Avvocati chiedono alla Corte Costituzionale di mantenere l’udienza sulla cittadinanza italiana: “Una decisione urgente in un quadro di incertezza giuridica”

L’avvocato Marco Mellone, a nome anche dei colleghi Antonio Cattaneo e Franco Antonazzo, tutti patrocinatori del caso di legittimità costituzionale sollevato dal Tribunale di Bologna in merito al riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis, ha comunicato questa mattina di aver presentato un’istanza formale alla Corte Costituzionale italiana affinché venga mantenuta la data dell’udienza fissata per il 24 giugno 2025.

Secondo Mellone, la richiesta si inserisce in un contesto di grande incertezza giuridica nel Paese, dovuta alla crescente quantità di rimessioni alla Corte Costituzionale riguardanti la legittimità delle attuali norme sul riconoscimento della cittadinanza per discendenza. Oltre al Tribunale di Bologna, anche i Tribunali di Milano, Firenze e Roma hanno sollevato la medesima questione di costituzionalità, portando diversi altri tribunali italiani a sospendere i procedimenti in corso in attesa di un pronunciamento definitivo.

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L’avvocato sottolinea che il recente Decreto-Legge n. 36/2025 — noto come “Decreto Tajani” — condivide lo stesso presupposto alla base dei dubbi di legittimità: l’idea che lo ius sanguinis non costituisca di per sé un legame effettivo tra l’individuo e la collettività nazionale italiana. Per tale ragione, Mellone considera urgente e imprescindibile una presa di posizione chiara da parte della Corte.

“Riteniamo che l’interesse degli italo-discendenti — e in generale del mondo giuridico e amministrativo — sia che la Corte Costituzionale si pronunci quanto prima su questa questione. La decisione potrà infatti avere un impatto rilevante non solo sui procedimenti avviati prima del nuovo decreto, ma anche su quelli presentati già sotto la sua vigenza”, ha affermato Mellone.

L’avvocato ha inoltre dichiarato che, in quanto patrocinatore anche dei casi provenienti da Roma, Milano e Firenze, non si opporrà alla richiesta di mantenere la data dell’udienza, ed ha già invitato le altre parti intervenute in tali giudizi a sostenere l’istanza, il che potrebbe influenzare favorevolmente la decisione della Corte. Esiste anche la possibilità tecnica — segundo Mellone — che i diversi ricorsi vengano esaminati congiuntamente nella stessa udienza del 24 giugno.

“Continueremo a seguire da vicino gli sviluppi e manterremo tutti aggiornati”, ha concluso Mellone.

Il comunicato dell’avvocato Mellone, nella sua forma integrale, è il seguente:

Insieme ai Colleghi Cattaneo e Antonazzo (qui in copia, tutti patrocinatori del caso di costituzionalità sollevato dal Tribunale di Bologna), desideriamo comunicare quanto segue.

Come sapete, i Tribunali di Milano, Firenze e Roma hanno sollevato la medesima questione di incostituzionalità e ciò sta generando una notevole confusione nel sistema giudiziario italiano (diversi Tribunali stanno sospendendo i procedimenti in attesa della decisione della Corte Costituzionale). Inoltre, il Governo ha adottato il Decreto-Legge n. 36/2025, che condivide la stessa idea di fondo dell’ordinanza del Tribunale di Bologna, ovvero che lo ius sanguinis italiano non rappresenterebbe un criterio idoneo a identificare un legame effettivo tra l’individuo e la Comunità.

In questo scenario di forte incertezza giuridica e in vista della possibilità che la Corte Costituzionale rinvii l’udienza (anche fino alla fine dell’anno) per riunire tutte le questioni di incostituzionalità, abbiamo deciso di presentare una richiesta ufficiale affinché la Corte mantenga la data dell’udienza (24.06.2025) ed eventualmente esamini le altre questioni successivamente o (qualora tecnicamente possibile) nella stessa data del 24.06.2025.

Riteniamo infatti che l’interesse degli italo-discendenti (e in generale del mondo giudiziario e amministrativo) sia che la Corte Costituzionale si pronunci il prima possibile su questa questione di incostituzionalità, in quanto tale decisione potrà avere un impatto rilevante non solo sui casi (amministrativi e giudiziari) presentati prima del nuovo Decreto-Legge, ma anche su quelli avviati sotto la sua vigenza.

Desidero inoltre sottolineare che, in quanto patrocinatore anche dei ricorsi sollevati dai Tribunali di Roma, Firenze e Milano, comunicherò alla Corte Costituzionale che non mi opporrò a tale richiesta. In questo senso, ho già invitato gli altri partecipanti/intervenienti in questi giudizi a unirsi all’istanza, in quanto ciò potrebbe avere un peso nella decisione della Corte. Resto in attesa di un riscontro da parte loro. Per qualsiasi altra notizia, resteremo in contatto”.

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