Il governo italiano sta discutendo la bozza di un disegno di legge che potrebbe trasformare in modo significativo le procedure di riconoscimento della cittadinanza italiana per discendenza (iure sanguinis) per italo-discendenti maggiorenni residenti all’estero. La proposta ha come obiettivo dichiarato quello di rendere i procedimenti “più efficienti” di fronte alla crescente domanda proveniente da Paesi storicamente segnati dall’emigrazione italiana, come il Brasile e l’Argentina.
La questione sarà discussa durante la riunione del Consiglio dei Ministri (Convocazione del Consiglio dei Ministri n. 121) prevista per domani, 28 marzo, con inizio alle ore 11:00 (ora italiana).
La bozza del testo, alla quale l’agenzia AGI – Agenzia Giornalistica Italia ha avuto accesso, secondo quanto riferito dal deputato Fabio Porta, propone modifiche rilevanti al Decreto Legislativo n. 71/2011, che regola l’organizzazione e le funzioni degli uffici consolari. Se approvata, la nuova normativa toglierà ai consolati la competenza a gestire le domande di riconoscimento della cittadinanza presentate da maggiorenni, attribuendo tale funzione a un ufficio centrale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), con sede a Roma.
La proposta è stata definita “l’ennesima bomba” dal genealogista Daniel Taddone, uno dei quattro rappresentanti del Brasile presso il CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, il cui Consiglio di Presidenza è riunito in questi giorni proprio a Roma. Secondo il testo predisposto dalla Farnesina, i richiedenti dovranno inviare tutta la documentazione esclusivamente per posta, sostenendone i costi di spedizione e gestione. L’istruttoria sarà affidata a operatori esterni incaricati della digitalizzazione, ricezione e archiviazione dei documenti. Le comunicazioni con i richiedenti avverranno solo per via telematica.
Tempi più lunghi per l’istruttoria: fino a 48 mesi – Diversamente dall’attuale termine massimo di 24 mesi, il nuovo testo prevede un termine fino a 48 mesi per la conclusione dei procedimenti, giustificando l’estensione con l’aumento del numero di domande e la crescente complessità nella verifica dei documenti genealogici di generazioni più lontane.
Il testo stabilisce anche limiti annuali al numero di richieste che potranno essere accettate dal nuovo ufficio centrale, in base al volume di tasse consolari riscosse negli anni precedenti. I consolati continueranno a trattare le pratiche già ricevute prima dell’entrata in vigore della legge, nel rispetto di un tetto massimo proporzionale al numero di procedimenti conclusi l’anno precedente.
Ruolo limitato dei consolati: solo conferme e certificati – Con le nuove disposizioni, il ruolo dei consolati sarà limitato alla conferma dello status di cittadino italiano per le persone già riconosciute come tali, e al rilascio del relativo certificato di cittadinanza. Potranno inoltre riconoscere la cittadinanza solo a minori di età, figli di cittadini già riconosciuti, purché residenti nella circoscrizione consolare.
La relazione illustrativa del governo italiano sottolinea che, in assenza di limiti giuridici alla trasmissione della cittadinanza per discendenza, “potenzialmente qualsiasi abitante di Paesi ad alta emigrazione italiana potrebbe rivendicare la cittadinanza italiana”, qualora riuscisse a provare la discendenza anche da un avo molto lontano. “Più passa il tempo, più aumenta la probabilità che qualsiasi individuo in quei Paesi possa essere legalmente considerato cittadino italiano”, afferma il documento.
Riforma amministrativa e nuova struttura – Il disegno di legge prevede anche la creazione di nuovi uffici e posizioni amministrative all’interno del MAECI per far fronte alle domande di cittadinanza, con l’assunzione di oltre 80 nuovi dipendenti, tra dirigenti, tecnici e assistenti.
Un ruolo importante è affidato anche all’ISTAT – Istituto Nazionale di Statistica, che dovrà realizzare un censimento annuale della popolazione italiana residente all’estero, utilizzando i dati dell’AIRE e degli archivi consolari.
Modifiche sono previste anche per le norme sull’anagrafe, la legalizzazione di documenti stranieri, i passaporti e le carte d’identità valide per l’espatrio.
Cosa cambia concretamente per gli italo-discendenti – La proposta, il cui testo integrale è riportato di seguito (tradotto in portoghese con l’aiuto dell’intelligenza artificiale), prevede i seguenti cambiamenti principali:
•I maggiorenni non potranno più presentare le domande di riconoscimento ai consolati;
• Tutte le domande dovranno essere inviate a un nuovo ufficio centrale a Roma;
• Il termine massimo di istruttoria sarà di 48 mesi;
•Saranno previsti limiti annuali di lavorazione, con possibili liste d’attesa o sospensioni;
•I consolati manterranno solo competenze residuali, limitate al rilascio di certificati e al trattamento di richieste di minori.
Proiezioni e dibattito futuro – Le misure proposte si inseriscono in un contesto in cui la stessa magistratura italiana ha iniziato a mettere in discussione la legittimità costituzionale della Legge sulla Cittadinanza (n. 91/1992), che considera cittadino italiano ogni figlio di padre o madre italiani, senza limiti generazionali, anche se nato all’estero.
Si stima che, col tempo, centinaia di migliaia di persone potrebbero soddisfare i requisiti per richiedere la cittadinanza iure sanguinis. Alcuni settori del governo temono che, senza una riforma, il sistema possa diventare insostenibile davanti a un numero “teoricamente illimitato” di richiedenti.
Il testo dovrà ora essere esaminato e approvato dal Parlamento, e potrà subire modifiche durante l’iter legislativo. Giuristi e associazioni della diaspora italiana seguono con attenzione il dibattito, in particolare in Brasile, dove si concentra una delle più grandi comunità di discendenti di italiani al mondo, stimata in oltre 30 milioni di persone. Segue il testo integrale della proposta