Mozione di riprovazione firmata dai consiglieri critica duramente il Decreto-Legge n. 36, voluto dal ministro italiano Antonio Tajani
Il Consiglio Comunale di Santo André, nello Stato di San Paolo, è diventato questa settimana il primo organo legislativo del Brasile ad approvare ufficialmente una mozione di riprovazione contro il Decreto-Legge n. 36 del 28 marzo 2025, emanato dal governo italiano. Il provvedimento, voluto dal ministro Antonio Tajani e aprovado dal Consiglio dei Ministri, restringe drasticamente il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis (per discendenza), colpendo milioni di italo-discendenti in tutto il mondo – tra cui circa 30 milioni di brasiliani.
La mozione, presentata dal consigliere Dott. Marcos Pinchiari e sottoscritta da altri consiglieri comunali, evidenzia l’illegalità e immoralità del provvedimento, che viola il principio dell’irretroattività della legge, estendendo i suoi effetti a discendenti i cui antenati sono nati molto prima della pubblicazione del decreto. Secondo il testo approvato dal Consiglio, il decreto “manca di rispetto ai cittadini italiani all’estero” e ignora “la ricca eredità culturale e storica che unisce l’Italia e il Brasile”.
“È un affronto diretto all’identità di milioni di brasiliani di origine italiana. Il decreto disprezza i legami storici, culturali e familiari costruiti in più di un secolo”, ha dichiarato il consigliere Pinchiari durante la seduta plenaria del 1º aprile.
Il “decreto Tajani” stabilisce che, per avere diritto al riconoscimento della cittadinanza italiana, il discendente debba dimostrare che il proprio padre, madre o nonno/a sia nato/a in Italia o vi abbia vissuto per almeno due anni prima della nascita del richiedente. Oltre a essere più restrittiva, la norma colpisce anche coloro che hanno già procedimenti in corso, generando insicurezza giuridica.
La mozione approvata sarà inviata al Consolato Generale d’Italia a San Paolo, al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella e alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con la richiesta di revoca immediata del decreto e ripristino dei diritti dei cittadini italiani residenti all’estero.
L’iniziativa di Santo André ha già avuto eco tra i leader della comunità italo-brasiliana, che ora si mobilitano affinché altri consigli comunali e assemblee legislative in diversi Stati seguano l’esempio. Anche movimenti civici e associazioni di discendenti si stanno rafforzando, con petizioni popolari e campagne sui social media.
“L’Italia non può voltare le spalle ai suoi figli all’estero. Questa mozione è solo l’inizio. Speriamo che altre città seguano questo esempio”, ha concluso il consigliere.