Dall’ospedale, il giurista denuncia “dolore morale” per l’approvazione del Decreto Tajani e confida nella Corte Costituzionale

Fanganiello critica duramente il governo Meloni e lancia l’allarme: i discendenti stanno diventando stranieri nella terra dei loro antenati

Anche ricoverato dopo un intervento all’anca, il giurista italo-brasiliano Walter Fanganiello Maierovitch ha seguito, tra il dolore fisico della convalescenza e il disincanto politico, l’approvazione del Decreto-Legge n. 36 del 28 marzo 2025 — il cosiddetto “Decreto Tajani” — da parte della Camera dei Deputati italiana. Il provvedimento, che impone nuove restrizioni al riconoscimento della cittadinanza italiana per discendenza, è stato definito dal magistrato in pensione “disumano e sconvolgente”.

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In una dichiarazione inviata al collettivo Italianidade Viva, di cui è fondatore e riferimento etico, Maierovitch non ha nascosto la sua frustrazione per l’esito del voto: “Qui, e con molta delusione, ho seguito — tra il dolore fisico dell’intervento e il dolore morale di una delusione di matrice italiana — l’approvazione, con emendamenti, del decreto disumano e sconvolgente del governo della premier Giorgia Meloni”.

Secondo lui, la nuova normativa rappresenta una esclusione storica: “Gli italo-brasiliani, nella loro maggioranza e per iniziativa del governo Meloni e dei suoi alleati, diventeranno stranieri nella terra dei loro antenati. Lo stesso accadrà agli italo-argentini, canadesi, statunitensi, ecc.”

Maierovitch rafforza la sua speranza che la Corte Costituzionale italiana annulli quella che considera una palese ingiustizia. “Attendiamo la decisione della Corte Costituzionale”, ha dichiarato, confidando nel sistema giuridico italiano come baluardo contro gli abusi legislativi. Diversi tribunali si sono già pronunciati contro la retroattività della misura, ritenuta da molti incostituzionale.

Il duro intervento del magistrato è accompagnato da un appello alla memoria storica. Ricordando che la Lega fu un partito separatista e che Fratelli d’Italia mantiene, a suo avviso, un profilo “filo-fascista”, Maierovitch accusa direttamente l’attuale coalizione di governo. “La vergogna è arrivata con Meloni e il suo Fratelli d’Italia. Anche con Forza Italia, del ministro Antonio Tajani, e con la Lega Nord, guidata da Matteo Salvini.”

Pur lontano dalla politica istituzionale — e chiarendo che non intende candidarsi a nessuna carica pubblica — il fondatore e presidente dell’Istituto Giovanni Falcone ribadisce il proprio impegno nella causa dell’italianità. “Sono un magistrato in pensione, in prima linea per l’italianità, come volontario e non come candidato a nulla.”

Fanganiello è stato l’ideatore della prima protesta pubblica in Brasile contro il Decreto Tajani, realizzata nel marzo di quest’anno in Piazza Città di Milano, a San Paolo, con il sostegno della Rivista Insieme. Ha anche partecipato all’organizzazione dell’evento svoltosi presso il Collegio Dante Alighieri, riaffermando lo spirito di mobilitazione ereditato dalla cultura civica italiana. “Abbiamo mantenuto la tradizione italiana della protesta in piazza. Siamo stati presenti su quasi tutti i media e in prima linea per l’italianità.”

Per lui, il movimento avviato dai discendenti non sarà dimenticato, anche se oggi attraversa una fase di incertezza. “Abbiamo combattuto il buon combattimento”, ha scritto, citando San Paolo, in riferimento alla dignità della lotta condotta finora.

Anche se il futuro del collettivo Italianidade Viva è oggetto di discussione tra i suoi membri, ciò che resta saldo nelle parole di Maierovitch è l’indignazione per la decisione parlamentare e la fiducia nella giustizia. “Non lasciamoci più ingannare dalla premier e dai suoi alleati”, ha ammonito.