Il documento critica la retroattività, la limitazione generazionale e l’esclusione dei consolati, chiedendo un dialogo nel rispetto del legame storico tra Italia e Brasile
Nel contesto delle crescenti manifestazioni di protesta contro il Decreto-Legge n. 36/2025 — la controversa misura del governo italiano che modifica profondamente le regole per il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis — si aggiunge ora un nuovo e qualificato intervento pubblico, proveniente dal Brasile, il Paese con la più grande comunità di discendenti di italiani al mondo.
Tre insegnanti di lingua italiana attive in diverse città brasiliane hanno reso pubblica, martedì 8 aprile, una lettera aperta indirizzata ai membri del governo e del Parlamento italiano. Il documento, firmato da Fátima Cipolletta (Jundiaí-SP), Patrizia Riga (San Paolo-SP) e Tania Marinho (Amparo-SP), difende la necessità di modificare il cosiddetto “Decreto Tajani” e presenta proposte alternative per migliorare la normativa.
Il testo mantiene un tono rispettoso ma deciso. Le insegnanti precisano di non essere contrarie a un aggiornamento della legislazione sulla cittadinanza, ma sottolineano che il decreto, così come è stato elaborato, rischia di compromettere il legame storico, culturale e affettivo tra l’Italia e le sue comunità all’estero — un legame che, a loro avviso, deve essere preservato e valorizzato.
Le principali critiche
Tra le critiche più rilevanti al Decreto-Legge n. 36/2025, le firmatarie evidenziano:
•l’applicazione retroattiva delle nuove regole, che colpisce direttamente chi ha già avviato il processo di riconoscimento della cittadinanza;
•la limitazione del diritto alla cittadinanza solo alle prime due generazioni di discendenti, escludendo milioni di italo-discendenti sparsi per il mondo;
•la centralizzazione delle procedure esclusivamente a Roma, privando i consolati italiani del loro ruolo fondamentale di intermediari e facilitatori nei rapporti con le comunità.
Secondo il documento, tali misure violano principi costituzionali italiani e mancano di rispetto alla storia delle famiglie che da oltre 150 anni mantengono legami profondi con l’Italia.
Proposte concrete
In alternativa, le insegnanti suggeriscono che il governo italiano:
•rispetti i procedimenti già avviati, evitando l’applicazione retroattiva del decreto;
•mantenga il diritto alla cittadinanza per tutte le generazioni, prevedendo però che i richiedenti dimostrino un reale legame culturale con l’Italia, attraverso una certificazione linguistica di livello B1 e un esame di conoscenza della storia, geografia e cultura italiane;
•conservi il ruolo attivo dei consolati nell’assistenza e nella gestione delle pratiche, modernizzandoli con strumenti digitali per garantire maggiore efficienza.
Il ruolo storico del Brasile
La lettera sottolinea inoltre il ruolo cruciale svolto dal Brasile nell’accoglienza degli italiani in periodi drammatici della storia d’Italia — come l’unità nazionale e le due guerre mondiali — ricordando che il Paese sudamericano ospita oggi circa 30 milioni di discendenti di italiani, molti dei quali mantengono vivo l’uso della lingua, la cultura e le tradizioni della terra d’origine.
“Le comunità italiane in Brasile sono sempre state ambasciatrici naturali del Made in Italy, contribuendo a diffondere la gastronomia, il vino, le feste tipiche e tanti altri aspetti della cultura italiana”, affermano le autrici.
Un appello al dialogo
In conclusione, le insegnanti di lingua italiana rivolgono un appello al governo e al Parlamento italiano affinché riconsiderino le disposizioni del Decreto Tajani, adottando criteri più equilibrati, inclusivi e rispettosi del principio di continuità familiare sancito dalla Costituzione Italiana.
“La cittadinanza iure sanguinis rappresenta non solo un diritto legale, ma anche un ponte culturale che collega l’Italia alle sue comunità nel mondo. Confidiamo nella sensibilità delle istituzioni italiane affinché questa riflessione possa contribuire a una decisione equilibrata e lungimirante, capace di valorizzare il ruolo storico delle comunità italiane all’estero e di promuovere un dialogo costante tra l’Italia e i suoi cittadini nel mondo”, concludono.
Ecco il testo integrale:
San Paolo 08 aprile 2025
Lettera Aperta
Alla cortese attenzione dei membri della Commissione competente, Egregi Ministri
Introduzione
Con questa lettera aperta desideriamo esprimere alcune riflessioni e proposte in merito al Decreto-Legge n. 36/2025, noto come “Decreto Tajani”, che introduce disposizioni urgenti sulla cittadinanza italiana iure sanguinis. L’intento non è quello di opporsi al decreto ma di offrire un contributo costruttivo al dibattito pubblico su un tema di grande rilevanza per il legame storico e culturale tra l’Italia e le sue comunità all’estero.
