una piantina di caffè, identificata con una targhetta riportante il cognome della famiglia di origine italiana e il nome dell’omaggiato. L’intenzione è che, più avanti, le targhette vengano sostituite da targhe definitive, come è stato fatto con i tre ulivi piantati a giugno, e che, quando gli alberi daranno frutti, venga organizzata una grande raccolta.

«Lo scopo principale di questo evento era creare qualcosa di tangibile per i 150 anni dell’emigrazione italiana in Brasile. È stato molto gratificante vedere le famiglie riunite: padre, madre, nonno e bambino, compiendo questo gesto insieme, unendo generazioni. In futuro, guarderanno quella pianta e ricorderanno di averla piantata con i nonni e i genitori. Più dei numeri raggiunti, è stato il valore della famiglia riunita. E così abbiamo avuto la piacevole sorpresa di superare le nostre aspettative, sia in termini di presenze che di coinvolgimento ed emozione», ha affermato l’ideatrice del progetto, Mariléia Cipriani Tomasoni.

OMAGGI

Oltre alla piantumazione, per la sorpresa di tutti, ogni rappresentante delle famiglie omaggiate ha ricevuto una medaglia d’onore e merito, creata appositamente per il Bosco delle Radici. Come le piantine di caffè avevano un significato simbolico, così anche il disegno della medaglia, con stelle che rappresentano ogni decennio, fino ad arrivare ai 150 anni. «La nostra intenzione principale era che le persone che hanno abbracciato il progetto portassero a casa un ricordo, mantenendo viva questa memoria all’interno delle famiglie», ha spiegato Mariléia.

Tra le famiglie omaggiate vi era quella dei Dalsasso, di cui fa parte l’ex sindaco di Nova Trento, Tiago Dalsasso. Egli ha piantato la piantina di caffè insieme alla zia, Maria Dalsasso, in memoria del bisnonno di Tiago, Paolo Dalsasso, uno dei primi emigranti arrivati in città.

«È molto gratificante rappresentare la nostra famiglia e, senza dubbio, questo bosco darà molti frutti e orgoglio a tutti noi. È stato l’evento più significativo delle celebrazioni per i 150 anni dell’emigrazione italiana, un momento che ha ricordato la storia e che rimarrà per sempre. L’importante è che le prossime generazioni sappiano da dove veniamo e chi ha iniziato questo cammino. Siamo immensamente felici e si poteva leggere negli sguardi la celebrazione e l’emozione di questo momento», ha ricordato Dalsasso.

Anche la famiglia di Vanetti Moresco è stata tra le omaggiate. Secondo lei, il Bosco delle Radici ha riportato alla memoria i genitori e le ha dato l’impulso di realizzare un vecchio sogno: imparare l’italiano.

«Ho fatto la piantumazione in onore di mio padre, con il cognome Moresco, e di mia madre, con il cognome Zucchetti. Ho trovato l’idea molto interessante, perché non è qualcosa di passeggero: rimarrà, e diverse generazioni potranno seguire la crescita della pianta, visitarla, come una continuità. Quell’esperienza mi ha spinto a iscrivermi a un corso di italiano, un desiderio che avevo da tempo», ha raccontato la residente di Nova Trento.

PROSSIME AZIONI

Secondo Mariléia Cipriani Tomasoni, l’idea è di realizzare nuove iniziative nei prossimi anni, fino a quando le piantine daranno frutti, oltre a modernizzare l’accesso alla storia degli antenati. «In futuro vorremmo installare QR code sulle targhe, raccontando un po’ della storia di ogni famiglia, per avvicinare le nuove generazioni. Oggi sappiamo che tutto passa dal cellulare e vogliamo portare un po’ di modernità e interattività al Bosco», ha detto.

«Il Bosco delle Radici è considerato il più grande movimento di questo tipo in omaggio ai 150 anni dell’emigrazione italiana in Brasile, perché è qualcosa che si può visitare. Sono molto grata a ogni famiglia e a ogni persona che ha abbracciato il progetto e che ha contribuito volontariamente a renderlo possibile. Lascio un invito speciale alle famiglie che hanno piantato: tornate sempre a visitare, curare e partecipare. E invito anche tutti coloro che vengono nella nostra regione, a Santa Paulina, a fermarsi, passeggiare nella proprietà e conoscere il Bosco dell’Emigrazione, il Bosco delle Radici».