L’ordinanza di Mantova può salvare i minori esclusi. Il testo integrale rivela motivazioni decisive

L’“ordinanza” di Mantova può salvare i minori esclusi — Il testo integrale rivela motivazioni decisive

«Il diritto alla cittadinanza iure sanguinis non nasce da una concessione dello Stato, ma esiste ab origine in favore della persona.»

PATROCINANDO SUA LEITURA

L’affermazione — di forte peso giuridico e simbolico — è contenuta nell’ordinanza del Tribunale di Mantova, che ribadisce come la cittadinanza trasmessa dal sangue costituisca un diritto originario, naturale e imprescrittibile, parte integrante dell’identità della persona fin dalla nascita.

La decisione inaugura un nuovo capitolo nella disputa costituzionale che si protrae dalla promulgazione del cosiddetto “Decreto della Vergogna” — il Decreto-Legge n. 36/2025, convertito con modificazioni nella Legge n. 74/2025 — e riconosce che la disciplina recentemente introdotta retroagisce in modo indebito sulla condizione di cittadini già acquisita da coloro che sono nati fuori dall’Italia. Per i giudici mantovani, tale retroattività calpesta pilastri fondamentali dell’ordine repubblicano, come la certezza del diritto, il principio di uguaglianza e la stessa dignità dell’individuo di fronte allo Stato.

Il Tribunale ricorda che, per oltre un secolo e mezzo, l’ordinamento italiano si è sempre orientato secondo un criterio conservatore di trasmissione della cittadinanza, fondato sulla continuità familiare e sulla permanenza dell’italianità lungo le generazioni. Modificare bruscamente tale regime, imponendo ostacoli burocratici a chi già porta con sé la cittadinanza fin dall’origine, equivale a snaturare radici storiche e a negare legami che costituiscono lo stesso popolo italiano.

L’ordinanza sottolinea inoltre che lo Stato non può trasformare un diritto preesistente — che non dipende da atti amministrativi o giudiziari per sorgere — in un beneficio subordinato alla presentazione di una domanda entro un termine ristretto e ormai scaduto. Impedendo, anche sotto il profilo temporale, l’accesso alla tutela giurisdizionale per il riconoscimento formale di un diritto perfetto, la legge derivata dal decreto viola la garanzia costituzionale di difesa e apre la strada a gravi ingiustizie, soprattutto verso chi è stato tenuto per anni nelle lunghe file consolari senza alcuna responsabilità.

In questo contesto, l’ordinanza porta un messaggio di speranza a molte famiglie di italo-discendenti: i minori che non erano stati inclusi nelle prime azioni giudiziarie — per cautela o per riduzione dei costi — potranno ora essere raggiunti dagli effetti di questo riconoscimento. Se la cittadinanza nasce con la persona, essa non può essere tolta per mancanza di una formalità tempestiva, tanto più se le barriere sono state create dallo stesso Stato.

Mantova conclude che la modifica legislativa ha prodotto una sorta di revoca ex tunc di un diritto già incorporato nella personalità dell’individuo. E, nel farlo mediante decreto-legge — strumento eccezionale che richiede una reale e non solo dichiarata urgenza — sarebbe intervenuta su una materia che incide direttamente sulla definizione del corpo civico della Repubblica, che deve sempre essere oggetto di dibattito parlamentare.

L’orientamento espresso dal Tribunale lombardo rafforza dunque il valore universale dell’italianità come patrimonio familiare e culturale, che non può essere piegato alle contingenze politiche del presente. E, così facendo, può rappresentare una svolta concreta per quanti continuano a credere che la cittadinanza non sia un privilegio per pochi, ma un diritto che accompagna ogni discendente fin dal primo giorno di vita.