Durante il seminario sulla cittadinanza italiana tenutosi a Firenze (14/03), l’avvocata Monica Restanio, presidente dell’Associazione Avvocati Uniti per la Cittadinanza Italiana (AUCI), ha pronunciato un discorso incisivo, denunciando la campagna mediatica e politica contro gli italo-discendenti. Restanio ha evidenziato la crescente ostilità nei confronti dei cittadini di origine italiana nati all’estero e ha attribuito questo fenomeno a una strategia deliberata di disinformazione, orchestrata da potenti gruppi politici ed economici, con la complicità di quello che lei ha definito lo “Stato Profondo” italiano.
“Nel corso dell’ultimo anno, abbiamo assistito a un’escalation senza precedenti nel modo in cui i media ritraggono gli italo-discendenti, promuovendo una narrazione diffamatoria e tendenziosa per giustificare la fine del riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis”, ha dichiarato Restanio. Il convegno è stato trasmesso in diretta dalla Revista Insieme
Secondo l’avvocata, questa offensiva non è un episodio isolato, ma parte di una struttura di potere operante nei meandri dello Stato, composta da burocrati di alto livello e settori strategici, che mantengono il controllo delle istituzioni, indipendentemente dai cambiamenti politici.
Una campagna di delegittimazione istituzionalizzata – Restanio ha sottolineato che questa campagna sistematica ha raggiunto un punto critico nell’aprile dello scorso anno, quando un congresso organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza di Padova ha formalizzato il discorso anti-italo-discendente, conferendo una presunta legittimità giuridica ad attacchi fino ad allora solo politici o mediatici.
Da quel momento in poi, i discendenti di italiani hanno iniziato a essere dipinti come truffatori o opportunisti dai principali mezzi di comunicazione, senza alcuna possibilità di difesa.
“Siamo stati bersaglio di un attacco coordinato in cui i media ci colpiscono senza contraddittorio, senza concederci il diritto di replica. L’italo-discendente è stato trasformato nel capro espiatorio perfetto per chi vuole riscrivere la legge sulla cittadinanza e cancellare un diritto storicamente consolidato”, ha denunciato.
Secondo Restanio, questo processo non è stato casuale, ma frutto di precise manovre dello “Stato Profondo”, che da decenni detiene il controllo dell’amministrazione pubblica e dei tribunali, influenzando direttamente le politiche migratorie italiane.
“Non è una coincidenza che molti degli attacchi agli italo-discendenti provengano da settori della magistratura e dell’alta burocrazia statale. Si tratta di individui che non sono stati eletti, ma che detengono abbastanza potere per plasmare le leggi e bloccare qualsiasi iniziativa favorevole ai cittadini di origine italiana nati all’estero”, ha affermato.
La burocrazia come strumento di esclusione – L’avvocata ha poi evidenziato come questa struttura di potere invisibile non si limiti alla retorica politica o mediatica, ma si manifesti concretamente nell’ostruzionismo burocratico, che di fatto impedisce agli italo-discendenti di esercitare il loro diritto alla cittadinanza.
Ha citato il drammatico allungamento dei tempi di attesa nei processi amministrativi, l’imposizione arbitraria di nuovi requisiti da parte dei consolati, e l’introduzione di tasse abusive, tutti strumenti utilizzati per rendere sempre più difficile l’accesso al riconoscimento della cittadinanza.
“I consolati hanno adottato una politica di ostruzionismo, con tempi di attesa che possono superare i 10 o 12 anni solo per poter presentare la richiesta di riconoscimento. Nel frattempo, i tribunali hanno iniziato a interpretare la legge in modo sempre più restrittivo, introducendo nuovi ostacoli che non sono mai esistiti nel nostro ordinamento giuridico”, ha spiegato.
Restanio ha anche criticato il tentativo sempre più evidente di trasformare gli italo-discendenti in stranieri agli occhi della legge, una strategia che ignora la realtà storica e i principi fondamentali della cittadinanza italiana.
“L’obiettivo finale di questa strategia è delegittimare la nostra esistenza come cittadini. Vogliono farci credere che siamo estranei all’Italia, quando in realtà siamo parte indissolubile della sua storia e della sua identità”, ha dichiarato.
La battaglia per il riconoscimento e il ruolo della giustizia – Nonostante lo scenario preoccupante, l’avvocata ha espresso fiducia nel ruolo della magistratura, che potrebbe ancora rappresentare un argine contro questa offensiva istituzionalizzata.
Ha citato sentenze storiche della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale, che hanno ribadito il diritto dei discendenti alla cittadinanza, e ha manifestato speranza che i magistrati non cedano alle pressioni politiche e mediatiche.
“Crediamo che la Corte di Cassazione e la Corte Costituzionale continueranno a svolgere il loro ruolo di garanti della legalità e dei diritti fondamentali. La cittadinanza italiana iure sanguinis non è un privilegio, ma un diritto che l’Italia ha storicamente riconosciuto ai suoi figli, ovunque siano nati”, ha sottolineato.
Mobilitazione contro l’esclusione: una battaglia identitari – Infine, Restanio ha ribadito che la mobilitazione degli italo-discendenti e dei loro sostenitori sarà essenziale per contrastare questa strategia di esclusione.
“Non possiamo permettere che un diritto legittimo venga eroso dalla manipolazione politica e dal silenzio istituzionale. La nostra lotta non è solo per la cittadinanza, ma per il riconoscimento della nostra identità e della nostra storia”, ha concluso, ricevendo un forte applauso dal pubblico presente.