Riconosciamo l’importanza di aggiornare la normativa sulla cittadinanza italiana per rispondere alle sfide del presente. Tuttavia, riteniamo che alcune disposizioni del decreto possano essere migliorate per garantire una maggiore inclusività e durabilità nel tempo. In particolare, desideriamo sottolineare il ruolo storico del Brasile nell’accoglienza degli italiani durante momenti critici della storia d’Italia, come l’unificazione nazionale e le due guerre mondiali. Questo legame profondo rappresenta una risorsa preziosa che deve essere preservata e valorizzata.
Crediamo inoltre che sia fondamentale ragionare insieme per stabilire criteri realmente validi e duraturi, capaci di rafforzare il legame tra i nuovi cittadini italiani e il patrimonio culturale nazionale.
1. Criticità Giuridiche
Il Decreto-Legge n. 36/2025 introduce significative modifiche alla normativa sulla cittadinanza italiana iure sanguinis, che sollevano alcune preoccupazioni dal punto di vista giuridico e pratico:
i. Retroattività delle norme: L’applicazione retroattiva delle nuove disposizioni ai procedimenti avviati dopo il 27 marzo 2025 rischia di violare il principio costituzionale dell’irretroattività delle leggi (Articolo 11 del Codice Civile) e il diritto al legittimo affidamento. Molte persone hanno investito tempo e risorse nella raccolta di documentazione confidando nella stabilità della normativa vigente.
ii. Limitazione generazionale: La restrizione del riconoscimento della cittadinanza alle prime due generazioni esclude milioni di discendenti italiani nel mondo che mantengono vivo il legame culturale con l’Italia. Questa misura potrebbe essere percepita come una rottura del principio di continuità familiare sancito dagli articoli 29 e 30 della Costituzione Italiana.
iii. Esclusione del ruolo dei consolati: La centralizzazione delle procedure presso un unico ufficio a Roma potrebbe creare difficoltà logistiche per i richiedenti residenti all’estero, rallentando ulteriormente i tempi di gestione delle pratiche.
2. Proposte per affrontare le criticità giuridiche
i. Revoca della retroattività: Garantire che i diritti acquisiti dai richiedenti siano rispettati, applicando le nuove disposizioni solo ai procedimenti avviati dopo un congruo periodo di transizione (ad esempio, 12 o 24 mesi dalla pubblicazione del decreto).
ii. Revisione della limitazione generazionale: Mantenere il diritto alla cittadinanza per tutte le generazioni, introducendo criteri culturali come prerequisito (certificazione B1 ed esame su storia, geografia e cultura italiana) per rafforzare il vincolo effettivo con l’Italia.
iii. Ruolo attivo dei consolati: I consolati italiani non sono solo uffici amministrativi, ma anche simboli della presenza dello Stato italiano nel mondo. Essi rappresentano un punto di contatto essenziale tra l’Italia e le sue comunità all’estero, garantendo non solo servizi pratici ma anche un legame culturale e identitario. Proponiamo quindi che i consolati continuino a svolgere funzioni essenziali in collaborazione con l’ufficio centrale a Roma, accompagnando questo processo con misure di digitalizzazione dei servizi consolari per garantire una gestione più rapida ed efficiente delle pratiche.
3. Il Legame Storico tra Italia e Brasile
Il Brasile ha svolto un ruolo cruciale nell’accoglienza degli italiani durante momenti difficili della storia d’Italia:
i. Unificazione nazionale: Tra il 1860 e il 1920, oltre sette milioni di italiani emigrarono in Brasile, molti dei quali provenivano da regioni impoverite come il Veneto, spinti dalla fame e dai cambiamenti socioeconomici causati dall’unificazione italiana.
ii. Prima guerra mondiale: Durante la guerra, molti italiani emigrarono in Brasile per
sfuggire alle difficoltà economiche e sociali del conflitto.
iii. Seconda guerra mondiale: Il Brasile non solo accolse immigrati italiani ma inviò anche 25.700 soldati a combattere sul fronte italiano contro le forze dell’Asse, contribuendo alla liberazione dell’Italia.
Questi eventi storici dimostrano quanto sia profondo il legame tra i due Paesi. Oggi più che mai è importante ragionare insieme per stabilire criteri validi che rispettino questa eredità storica e culturale.
4. Proposte
Alla luce delle considerazioni sopra esposte, proponiamo quanto segue:
4.1 Introduzione del Certificato B1 di Lingua Italiana
La conoscenza della lingua italiana è fondamentale per garantire una piena integrazione dei cittadini nel tessuto sociale italiano:
• Proponiamo che il certificato di livello B1 (secondo il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue – QCER) diventi un prerequisito obbligatorio per tutti i richiedenti la cittadinanza italiana.
