In tempi di Decreto Tajani, la stampa italiana torna a parlare di “cittadinanze facili ai brasiliani” nel caso Lauriano

In un momento di restrizioni senza precedenti nella trasmissione della cittadinanza italiana per diritto di sangue, il riconoscimento della cittadinanza in presenza in Italia — attualmente sospeso — continua a generare notizie nella stampa italiana. Ieri (17/04), il quotidiano “La Voce del Canavese”, con sede a Chivasso, Torino, è tornato a parlare del caso Lauriano, che coinvolge 68 “cittadinanze facili ai brasiliani”, definite dal giornale come “illegali”.

“Colpo di scena: il processo trasferito da Ivrea a Siena”, titola l’articolo firmato da Emiliano Rozzino. Dopo un lungo iter processuale, il collegio del Tribunale di Siena ha accolto l’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dalla difesa e ha trasferito gli atti al tribunale senese. Qui di seguito riportiamo il testo dell’articolo pubblicato dal giornale:

PATROCINANDO SUA LEITURA

“Colpo di scena nel processo per le 68 cittadinanze illegali rilasciate dal Comune di Lauriano ad altrettanti cittadini brasiliani nel periodo tra il 2018 ed il 2019.

Nell’udienza fissata per questa mattina, giovedì 17 aprile 2025, il Collegio presieduto dalla giudice  Stefania Cugge  (giudici a latere  Magda D’Amelio  e  Antonella Pelliccia) ha accolto l’eccezione di competenza territoriale sollevata dalle difese degli imputati ed  ha dichiarato la propria incompetenza territoriale, inviando tutti gli atti al Tribunale di Siena.

Sarà dunque il collegio senese, d’ora in poi, ad occuparsi del caso.

Sul banco degli imputati ci sono  Rotunno Val De Sousa Gabriela, nata il 21/09/1988 in Brasile, residente legalmente a Palermo, difesa dall’avv.  Salvatore Pino  (Foro di Milano),  Simoes Rotunno Silvia, nata il 14/10/1964 a Porto Alegre, Brasile, residente a Sandigliano, difesa dall’avv.  Federico Cecconi  (Foro di Milano),  Pastrone Ileana, nata il 09/06/1989 ad Asti, residente a Sommariva Perno, difesa dall’avv.  Fabrizio Brignolo  (Foro di Asti),  Anselmino Barbara, nata il 05/10/1971 a Chivasso, residente a Lauriano, difesa dall’avv.  Alberto Avidano  (Foro di Asti),  Matilde Casa  , nata il 10/07/1963 a Chivasso, residente a Lauriano, difesa dall’avv.  Mauro Carena  (Foro di Torino),  Marcucci Giuseppe, nato il 03/10/1965 a Torino, residente a Lauriano, difeso dall’avv.  Alberto Avidano  (Foro di Asti),  Detti Niva, nata il 14/01/1950 a Manciano (GR), dove risiede, difesa dall’avv.  Massimo Bersano  (Foro di Torino) e dall’avv.  Rossella Loverre  (Foro di Torino),  Petrioli Marco, nato il 28/06/1967 a Siena, residente ad Asciano (SI), difeso dall’avv.  Antonio Scullo  e dall’avv.  Luca Perinti  (Foro di Siena).

Sono accusati, a vario titolo ed in concorso, di aver falsificato documenti e attestazioni riguardanti il riconoscimento della cittadinanza italiana  jure sanguinis  per soggetti di nazionalità brasiliana, agendo in concorso tra loro (articoli 476 e 479 del codice penale).

Era stato prosciolto, invece,  Mauro Franchini,  nato il 08/07/1951 a Fiorano Modenese (MO), residente a Manciano (GR), difeso dall’avv.  Massimo Bersano  (Foro di Torino), compagno di Nilva Detti ed ex titolari del B&B laurianese dove i brasiliani risiedevano.

In fase di udienza preliminare era stata accolta la richiesta di patteggiamento di  Stefano Bardelli, nato il 02/12/1949 a Siena, difeso dall’avv.  Tommaso Servetto  (Foro di Torino), a due anni e sei mesi di carcere.

