Nuova circolare del Ministero dell’Interno italiano dettaglia l’applicazione della “Legge della Vergogna” per i figli minori degli italiani all’estero

Mentre lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ammette la possibilità di modifiche al Decreto della Vergogna – ispirato dal suo Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani – il Ministero dell’Interno emana nuove indicazioni sul tema.

Il Ministero dell’Interno italiano ha appena pubblicato la Circolare n. 59/2025, che stabilisce le prime istruzioni operative per gli ufficiali dello stato civile sull’applicazione della nuova normativa sulla cittadinanza italiana, convertita nella cosiddetta “Legge della Vergogna”. Il cuore del documento è la regolamentazione delle procedure per la concessione della cittadinanza italiana ai figli minori di italiani nati all’estero, che ora cessano di essere automaticamente riconosciuti cittadini per diritto di sangue (iure sanguinis) e diventano soggetti a un procedimento di acquisizione “per beneficio di legge”.

Indirizzata ai prefetti di tutta Italia, oltre che agli organi regionali e nazionali coinvolti nella gestione dei registri civili, la circolare (il cui protocollo di uscita è 0012624 datato 17/06/2025) è firmata dal direttore centrale De Vito e dettaglia i modelli di dichiarazione da utilizzare da parte dei genitori o dei tutori legali. I responsabili avranno un termine massimo di un anno dalla nascita del figlio – o dalla costituzione del rapporto di filiazione, anche adottiva – per presentare la richiesta di cittadinanza in favore del minore. È inoltre prevista la possibilità di acquisizione successiva, a condizione che il minore risieda legalmente in Italia per almeno due anni consecutivi.

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Secondo la Circolare n. 59/2025, tutte le dichiarazioni presentate a tale scopo, in quanto atti di cittadinanza, dovranno obbligatoriamente essere registrate nel libro della cittadinanza del Comune. Fino all’approvazione di una nuova formula ufficiale tramite decreto del Ministro dell’Interno, gli ufficiali sono autorizzati a utilizzare versioni adattate di modelli già esistenti dal 2002, come la Formula 79, opportunamente adeguata negli allegati della circolare.

Una disposizione di carattere transitorio è stata inoltre stabilita: i minori che, al 24 maggio 2025 (data di entrata in vigore della nuova legge), erano già figli di cittadini italiani per nascita, avranno tempo fino al 31 maggio 2026 affinché i genitori o i tutori presentino la dichiarazione di volontà per l’acquisizione della cittadinanza.

La circolare disciplina inoltre il diritto di rinuncia alla cittadinanza da parte dei giovani che, al raggiungimento della maggiore età e in possesso di altra cittadinanza, abbiano acquisito la cittadinanza italiana secondo la nuova procedura. Per questi casi, sarà utilizzata la Formula 88, anch’essa già prevista nei regolamenti precedenti.

Un altro aspetto affrontato riguarda la riapertura del termine per il riacquisto della cittadinanza italiana, valido tra luglio 2025 e dicembre 2027, per gli ex cittadini nati in Italia o residenti nel Paese per almeno due anni prima di agosto 1992, che abbiano perso la cittadinanza secondo la vecchia normativa del 1912.

La pubblicazione della circolare risponde a una delle principali richieste avanzate nelle ultime settimane da giuristi specializzati, come l’avvocato Cristiano Girardello, che aveva già avvertito del rischio di insicurezza giuridica e di paralisi amministrativa negli uffici dello stato civile e nei consolati italiani. In diverse interviste e articoli, Girardello aveva sostenuto con forza l’urgenza che il Ministero dell’Interno emettesse istruzioni chiare su come gli ufficiali dello stato civile dovessero procedere di fronte alla nuova realtà imposta dalla legge.

La decisione di consentire l’uso adattato di modelli di dichiarazioni già esistenti – come la Formula 79 – e di stabilire un percorso dettagliato per le procedure di acquisizione, rinuncia e riacquisto della cittadinanza italiana segue, di fatto, esattamente la linea di orientamento che Girardello aveva pubblicamente proposto. L’avvocato è stato uno dei primi a sottolineare che, senza una guida tecnica ufficiale, gli uffici consolari e i comuni stessi avrebbero potuto adottare interpretazioni divergenti, a scapito di migliaia di famiglie di italiani all’estero.

Nonostante la nuova circolare, leader comunitari, avvocati e rappresentanti politici della diaspora continuano a denunciare gli effetti escludenti della nuova legge. In particolare, cresce il timore che molte famiglie, soprattutto in America Latina, non riescano a soddisfare i nuovi requisiti entro i termini stabiliti, aggravando ulteriormente il già noto problema delle lunghe liste d’attesa e dei ritardi nei servizi consolari.

L’attenzione ora si sposta sull’udienza pubblica prevista per il prossimo 24 giugno presso la Corte Costituzionale italiana.