4.2 Introduzione dell’Esame su Storia, Geografia e Cultura Italiana
Oltre alla conoscenza linguistica:
• Proponiamo un esame obbligatorio che verifichi conoscenze fondamentali su storia d’Italia (es. Risorgimento), geografia (regioni italiane) e cultura (arte, tradizioni).
4.3 Centralizzazione con garanzie di efficienza
Accogliamo la proposta di centralizzare le procedure presso la Farnesina ma raccomandiamo tempi certi nella gestione delle pratiche. Inoltre vogliliamo ribadire che i consolati rappresentano un punto di contatto essenziale tra l’Italia e le sue comunità all’estero.
5. Benefici Attesi
L’adozione delle proposte avanzate comporterebbe numerosi benefici per l’Italia e le sue comunità all’estero. Tra i principali vantaggi:
I. Integrazione culturale rafforzata:
• L’introduzione del certificato B1 e dell’esame su storia, geografia e cultura italiana garantirebbe che i nuovi cittadini italiani abbiano una conoscenza adeguata della lingua e della cultura del Paese. Questo favorirebbe una maggiore integrazione nella comunità italiana globale, composta da oltre 80 milioni di persone di origine italiana nel mondo, molte delle quali mantengono un forte legame con la cultura e la lingua italiana.
II. Tutela del patrimonio culturale e storico:
• Mantenere il diritto alla cittadinanza per tutte le generazioni valorizzerebbe il legame storico tra l’Italia e le sue comunità all’estero. Ad esempio, in Brasile, si stima che circa 30 milioni di brasiliani abbiano origini italiane, rappresentando una delle comunità italiane più grandi al mondo. Queste comunità hanno contribuito a diffondere tradizioni italiane come la gastronomia, il vino e le festività, arricchendo il patrimonio culturale globale.
III. Efficienza amministrativa:
• Coinvolgere i consolati nelle procedure di riconoscimento della cittadinanza
garantirebbe una gestione più rapida ed efficace delle pratiche. Nel 2023, i consolati italiani in Brasile hanno gestito oltre 20.000 richieste di cittadinanza, con tempi di attesa che in alcuni casi superano i dieci anni. Una collaborazione tra consolati e ufficio centrale a Roma potrebbe ridurre significativamente questi tempi.
IV. Promozione del Made in Italy:
• Rafforzare il legame tra l’Italia e le sue comunità all’estero contribuirebbe alla diffusione del Made in Italy come simbolo di eccellenza, tradizione e creatività nel mondo. Le comunità italiane sono ambasciatrici naturali del Made in Italy, che ha raggiunto un valore record di 600 miliardi di euro nel 2024 grazie all’export globale. Inoltre, il turismo delle radici potrebbe generare fino a 90 miliardi di euro per l’economia italiana.
V. Continuità storica:
• Evitare limitazioni generazionali garantirebbe il rispetto del principio di continuità familiare sancito dalla Costituzione Italiana. Il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis permette di mantenere vivo il legame tra l’Italia e le sue comunità globali, preservando un patrimonio storico che si tramanda da generazioni.
6. Conclusione
La cittadinanza iure sanguinis rappresenta non solo un diritto legale, ma anche un ponte culturale che collega l’Italia alle sue comunità nel mondo. Queste comunità hanno storicamente svolto un ruolo fondamentale nella promozione dell’identità italiana, contribuendo alla diffusione del Made in Italy come simbolo di eccellenza, tradizione e creatività. In questo contesto, i consolati italiani rappresentano non solo un supporto amministrativo indispensabile, ma anche una presenza viva dello Stato italiano nel mondo, essenziale per mantenere forte il legame con i cittadini all’estero.
Riteniamo che il Decreto-Legge n. 36/2025 possa essere arricchito da misure che rafforzino questo legame storico-culturale ed economico, garantendo inclusività, continuità storica e una gestione moderna ed efficiente delle pratiche amministrative.
Confidiamo nella sensibilità delle istituzioni italiane affinché queste riflessioni possano contribuire a una decisione equilibrata e lungimirante, capace di valorizzare il ruolo storico delle comunità italiane all’estero e di promuovere un dialogo costante tra l’Italia e i suoi cittadini nel mondo.
Ringraziamo la vostra attenzione,
Docenti, insegnanti, alunni e simpatizzanti della lingua italiana
Fatima Cipolletta Jundiaí – Brasile
Patrizia Riga San Paolo – Brasile
Tania Marinho Amparo – Brasile