Deputato di Santa Catarina invita la comunità italo-brasiliana a fare pressione sul Parlamento italiano contro il decreto che limita la cittadinanza

“Più che mai, i trentini e i veneti colpiti nel cuore devono mobilitarsi con fermezza.” Con questa frase, il deputato statale Vicente Caropreso ha lanciato ieri un appello diretto alla comunità italo-brasiliana durante un’intervista concessa alla Rivista Insieme, davanti alla delusione provocata dal “Decreto Tajani”, approvato dal Consiglio dei Ministri italiano, che limita severamente la trasmissione della cittadinanza italiana per discendenza.

Il provvedimento — che esclude dal diritto alla cittadinanza i discendenti oltre la seconda generazione — è stato accolto come un colpo all’identità culturale degli italo-brasiliani, soprattutto in stati come Santa Catarina, dove la presenza italiana è marcata, viva e rappresenta una delle percentuali più alte tra tutti gli stati brasiliani. “È stato un amaro regalo di compleanno, proprio nell’anno in cui celebriamo i 150 anni dell’immigrazione italiana”, ha criticato il deputato.

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Caropreso, presidente del Fronte Parlamentare Italia-Brasile nell’Assemblea Legislativa di Santa Catarina, ha sottolineato che il momento richiede organizzazione e articolazione politica. “Nel Parlamento catarinense, le cose spesso si muovono con la pressione. Anche a Roma deve essere così. Non con clamore, ma con fermezza e chiarezza nella comunicazione con il governo italiano”, ha difeso.

Durante l’intervista, il deputato ha menzionato contatti con parlamentari italiani contrari alla proposta, anche all’interno dello stesso partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Ci sono divisioni interne. La partita non è chiusa. Abbiamo 60 giorni per agire”, ha affermato. Ha inoltre sottolineato che ci sono brasiliani che aspettano da oltre un decennio l’analisi delle loro richieste di cittadinanza, e che ora rischiano di essere semplicemente scartati.

Oltre all’appello politico, Caropreso ha indicato che il decreto non considera la profondità dei legami culturali mantenuti in Brasile. “Abbiamo pianto vedendo i vecchi dialetti stampati nei libri, abbiamo riprodotto cappelle alpine e rieditato opere come Vincere o Morire di Renzo Grosselli. Questo non è nostalgia, è patrimonio vivo”, ha dichiarato, riferendosi alla forte conservazione della cultura italiana nelle città del sud del paese.

Sotto il coordinamento del parlamentare, è in fase di organizzazione una sessione solenne il 4 giugno presso l’Assemblea Legislativa di Santa Catarina, con la partecipazione di rappresentanti della comunità, consoli, ambasciatori e autorità parlamentari per commemorare i 150 anni della Grande Immigrazione Italiana nello Stato. Caropreso ha ammesso che potrebbero verificarsi anche proteste contro la decisione guidata dal ministro Tajani.

“Non vogliamo rinunciare all’Italia”, ha concluso il deputato con emozione. “Ma non possiamo nemmeno accettare che ci voltino le spalle. La cittadinanza è un legame di identità, e la nostra voce deve essere ascoltata nel Parlamento italiano.”

Prima della sua intervista a Insieme, il parlamentare si era già pronunciato sull’argomento, diffondendo una nota intitolata “Un colpo alla cittadinanza: il governo italiano limita i diritti dei discendenti italo-brasiliani”, che si riporta integralmente di seguito:


“In un drastico e inaspettato cambiamento di posizione, il governo italiano, per mezzo del suo vice-presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, ha emanato un decreto che impone severe restrizioni alla concessione della cittadinanza italiana ai discendenti italo-brasiliani. La nuova misura smantella il tradizionale principio dello ius sanguinis (diritto di sangue), che dal 1861 assicurava il riconoscimento della cittadinanza italiana a qualsiasi discendente che comprovasse la propria discendenza italiana.

La nuova regola limita il diritto solo a figli e nipoti di italiani, eliminando la possibilità di riconoscimento per coloro che, da anni, sono in attesa nella fila della burocrazia italiana. Inoltre, trasferisce l’analisi delle domande dai consolati e comuni italiani a un nuovo consiglio speciale da istituirsi all’interno del Ministero degli Affari Esteri stesso, aumentando l’opacità e l’insicurezza del processo.

Il decreto è stato imposto senza dibattito previo con il Parlamento italiano e senza alcun dialogo con la comunità italiana all’estero, che ora si trova disarmata di fronte a una decisione unilaterale e arbitraria. Il governo ha 60 giorni per convertire la misura in legge in Parlamento, ma, data la composizione parlamentare, l’approvazione sembra solo una questione di tempo.

La transizione verso le nuove regole sarà graduale, con implementazione prevista a partire dal 2026. Tuttavia, solo coloro che hanno presentato richieste amministrative o giudiziarie entro il 28 marzo 2025 avranno i propri diritti preservati. Per gli altri, resta l’incertezza e il rischio di vedere i propri legami storici e culturali con l’Italia ignorati da un criterio politico ed esclusivo.

La misura segue un movimento globale di irrigidimento delle regole di naturalizzazione, simile alle recenti politiche degli Stati Uniti, che hanno reso più difficili i processi di cittadinanza. La decisione del governo italiano ha provocato indignazione tra i parlamentari e la comunità italo-brasiliana, che vedono in questa azione un attacco diretto all’eredità dell’immigrazione italiana e ai diritti di coloro che mantengono vivi i legami culturali e familiari con l’Italia.

Attualmente, più di 60.000 brasiliani sono in attesa del riconoscimento della cittadinanza italiana. Il deputato Fabio Porta, eletto con i voti dei cittadini dell’America del Sud, ha espresso perplessità per la misura e ha già avviato mobilitazioni contro la nuova normativa.

Di fronte a questo scenario allarmante, è urgente che i discendenti italiani si mobilitino per interrogare e fare pressione sul governo italiano. La cittadinanza italiana è sempre stata un diritto basato sull’ascendenza e sulla preservazione dell’identità culturale. Negarla arbitrariamente è un inaccettabile passo indietro.”**

Deputato Dr. Vicente Caropreso

Presidente del Fronte Parlamentare Santa Catarina-Italia dell’Assemblea Legislativa di Santa Catarina (ALESC)

Coordinatore del Gruppo 150 Anni della Grande Immigrazione Italiana in Santa Catarina