Nel procedimento sono state identificate come persone offese  il  Comune di Lauriano  e la  Prefettura di Torino.

Le contestazioni – Per la Procura  Anselmino Barbara,  Marcucci Giuseppe  e  Casa Matilde, in qualità di pubblici ufficiali del Comune di Lauriano, con Anselmino responsabile dell’Ufficio Anagrafe, Marcucci dipendente comunale addetto allo stesso Ufficio Anagrafe, e Casa Matilde sindaco all’epoca dei fatti, avrebbero falsamente attestato la sussistenza dei requisiti per ottenere la cittadinanza italiana  jure sanguinis  per i soggetti coinvolti:  Anselmino Barbara  avrebbe firmato i certificati di riconoscimento della cittadinanza,  Marcucci Giuseppe  avrebbe collaborato nell’elaborazione dei documenti falsificati e  Casa Matilde  avrebbe sottoscritto tutti i certificati di cittadinanza.

Per la pm  Valentina Bossi, che ha coordinato l’inchiesta,  Bardelli Stefano,  Simoes Rotunno Silvia  e  Rotunno Val de Sousa Gabriela, agendo come intermediari e soggetti esterni all’amministrazione comunale di Lauriano, avrebbero fornito supporto organizzativo per facilitare le pratiche di riconoscimento della cittadinanza italiana  jure sanguinis:  avrebbero organizzato il trasferimento e la permanenza temporanea in Italia dei cittadini brasiliani richiedenti la cittadinanza e attestato falsamente la loro residenza in Italia, senza che gli stessi fossero effettivamente domiciliati nei luoghi indicati.

Detti Niva, titolare all’epoca di un  B&B a  Lauriano, avrebbe fornito alloggio temporaneo ai cittadini brasiliani coinvolti nel processo di riconoscimento della cittadinanza italiana: la donna  avrebbe falsamente dichiarato la residenza dei richiedenti presso la propria struttura, nonostante i soggetti risiedessero altrove o fossero già rientrati in Brasile.

Il modus operandi ricostruito dalla Procura era il seguente: i brasiliani attraverso la società Rotunno – Immigration Solutions & Business si erano rivolti al Comune di Lauriano e, in tre casi ad Asciano, per ottenere la cittadinanza italiana. Hanno soggiornato per qualche giorno al B&B laurianese. Secondo la Procura, i dipendenti del Comune oggetto d’indagine avrebbero  omesso di fare i controlli per verificare l’effettiva residenza e se avessero i requisiti dello jus sanguinis, cittadinanze che sono poi state firmate  dalla sindaca Matilde Casa.

Alla società Rotunno – Immigration Solutions & Business,    per diventare cittadini italiani, i brasiliani pagavano tra i mille e 500 e 10 mila euro  per sbrigare le pratiche.

Nell’inchiesta si sostiene che la responsabile dell’anagrafe, Anselmino, come pubblico ufficiale preposto alle trattazioni delle pratiche, avesse ottenuto da parte dei soci dell’agenzia di intermediazione borse,  una catenina d’oro ed altri regali.  E a Natale 2018, gli intermediari  avrebbero regalato all’allora sindaca, Casa, una stampante per la biblioteca.  Attraverso il suo legale,  l’ex sindaca del paese ha sempre sostenuto la propria innocenza.

Sullo sfondo di questo processo resta da definire  la posizione dei 68 brasiliani che hanno ottenuto la cittadinanza con questo modus operandi. Tra questi – e all’epoca dell’inchiesta aveva fatto notizia – il calciatore dell’Arsenal  Gabriel Martinelli, minorenne quando presentò richiesta per la cittadinanza, insieme al padre  Joao Carlos,  il compositore brasiliano,  Diego Josè Ferrero, il campione della nazionale verdeoro di pallamano,  Josè Guilherme De Toledo.

Non è escluso che le loro posizioni possano essere stralciate  per le difficoltà a notificare gli atti dell’indagine. Nessuno, pare, è rimasto in Italia.