Storica associazione dell’emigrazione italiana denuncia restrizioni “illegittime, illogiche e dannose” alla cittadinanza italiana iure sanguinis
L’Associazione Trentini nel Mondo, una delle più antiche e prestigiose realtà di rappresentanza dei discendenti degli emigrati italiani, ha espresso ufficialmente il proprio “profondo rammarico” e “grande perplessità” nei confronti del contenuto e delle modalità di presentazione del discusso Decreto-Legge n. 36 del 28 marzo 2025 — il provvedimento del governo italiano che introduce severe restrizioni alla trasmissione della cittadinanza italiana per discendenza.
Riunito a Trento lo scorso 7 aprile, il Consiglio Direttivo dell’associazione — attiva dal 1957 nella tutela dei trentini e dei loro discendenti nel mondo — ha approvato un documento ufficiale in cui rivolge dure critiche al cosiddetto “Decreto Tajani”, accusandolo di contenere aspetti giuridicamente discutibili, di non rispettare il ruolo storico degli italiani all’estero e di proporre richieste “illogiche” e dannose.
Secondo la Trentini nel Mondo, il provvedimento “non si limita a frenare le richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis da parte di chi non l’ha ancora richiesta, ma ostacola anche la trasmissione del diritto ai figli degli italiani nati all’estero”, colpendo famiglie e comunità intere in tutti i continenti.
La nota ufficiale è stata inviata alla redazione di Revista Insieme dall’avvocato Andrey José Taffner, coordinatore delle associazioni trentine nello Stato di Santa Catarina — lo Stato brasiliano che concentra il maggior numero di discendenti di emigrati trentini in Brasile.
Critiche alla legittimità e alla logica del decreto – Nel documento, l’associazione ricorda che la Costituzione italiana consente i decreti d’urgenza solo in presenza di una necessità reale e comprovata — che, secondo la Trentini nel Mondo, non sussiste in questo caso.
Inoltre, l’associazione contesta l’introduzione di nuovi criteri giuridici, come il “legame effettivo” con l’Italia, mai prima d’ora richiesti per il riconoscimento della cittadinanza, e critica il fatto che il decreto sia stato pubblicato pochi mesi prima che la Corte Costituzionale italiana si pronunci sulla legittimità dell’articolo 1 della Legge n. 91/1992, che regola il diritto alla cittadinanza per sangue.
Un altro punto definito “illogico” riguarda l’obbligo che un cittadino italiano nato all’estero possa trasmettere la cittadinanza ai propri figli solo se abbia risieduto per almeno due anni in Italia prima della loro nascita. Per l’associazione, si tratta di una misura “inattuabile e discriminatoria”, che obbliga i discendenti degli italiani a trasferirsi temporaneamente in Italia solo per adempiere a una formalità legale.
“Sarebbe stato più logico abolire del tutto il principio dello ius sanguinis”, ironizza il testo dell’associazione.
Un danno per l’Italia e per gli italiani nel mondo – La Trentini nel Mondo richiama anche l’attenzione sull’impatto economico e culturale del provvedimento. Nel documento, l’associazione ricorda che i discendenti degli italiani residenti all’estero sono protagonisti della diffusione e della promozione dei valori dell’italianità nel mondo, contribuendo all’immagine positiva dell’Italia e consumando prodotti Made in Italy. A titolo di esempio, cita gli Stati brasiliani di Santa Catarina e Paraná, che nel 2024 hanno importato dall’Italia oltre un miliardo di euro in prodotti.
Secondo l’associazione, il decreto rischia di ridurre drasticamente il numero di italiani all’estero e di allontanare definitivamente dal Paese d’origine milioni di discendenti che coltivano legami affettivi, culturali e commerciali con l’Italia.
“Grazie a loro, l’Italia è un Paese conosciuto, rispettato e amato in tutti i continenti”, si legge nel documento.
