Sebbene il ministro Antonio Tajani sia il presidente dell’organo, anche il CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero – è stato colto di sorpresa dal Decreto-Legge n. 36, del 28/03/2025, approvato questa mattina dal Consiglio dei Ministri del Governo Italiano, che ha introdotto modifiche senza precedenti nella normativa che regola la trasmissione della cittadinanza italiana per diritto di sangue.
Il provvedimento approvato, così come altre due proposte di legge, ha avuto origine dal successore di Silvio Berlusconi alla guida del partito politico Forza Italia – una delle colonne portanti del governo di Giorgia Meloni.
In un’intervista rilasciata questa sera, Walter Petruzziello – uno dei quattro consiglieri del Brasile presso il CGIE e membro del Consiglio di Presidenza dell’organo di rappresentanza degli italiani all’estero – ha dichiarato che nessuno era a conoscenza, in anticipo, dell’iniziativa del Ministro degli Affari Esteri. Tuttavia, il CGIE deve sempre essere preventivamente consultato su materie di questo genere, per obbligo di legge.
Petruzziello ha sottolineato che il decreto è stato accolto con sorpresa dalla comunità italiana all’estero. Ha evidenziato l’importanza di un dialogo più ampio tra il governo italiano e i rappresentanti degli italiani all’estero, al fine di discutere le implicazioni delle nuove misure e trovare soluzioni che tengano conto dei diritti e degli interessi dei discendenti di italiani nel mondo.
Secondo Petruzziello, la questione dovrà necessariamente passare dal Parlamento e, secondo le informazioni in suo possesso, anche alcuni membri della maggioranza sarebbero disposti a dissociarsi in caso di approvazione definitiva delle modifiche.
Walter si trovava già in Sardegna, intorno alla mezzanotte, prima di rientrare a Roma, dove da lunedì parteciperà a una riunione del Consiglio di Presidenza del CGIE. Nell’intervista, ha espresso sorpresa e preoccupazione per le recenti modifiche alla legislazione italiana relative al riconoscimento della cittadinanza per discendenza (ius sanguinis). Il Decreto-Legge n. 36, pubblicato il 28 marzo 2025, impone restrizioni significative al riconoscimento automatico della cittadinanza italiana per i discendenti nati e residenti all’estero. La misura mira a contenere la crescita esponenziale di nuovi cittadini legati solo formalmente all’Italia, oltre a salvaguardare la sicurezza nazionale e la stabilità amministrativa di consolati e tribunali italiani.
Il decreto stabilisce che non sarà più considerato cittadino italiano chi è nato all’estero e possiede un’altra cittadinanza, anche se discendente di italiani, a meno che non soddisfi determinati requisiti. Le eccezioni includono:
•aver presentato domanda di riconoscimento della cittadinanza presso un consolato o un comune entro le ore 23:59 (ora di Roma) del 27 marzo 2025;
•aver avviato un’azione giudiziaria entro la stessa data e ora;
•avere un genitore o adottante cittadino italiano nato in Italia;
•avere un genitore o adottante cittadino italiano che abbia risieduto in Italia per almeno due anni consecutivi prima della nascita o adozione del richiedente;
•avere un nonno o una nonna italiano/a (ascendente di primo grado dei genitori) nato/a in Italia.
Il decreto entra in vigore il 29 marzo 2025 e prevede che i procedimenti giudiziari e amministrativi avviati entro la fine del 27 marzo rimangano soggetti alla normativa precedente. Tuttavia, le nuove domande saranno soggette alle nuove disposizioni.
Inoltre, il testo modifica il Decreto Legislativo n. 150/2011, vietando il giuramento e la prova testimoniale nei procedimenti per il riconoscimento della cittadinanza. Il richiedente dovrà dimostrare, tramite documentazione oggettiva, di non rientrare nelle cause legali di mancata acquisizione o di perdita della cittadinanza.
L’obiettivo dichiarato dal governo è contenere un “afflusso eccezionale e incontrollato” di domande di riconoscimento della cittadinanza, che starebbe compromettendo il funzionamento di consolati, comuni e tribunali italiani. Il governo afferma che è in corso una riforma più ampia in materia di cittadinanza, ma che, data l’urgenza, è stato necessario adottare immediatamente questa misura.
La decisione è stata firmata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dai Ministri degli Affari Esteri, dell’Interno, della Giustizia e dell’Economia. Nei prossimi giorni sono attese le reazioni delle organizzazioni della diaspora italiana e degli operatori giuridici. Il decreto dovrà ancora essere convertito in legge dal Parlamento italiano entro 60 giorni, potendo essere confermato, modificato o abrogato.
Nel frattempo, migliaia di discendenti in tutto il mondo – in particolare in America Latina, dove vive una numerosa comunità di origine italiana – cercano orientamento per capire come la nuova normativa influenzi i loro diritti alla cittadinanza.