In una manifestazione congiunta senza precedenti, i presidenti dei sette Comitati degli Italiani all’Estero – Comiutes del Brasile e i quattro consiglieri brasiliani del CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero hanno firmato una nota ufficiale di protesta contro il Decreto-Legge n. 36 del 27 marzo 2025, approvato dal governo italiano, che restringe il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis.
Il documento, che chiede il ritiro immediato del Decreto-Legge, è stato protocollato questa mattina dall’avvocato Frederico Tojal Cianni, presidente dell’Intercomites Brasile, presso l’Ambasciata d’Italia in Brasile, a Brasilia.
Il decreto, sostenuto dal Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, limita la trasmissione automatica della cittadinanza ai discendenti di italiani nati in Italia, escludendo le generazioni nate all’estero, salvo in casi eccezionali che combinano residenza, nascita sul suolo italiano e altri criteri. La misura ha suscitato una reazione immediata tra le comunità italiane in America Latina – una delle regioni con la più alta concentrazione di italo-discendenti al mondo.
Secondo la nota, il decreto rappresenta “una violazione del principio di uguaglianza tra i cittadini, sancito dall’articolo 3 della Costituzione Italiana”, stabilendo, per la prima volta nella storia repubblicana, due categorie di cittadini italiani per discendenza: quelli che possono trasmettere la cittadinanza – e quelli che non possono.
Oltre alla critica giuridica, i firmatari evidenziano anche l’impatto simbolico e sociale della misura. “La norma lede diritti legittimamente acquisiti, infrange aspettative giuridiche consolidate e offende il senso di giustizia di milioni di discendenti di italiani nel mondo, in particolare in America Latina”, afferma il testo. Invece di rafforzare i legami culturali, il decreto – secondo i rappresentanti – esclude proprio coloro che da generazioni mantengono viva l’italianità in contesti spesso difficili.
I rappresentanti brasiliani denunciano inoltre che il decreto non prevede alternative per il ‘recupero’ della cittadinanza – come, ad esempio, la certificazione della conoscenza della lingua italiana – e che privilegia il criterio territoriale (locus nascendi), rompendo con la tradizione italiana di cittadinanza fondata sull’appartenenza familiare e culturale.
Appello fermo al governo: ritirare il decreto prima della sua conversione in legge – In modo chiaro e deciso, i Com.It.Es e i consiglieri del CGIE chiedono al governo Meloni di ritirare il Decreto-Legge prima della sua conversione in legge – processo che dovrebbe avvenire entro 60 giorni dalla pubblicazione. Come alternativa, propongono che il tema venga discusso in modo trasparente, democratico e con la partecipazione delle comunità italiane all’estero, attraverso un disegno di legge che coinvolga i parlamentari eletti all’estero e gli organi di rappresentanza delle diaspore.
“La cittadinanza italiana non è solo uno status giuridico: è una realtà viva, radicata nella storia, nei sacrifici e nei legami familiari”, ricorda la nota. “Difenderla significa anche tutelare la dignità di milioni di cittadini che, pur essendo nati fuori dall’Italia, non hanno mai smesso di sentirsi italiani.”
L’iniziativa è stata firmata dai presidenti dei sette Comites del Brasile (SP, RS, PR/SC, MG, DF, RJ/ES e Nordeste) e dai consiglieri Daniel Taddone, Silvia Alciati, Stephania Puton e Walter Petruzziello – tutti membri eletti per rappresentare le comunità brasiliane all’interno del massimo organo consultivo del governo italiano sugli italiani all’estero.
La posizione ferma e unitaria dei rappresentanti brasiliani rafforza la mobilitazione internazionale contro il decreto, in un momento decisivo in cui il Parlamento italiano potrà rivedere o consolidare una delle misure più controverse degli ultimi decenni in materia di cittadinanza per discendenza. Il testo è stato redatto in lingua italiana e viene riportato integralmente qui di seguito.
COMITATO DEI PRESIDENTI – INTERCOMITES 2025
NOTA DI RIPUDIO AL DECRETO-LEGGE N. 36/2025
I sottoscritti, membri eletti dei Com.It.Es, dell’InterCom.It.Es e Consiglieri del CGIE in Brasile, intendono esprimere attraverso la presente nota il proprio profondo dissenso nei confronti del Decreto-legge n. 36 del 27 marzo 2025, che modifica in modo improvviso e, a nostro giudizio, incostituzionale i criteri per il riconoscimento della cittadinanza italiana per discendenza (iure sanguinis).