Le proposte dell’associazione – La Trentini nel Mondo sostiene la richiesta dell’UNAIE (Unione Nazionale Associazioni di Immigrazione e Emigrazione) di un incontro con il Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, per discutere modifiche al testo durante l’iter di approvazione del decreto in Parlamento.
Tra le proposte avanzate dall’associazione figurano:
•Il riconoscimento automatico della cittadinanza italiana fino ai discendenti di terzo grado, indipendentemente dal luogo di nascita;
•Per i discendenti oltre la terza generazione, l’introduzione del requisito di un “legame effettivo” che prescinda dalla residenza in Italia, ma che possa essere dimostrato attraverso altri elementi, come la conoscenza della cultura italiana, il possesso di un immobile in Italia o soggiorni frequenti, anche inferiori a un anno, nel territorio italiano;
•Il rafforzamento dei controlli per evitare il riconoscimento di cittadinanze fittizie;
•L’inasprimento delle sanzioni contro chi presenta documentazione falsa.
“Siamo di fronte a un provvedimento che mortifica i valori dell’italianità nel mondo e che rischia di spezzare i legami di milioni di discendenti di italiani con il proprio Paese d’origine”, conclude la nota ufficiale firmata a Trento. Ecco il testo:
“Decreto Legge n. 36 del 28 marzo 2025: «Disposizioni urgenti in materia di cittadinanza»: il rammarico, le perplessità e le richieste della Trentini nel mondo
L’Associazione Trentini nel mondo, con delibera del Consiglio direttivo riunito a Tren- to il 7 aprile 2025, esprime il suo rammarico e la sua perplessità sia per il contenuto del Decreto Legge n. 36 del 28 marzo 2025, che introduce nuove e stringenti restrizioni alla trasmissione della cittadinanza italiana per discendenza, in particolare per chi è nato all’e- stero da genitori italiani, sia per le modalità con cui è stato presentato. Il provvedimento, che modifica la legge 5 febbraio 1992, n. 91 limita la cittadinanza automatica alla seconda generazione e impone di dimostrare “legame effettivo” con la Repubblica Italiana.
Il provvedimento del Governo non si limita ad arginare le richieste di riconoscimento della cittadinanza Iure Sanguinis per quanti non ne hanno ancora fatto richiesta, ma osta- cola la trasmissione della cittadinanza italiana per chi nasce all’estero da genitori italiani. Si tratta di un provvedimento che la Trentini nel mondo ritiene non condivisibile perché presenta aspetti che suscitano dubbi sulla sua legittimità giuridica, perché disconosce il ruolo degli italiani all’estero, oltre ad apparire illogico. Così com’è stato formulato, rischia di creare danno più che beneficio all’Italia e agli Italiani.
Legittimità giuridica. La Costituzione italiana (articolo 77) prevede che i decreti di urgen- za siano consentiti solo in presenza di una reale e comprovata necessità, che nel caso spe- cifico non sembra sussistere. Il provvedimento limita, con esecutività immediata, un diritto fondamentale come quello della cittadinanza, introducendo ex novo principi giuridici qua- li il “legame effettivo” finora mai considerati nel nostro ordinamento sulla cittadinanza. Il provvedimento introduce una riforma senza precedenti dei principi fondamentali che hanno plasmato la cittadinanza italiana per generazioni. Sorprende ed irrita che sia stato emanato in anticipo rispetto alla seduta del 24 giugno prossimo della Corte Costituzionale, quando verrà esaminata la costituzionalità dell’articolo 1 della Legge 5 febbraio 1992, n° 91 («Nuove norme sulla cittadinanza»), che attribuisce la cittadinanza, Iure Sanguinis, ai figli di citta- dini residenti all’estero, senza che sia previsto alcun limite temporale o generazionale. Vale inoltre la pena ricordare che la Costituzione non prevede alcun obbligo di residenza per l’esercizio dei diritti, ma anzi stabilisce esplicitamente il diritto di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi (articolo 16) e riconosce la libertà di emigrazione (articolo 35).
