Avvocato italiano lancia un libro sulla sua esperienza in Brasile e critica il “Decreto della Vergogna”

Dopo aver assistito alla sessione pubblica della Corte Costituzionale italiana del 24 giugno — occasione in cui sono state discusse le questioni di legittimità della cittadinanza italiana iure sanguinis — l’avvocato italiano Alberto Ferrari ha deciso di scrivere un libro raccontando la sua esperienza come immigrato in Brasile e riflettendo sulle sfide attuali affrontate dagli italo-discendenti.

L’opera, che è stata presentata ieri durante un’intervista dell’autore, è pubblicata in portoghese e in italiano ed è stata editata dalla Rivista Insieme. Curiosamente, Ferrari ha redatto il manoscritto prima in portoghese, come modo per mettere alla prova l’apprendimento della lingua durante i dieci anni trascorsi a Curitiba. Solo successivamente ha deciso di tradurlo anche in italiano, imponendosi la sfida di scrivere in entrambe le lingue.

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Nel libro, l’autore ripercorre la sua traiettoria di vita e affronta temi centrali per la comunità italo-brasiliana: l’immigrazione italiana in Brasile, l’evoluzione storica della legislazione sulla cittadinanza, le difficoltà riscontrate nei consolati e i processi giudiziari che hanno segnato la lotta per il riconoscimento dei diritti dei discendenti, o “italiani nati all’estero”, come preferisce definirli.

Ferrari dedica ampio spazio alle discussioni più recenti, comprese le sue critiche al cosiddetto “Decreto della Vergogna”, che ha imposto limiti inediti alla trasmissione della cittadinanza per discendenza ed ha aperto un dibattito costituzionale di grande portata.

Il racconto acquista un valore particolare quando l’avvocato descrive l’italianità trovata in Brasile. Ricorda che a Curitiba “il popolo brasiliano è davvero molto accogliente e non mi sono mai sentito escluso, come accade invece agli immigrati in altri Paesi”, ma sottolinea soprattutto la presenza viva dell’eredità italiana: “Mi chiedevano di parlare della mia città e, allo stesso tempo, mi raccontavano dei loro antenati arrivati dall’Italia alla fine dell’Ottocento, trasmettendo tradizioni di generazione in generazione”.

Ferrari ricorda anche pratiche culturali che mantenevano un contatto diretto con l’Italia: “Nella Chiesa del Portão si celebrava la messa in italiano e, a Santa Felicidade, funzionava un coro folcloristico nato subito dopo la guerra, con l’obiettivo di conservare e coltivare le tradizioni della Colonia”. Per lui, questa esperienza “mostra che l’italianità in Brasile non è solo memoria, ma qualcosa di presente nella vita quotidiana, un legame forte che resiste al tempo”, al contrario di quanto affermato dal ministro degli Affari Esteri italiano Antonio Tajani nel giustificare l’adozione del “Decreto della Vergogna”.

Combinando racconto personale e analisi giuridica, l’avvocato offre al lettore una visione privilegiata di chi ha vissuto la realtà dell’immigrazione e oggi opera direttamente nella difesa della cittadinanza italiana, sottolineando l’importanza di preservare l’identità culturale costruita in Brasile nel corso delle generazioni.

Link para acessar o livro de Alberto Ferrari.

Il libro può essere letto, scaricato e diffuso gratuitamente “e senza registrazione”, a partire da questo link. Può inoltre essere consultato mediante la scansione del codice pubblicato accanto e condiviso senza alcuna restrizione. “È il tipo di informazione che deve arrivare a tutte le persone interessate agli argomenti relativi alla cittadinanza italiana”, ha dichiarato l’autore nell’intervista concessa alla Rivista Insieme, che può essere vista di seguito.