C’è un manifesto online. Il presidente, deputato Guilherme Pasin, denuncia il decreto come incostituzionale e lancia una petizione in difesa dei diritti degli italo-discendenti
La mobilitazione italo-brasiliana contro il Decreto-Legge n. 36/2025, noto come “Decreto Tajani”, riceve il sostegno del deputato statale Guilherme Pasin (Progressistas), ex sindaco di Bento Gonçalves e attuale presidente del Fronte Parlamentare Brasile–Italia presso l’Assemblea Legislativa dello Stato del Rio Grande do Sul. Già lunedì (01/03) ha manifestato pubblicamente la sua opposizione alle modifiche delle norme per il riconoscimento della cittadinanza italiana.
Dalla sua pubblicazione il 28 marzo, il decreto ha suscitato una forte reazione da parte di autorità, associazioni, giuristi e discendenti di italiani in tutto il Brasile. Nella sua dichiarazione, Pasin ha definito la misura una “mancanza di rispetto” alla storia di milioni di italo-brasiliani, evidenziando in particolare i più di quattro milioni di discendenti che vivono nel Rio Grande do Sul — circa il 40% della popolazione dello Stato.
Secondo il deputato, il nuovo testo riduce il diritto alla cittadinanza iure sanguinis ai soli figli e nipoti di cittadini italiani nati in Italia, danneggiando direttamente circa 100.000 gaúchos che attualmente attendono la conclusione delle proprie pratiche. “La cittadinanza italiana va oltre un semplice documento; rappresenta un legame profondo con la nostra ancestralità”, ha dichiarato.
Pasin considera inoltre il decreto incostituzionale e afferma che il suo staff sta già valutando alternative giuridiche e politiche per impedire che la misura venga approvata. Come risposta concreta alla minaccia rappresentata dal Decreto-Legge 36/2025, il Fronte Parlamentare Brasile–Italia ha lanciato una petizione online, con l’obiettivo di raccogliere il sostegno popolare e istituzionale alla causa. Il documento può essere firmato da qualsiasi cittadino interessato a difendere i diritti dei discendenti di italiani in Brasile, in particolare nel Rio Grande do Sul. Il modulo è disponibile qui.
Mobilitazione su scala nazionale – La manifestazione del deputato si aggiunge a una serie di proteste già registrate nel Paese, come quella del sindaco di Siderópolis (SC), Franqui Salvaro, e dell’Associazione degli Amici di Val di Zoldo, oltre a mobilitazioni in città guidate, ad esempio, dal sindaco di Pedras Grandes, Agnaldo Filipe, che coinvolgono praticamente la totalità dei comuni del sud di Santa Catarina. La mobilitazione si estende anche a consigli comunali, associazioni e federazioni italo-brasiliane, che denunciano la misura come escludente, arbitraria e lesiva del principio dello ius sanguinis.
Mentre il disegno di legge di conversione del decreto è in discussione al Senato della Repubblica Italiana (DDL n. 1432), cresce in Brasile l’articolazione politica e comunitaria affinché le voci della diaspora siano ascoltate a Roma.
“Non sarà questo decreto a impedirci di essere italiani”, si legge nella conclusione del manifesto del Fronte Parlamentare.