Il provvedimento introdotto dal Governo crea, per la prima volta nella storia repubblicana italiana, due categorie di cittadini italiani per discendenza: da un lato, coloro che sono nati in Italia o che sono figli o nipoti di italiani nati in Italia, i quali mantengono il pieno diritto di trasmettere la cittadinanza; dall’altro, i cittadini italiani nati all’estero, che diventano “sterili” nella trasmissione della cittadinanza ai propri figli, salvo che soddisfino requisiti che mescolano ius sanguinis, ius soli e residenza nel territorio italiano.
Questa distinzione rappresenta, a nostro avviso, una violazione del principio di uguaglianza tra i cittadini, sancito dall’articolo 3 della Costituzione italiana. Nessun altro Paese dell’Unione Europea adotta un sistema giuridico che impedisca ai propri cittadini, per il solo fatto di essere nati all’estero, di trasmettere la cittadinanza ai figli. Negli ordinamenti comparati, il legame con la comunità nazionale può essere valutato sulla base di atti volontari, esercizio dei diritti o altri criteri oggettivi, ma mai con una discriminazione diretta in base al luogo di nascita.
La gravità del testo è aggravata dal fatto che non prevede alcun meccanismo di recupero della cittadinanza italiana tramite la certificazione della conoscenza della lingua italiana, una misura che sarebbe logica e coerente con l’obiettivo di rafforzare i legami culturali con l’Italia. Al contrario, il decreto rafforza unicamente il criterio territoriale (locus nascendi), allontanandosi completamente dalla tradizione italiana che ha sempre concepito la cittadinanza come espressione di appartenenza culturale e continuità familiare. Si perde così un’opportunità preziosa per valorizzare le scuole, gli istituti e i centri di cultura italiana nel mondo, strumenti fondamentali del soft power italiano a livello globale.
La norma, così com’è formulata, lede diritti legittimamente acquisiti, rompe aspettative giuridiche consolidate e offende il senso di giustizia di milioni di discendenti italiani nel mondo, in particolare in America Latina, dove risiedono le comunità italo-discendenti più numerose. Invece di favorire un legame culturale e affettivo con l’Italia, il Decreto- legge finisce per escludere proprio coloro che da generazioni preservano l’italianità in contesti spesso difficili.
Pur comprendendo la necessità di riforme per contrastare abusi e distorsioni, queste riforme devono essere discusse in modo equilibrato, trasparente e democratico, e non imposte in via emergenziale.
Pertanto, invitiamo il Governo della Repubblica Italiana a:
1. Modificare immediatamente il contenuto del Decreto-legge, correggendo le sue più gravi distorsioni, in particolare la limitazione alla trasmissione della cittadinanza ai figli dei cittadini nati all’estero;
2. Ritirare il Decreto-legge, prima della sua conversione in legge, e affidare la riforma della cittadinanza a un dibattito parlamentare aperto e democratico, attraverso un Disegno di Legge condiviso con i parlamentari eletti all’estero, il CGIE e i rappresentanti delle comunità italiane nel mondo.
La cittadinanza italiana non è solo uno status giuridico: è una realtà viva, radicata nella storia, nei sacrifici e nei legami familiari. Difenderla significa anche tutelare la dignità di milioni di cittadini che, pur nati fuori dall’Italia, non hanno mai smesso di sentirsi italiani.
Firmano i presidenti dei COMITATI:
ALBERTO MAYER – Com.It.Es SP CRISTINA MIORANZA – Com.It.Es RS
EDUARDO CECHINEL BONETTI – Com.It.Es PR/SC FABIO FASOLI – Com.It.Es MG
FREDERICO TOJAL CIANNI – Com.It.Es DF JOBSON BASTOS CARAFFA – Com.It.Es RJ/ES
MARIA CAROLINA RUSSO – Com.It.Es Nordeste
Firmano i consiglieri CGIE:
DANIEL TADDONE
SILVIA ALCIATI
STEPHANIA PUTON
WALTER PETRUZZIELLO
Il Presidente InterCom.It.Es Brasile
Frederico Tojal Cianni”