Ruolo degli italiani all’estero. Il decreto non considera la lunga tradizione di rispetto e riconoscenza che l’Italia ha sempre mostrato nei confronti dei propri emigranti, che attra- verso le rimesse inviate dall’estero contribuirono al sostentamento dei familiari rimasti in patria. Il decreto disconosce la forza che la collettività degli Italiani all’estero rappresenta per il nostro Paese, per le relazioni politiche, culturali e commerciali. A titolo di esempio, gli stati di Santa Catarina e Paranà in Brasile, dove risiede una numerosa comunità di origine trentina, nel 2024 hanno importato prodotti Made in Italy per un valore di un miliardo di Euro.
Illogicità. Il decreto prevede inoltre che un cittadino italiano nato all’estero trasmetta la cittadinanza ai figli solo se ha vissuto almeno due anni in Italia prima della nascita dei figli. Per ottemperare a questo requisito un cittadino italiano nato all’estero dovrebbe rientrare per due anni in Italia e poi “riemigrare” prima della nascita dei figli. Ovvero o rientrare per due anni durante la minore età (con i genitori si suppone), oppure tornare temporanea- mente in Italia per due anni prima della nascita dei figli, vale a dire durante gli anni della formazione. Quanti possono permettersi di sostenere due anni di università in Italia? Sa- rebbe stato più logico abolire del tutto il principio dello Ius Sanguinis.
Quali benefici? La conseguenza più evidente del decreto sarà una significativa riduzione del numero degli Italiani residenti all’estero, con la progressiva cancellazione di tutti i di- scendenti di italiani nati all’estero e, in prospettiva, il definitivo allontanamento dall’Italia delle comunità di oriundi che in tutto il mondo promuovono e coltivano vincoli effettivi ed affettivi con il nostro Paese. I testi del decreto e dei disegni di legge del Governo, così come sono formulati, disconoscono e mortificano i valori dell’italianità nel mondo, dove milioni di nostri concittadini quotidianamente contribuiscono positivamente alla reputazione in- ternazionale del nostro Paese. Attraverso di loro l’Italia è un Paese conosciuto, rispettato e amato in tutti i continenti, lo stile di vita italiano è riconosciuto e apprezzato, i nostri pro- dotti sono considerati sinonimo di qualità e buon vivere. L’Associazione Trentini nel mon- do, attiva dal 1957, è testimone del legame identitario e culturale indissolubile che esiste tra il Paese di origine degli avi e quello di residenza dei loro discendenti, che si manifesta attraverso l’impegno di singoli e dei Circoli nell’allacciare, mantenere e ravvivare relazioni tra i luoghi di emigrazione e il Paese di origine.
Cosa si chiede. La Trentini nel mondo, sostiene la richiesta fatta da UNAIE (Unione Na- zionale Associazioni di Immigrazione ed Emigrazione) di avere un incontro con il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per un confronto sulle modifiche da apportare durante l’iter di approvazione del decreto da parte del Parlamento. In particola- re, si ritiene indispensabile prevedere che il diritto all’OTTENIMENTO AUTOMATICO del- la cittadinanza sia riconosciuto fino ai discendenti di terzo grado, senza il vincolo dell’essere nato in Italia e, per i discendenti oltre la terza generazione, che il RICONOSCIMENTO della cittadinanza italiana sia subordinato all’esistenza di un “legame effettivo” che prescinde dalla residenza (come ad esempio la conoscenza degli elementi di base della cultura italia- na, il possesso di un titolo di studio italiano ancorché conseguito all’estero, la proprietà di immobili e beni mobili in Italia, soggiornare frequentemente per periodi anche inferiori all’anno in Italia). Si chiede inoltre l’introduzione di maggiori controlli per evitare il ricono- scimento di cittadinanze fittizie e l’inasprimento delle sanzioni per coloro che presentano documentazioni non veritiere.
Trento, 7 aprile 2025″