Amici della Val di Zoldo, da Siderópolis (la vecchia Nova Belluno), si fanno sentire: “Ora ci dicono che questo diritto non ci appartiene più?”

Il clima a Siderópolis-SC si è “guastato” dopo tutto ciò che sta accadendo nel contesto della cittadinanza italiana, ma i festeggiamenti per il 30º anniversario del gemellaggio tra la Val di Zoldo e la Valle del Rio Jordão restano in programma, assicura il presidente dell’Associazione Culturale Amici di Forno di Zoldo, Angelo Perico, che ha appena diffuso un manifesto emesso dall’ente “in difesa del diritto costituzionale alla cittadinanza italiana iure sanguinis”.

Nel corso delle discussioni che hanno portato all’emissione del manifesto, “è stato deciso – ha dichiarato – che celebreremo i 30 anni qui al Jordão l’8 novembre 2025, data in cui organizzeremo la VI Festa del Maiale – una tradizione degli immigrati. Dovremmo ricevere una delegazione da Zoldo e il sindaco sarà invitato”. Il sindaco è Camillo De Pellegrin, cittadino onorario di Siderópolis e leader del movimento che riunisce alcuni comuni italiani per la modifica della Legge sulla Cittadinanza.

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Nel manifesto si legge che le nuove regole per il riconoscimento della cittadinanza italiana stabilite dal cosiddetto “Decreto Tajani” “colpiscono direttamente migliaia di discendenti che, da generazioni, tengono viva la cultura italiana” e che, nel limitare tale diritto, “non si colpiscono soltanto procedure burocratiche e documenti, ma si lede una storia di lotta e di appartenenza, che non può essere semplicemente cancellata e interrotta da una penna o da un decreto”.

Altri esponenti della comunità italiana del sud di Santa Catarina ritengono che il sindaco De Pellegrin non troverà il clima adatto per partecipare ai festeggiamenti del gemellaggio che lui stesso aveva precedentemente sostenuto. Raccontano inoltre che una delegazione che avrebbe dovuto recarsi prossimamente in Italia è stata annullata. “Finché De Pellegrin sarà lì [al Comune di Val di Zoldo], qui non c’è più dialogo.” Da tempo, a Siderópolis, si parla di “revocare il titolo di cittadino onorario che gli è stato conferito”.

Segue il testo del manifesto dell’Associazione Culturale Amici di Forno di Zoldo, redatto in portoghese ma qui tradotto in italiano:

MANIFESTO IN DIFESA DEL DIRITTO UMANO E COSTITUZIONALE ALLA CITTADINANZA ITALIANA IURE SANGUINIS

“Un legame che non si può negare, limitare o spezzare”

Da oltre un secolo, i nostri antenati hanno lasciato le loro terre in Italia, portando con sé poco più della speranza in un futuro migliore e l’amore per la loro patria. A Siderópolis, così come in tante altre città brasiliane, questi immigrati hanno costruito case, famiglie, imprese, comunità e città che, ancora oggi, mantengono vivo lo spirito e i valori portati dall’Italia.

L’Associazione Culturale Amici di Forno di Zoldo, fondata nel dicembre 1995, è nata per preservare questa eredità, rafforzando i legami tra Siderópolis e la Val di Zoldo, un vincolo scolpito nel sacrificio, nella memoria e nell’orgoglio di essere discendenti di italiani.

Ma oggi, questo vincolo è minacciato. Siamo sull’orlo di subire un abbandono generazionale e una rottura della nostra identità.

Le nuove regole per il riconoscimento della cittadinanza italiana colpiscono direttamente migliaia di discendenti che, da generazioni, tengono viva la cultura italiana. Limitare questo diritto, sancito dalla Costituzione italiana, non significa solo modificare procedure burocratiche e documenti: significa intaccare una storia di lotta e di appartenenza, che non può essere semplicemente cancellata o interrotta con una penna o con un decreto.

Per noi, essere italiani non è solo una formalità giuridico-amministrativa. È nei cognomi che portiamo, nella cucina tramandata di generazione in generazione, nelle feste che celebriamo, nella nostra religiosità, nell’amore per la famiglia, nell’amore per il lavoro, nella lingua che cerchiamo di imparare per mantenere vivo il legame con le nostre origini. È nel cuore di ogni discendente che, al mettere piede per la prima volta sul suolo italiano, sente di essere tornato a casa.

E ora ci viene detto che questo diritto non ci appartiene più? Facciamo appello alle autorità italiane e brasiliane: reagite a questa iniziativa inaccettabile, che viola il diritto costituzionale alla cittadinanza, “non voltateci le spalle”. Non dimenticateci. Il Brasile ospita milioni di italo-discendenti che portano nel sangue l’orgoglio della loro identità. Restringere, limitare o rendere difficile questo diritto significa negare una parte della stessa storia dell’Italia, significa spezzare il legame con coloro che, anche a migliaia di chilometri di distanza, continuano a chiamare l’Italia “la nostra terra”.

Al governo brasiliano chiediamo sostegno. La nostra comunità ha sempre contribuito allo sviluppo di questo Paese, mantenendo vive le proprie radici senza mai rinunciare al proprio impegno e, allo stesso modo, all’amore per il Brasile. Che le nostre autorità si uniscano a noi nella difesa di questo diritto, garantendo che i nostri forti legami con l’Italia restino saldi e indissolubili.

La nostra storia non si “cancella”. L’Associazione Culturale Amici di Forno di Zoldo riafferma il proprio impegno nella difesa del patrimonio immateriale dell’immigrazione italiana. La storia dei nostri antenati non può, non deve e non accetteremo che venga dimenticata, né tanto meno che ci venga negato un diritto costituzionale e umano che ci definisce come popolo”.

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ALTRI TEMPI: Il video celebra i 20 anni del gemellaggio tra Forno di Zoldo (oggi Val di Zoldo) e Rio Jordão, Siderópolis-SC. Era presente il sindaco Camillo De Pellegrin.