Durante il seminario “Cittadinanza italiana iure sanguinis tra diritto costituzionale, diritto dell’Unione europea e interventi legislativi”, svoltosi il 29 maggio 2025, il giurista dell’Università Roma Tre aveva individuato il vuoto giuridico-temporale che oggi torna al centro del dibattito.
Il dubbio sui possibili punti di attacco dell’Avvocatura dello Stato all’ordinanza di Torino, che ha dato origine al processo di controllo di costituzionalità del Decreto-Legge n. 36/2025, riporta alla memoria le considerazioni formulate, già alla fine di maggio scorso, dal professor Alfonso Celotto, dell’Università Roma Tre.
Durante il seminario “Cittadinanza italiana iure sanguinis: tra diritto costituzionale, diritto dell’Unione europea e interventi legislativi”, svoltosi il 29 maggio 2025 alla Camera dei Deputati a Roma, Celotto fu tra i primi a individuare il vuoto giuridico-temporale esistente tra le ore 23:59 del 27 marzo e la data formale di entrata in vigore del decreto, pubblicato il giorno 29 marzo.
Con ironia e precisione tecnica, il costituzionalista definì quell’intervallo come una sorta di “terra di nessuno” e di “limbo dantesco”.
Secondo lui, l’uso del decreto-legge per modificare retroattivamente la disciplina della cittadinanza — “una materia che non presenta carattere di urgenza imprevedibile” — ha finito per generare un’incertezza normativa che lede il principio dell’affidamento legittimo dei cittadini.
“Il 28 marzo è terra di nessuno, il limbo dantesco, il morto non battezzato”, disse Celotto, suscitando discreti sorrisi tra il pubblico. “Il decreto entra in vigore il 29 e lascia scoperto un giorno — un giorno e un minuto, fino alle 23:59. Guardate l’assurdo.”
Celotto ricordò che, secondo la giurisprudenza costituzionale italiana, il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis non costituisce un atto costitutivo di diritto, ma meramente dichiarativo — il che impone una particolare cautela al legislatore nel disciplinare situazioni in corso.
L’intervento fu registrato durante l’incontro promosso dall’associazione Natitaliani, che riunì giuristi ed esperti per discutere gli aspetti costituzionali ed europei della legislazione sulla cittadinanza italiana.
Alla fine, la professoressa Roberta Calvano, anch’essa docente della Roma Tre, definì l’incoerenza della data come “una distrazione del legislatore” capace di generare “nuove questioni di costituzionalità”.
Il video curato dalla Rivista Insieme presenta il passaggio completo dell’intervento di Celotto — accompagnato dalla breve osservazione della professoressa Calvano — e può essere visto sulle piattaforme della rivista come documento di riferimento sul dibattito accademico che ha preceduto l’attuale momento giuridico-politico del cosiddetto “Decreto della Vergogna”.
Di seguito è disponibile il link alla trasmissione integrale del seminario, dalla quale sono stati estratti i passaggi degli interventi dei professori Celotto e Calvano.