Avvocato Corapi difende la cittadinanza come diritto originario e critica la ‘prova diabolica’ in un’udienza storica alla Corte Costituzionale

Nell’udienza storica del 24 giugno, presso la Corte Costituzionale Italiana, l’avvocato Diego Corapi è stato il terzo oratore della difesa — dopo Marco Mellone e Antonio Achille Cattaneo — rappresentando l’Associazione AGiS (Associazione Giuristi Iure Sanguinis). Corapi ha difeso lo ius sanguinis come diritto originario, legato alla tradizione familiare e all’identità italiana, affermando che imporre restrizioni o limiti al principio ne distorce la natura giuridica e viola diritti fondamentali.

Ha criticato l’imposizione di quella che ha definito “prova diabolica” al richiedente la cittadinanza: un onere di dimostrare non solo la regolarità dei propri documenti, ma anche l’assenza di qualsiasi ostacolo o sospetto, inclusi fatti negativi — qualcosa di giuridicamente impossibile, che crea una trappola burocratica e viola i principi costituzionali di giustizia. Corapi ha sottolineato che la cittadinanza non deve essere trattata come concessione dello Stato, ma come riconoscimento di un diritto preesistente.

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Nel suo intervento, ha inoltre denunciato l’uso di decreti legislativi frettolosi per imporre barriere al riconoscimento della cittadinanza, criticando l’inversione dell’onere della prova e avvertendo che tali misure portano all’esclusione, discriminazione e disumanizzazione di milioni di discendenti di italiani. Secondo Corapi, questa pratica trasforma il diritto in privilegio per pochi e mette a rischio la legittimità del rapporto tra lo Stato italiano e la sua diaspora.

L’udienza, seguita da associazioni e avvocati che difendono gli italo-discendenti, ha esaminato la questione di incostituzionalità sollevata da quattro tribunali regionali (Bologna, Roma, Firenze e Milano) contro le norme che restringono la cittadinanza iure sanguinis. Corapi ha concluso chiedendo rispetto per il diritto originario e denunciando che il tentativo di trasformare la procedura in processo di naturalizzazione ferisce la storia, la cultura e il principio di continuità familiare che sostengono il concetto stesso di nazione italiana.