Figura molto conosciuta nell’ambito della comunità italo-brasiliana, il funzionario pubblico in pensione Pasquale Matafora — che ha servito l’Italia per oltre 30 anni presso l’Ambasciata d’Italia a Brasilia — ha registrato un video incisivo con un messaggio diretto agli italiani residenti in Italia. Nel filmato, Matafora difende con passione l’italianità viva e autentica coltivata in America del Sud e contesta con forza le visioni pregiudizievoli o disinformate che sono state diffuse sui discendenti degli italiani in Brasile.
Stabilitosi in Brasile negli anni ‘80, dove inizialmente ha svolto diverse attività professionali — tra cui quella di corrispondente internazionale per un giornale italiano — Matafora è entrato nel servizio pubblico italiano dopo aver superato un concorso, costruendo una solida carriera nella diplomazia amministrativa. È considerato un profondo conoscitore della realtà della grande comunità italo-brasiliana.
Nel video, Matafora si presenta come un “connazionale” che, pur vivendo da 44 anni in Brasile, non si è mai allontanato dalle questioni italiane. “Ho sempre seguito le vicende italiane, ma ho anche sempre seguito la nostra italianità qui in Sud America”, ha dichiarato.
Per lui, l’italianità presente in Brasile si esprime non solo in valori culturali, ma anche in benefici concreti, con una comunità attiva e integrata che contribuisce in modo significativo alla proiezione dell’Italia all’estero. “Qui in Brasile abbiamo 30 milioni di — diciamo così — ‘influencer’ che forse non sanno chi è il Presidente della Repubblica o il Presidente del Consiglio, ma che rappresentano una ricchezza, una risorsa preziosa che l’Italia non può permettersi di disprezzare”, ha affermato.
Critica al Decreto Tajani e alla narrazione pregiudizievole
Matafora ha espresso una posizione molto critica nei confronti del Decreto-Legge n. 36/2025, noto come Decreto Tajani, che limita il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis. Secondo lui, il decreto è nato da una narrazione falsa e tendenziosa sul Brasile e sulla diaspora italiana, alimentata anche da programmi televisivi sensazionalistici.
“La nostra diaspora in Brasile non è quella che viene descritta. Si utilizzano immagini delle file ai consolati e risposte sconnesse per creare uno stigma. Io lancio una sfida: andiamo per le strade d’Italia a chiedere a un cittadino medio chi è il Ministro della Giustizia o il Presidente della Repubblica e vedremo quanti sanno rispondere. L’ignoranza non è monopolio dei discendenti di italiani”, ha provocato.
Matafora ha inoltre messo in discussione il criterio di urgenza del decreto, emanato subito dopo servizi televisivi sensazionalistici: “In Italia esistono tante questioni serie e urgenti che non vengono trattate con serietà. Eppure, curiosamente, hanno trovato tempo e pretesto per attaccare la cittadinanza iure sanguinis.”
Un appello alla serietà e al rispetto
Alla fine del suo messaggio, Pasquale Matafora rivolge un appello diretto al Ministro Antonio Tajani e alle autorità italiane: “Cerchiamo di essere seri. Non offendiamo gli italiani che vivono in tutto il mondo. Sono stati la nostra grande ricchezza e continueranno ad esserlo. Questi italiani, sentendosi offesi, potrebbero in futuro voltare le spalle alla patria — e vi assicuro che forse siamo più patrioti e più uniti degli italiani che vivono in patria, molto più uniti.”
Non è la prima volta che Pasquale Matafora si esprime pubblicamente contro il discusso Decreto-Legge Tajani. In una precedente intervista esclusiva concessa alla Revista Insieme, Matafora aveva già sollevato interrogativi sugli eventuali “interessati” alla distruzione di un potere straordinario che la grande comunità italica nel mondo conferisce all’Italia. A suo avviso, questa forza di rappresentanza internazionale — costruita nel tempo grazie alla diaspora italiana — è un patrimonio che qualcuno sembra voler indebolire o cancellare, minando l’immagine e l’influenza globale dell’Italia stessa.