Riforma della Cittadinanza: l’Ambasciata d’Italia conferma l’esclusione di trentini, giuliani e altri naturalizzati dalle nuove regole per i figli minorenni

Pubblicata giovedì 29 maggio, una nota ufficiale dell’Ambasciata d’Italia in Brasile dettaglia le modifiche introdotte dalla Legge n. 74/2025, che ha convertito con modifiche il controverso Decreto-Legge n. 36. Il testo conferma il divieto automatico di cittadinanza iure sanguinis per i nati all’estero con altra cittadinanza e impone nuovi limiti per l’acquisizione da parte di minori.

L’Ambasciata d’Italia in Brasile ha pubblicato sul proprio sito ufficiale, giovedì 29 maggio, un comunicato intitolato “Riforma della Cittadinanza”, nel quale fornisce i primi chiarimenti sull’applicazione della nuova normativa italiana in materia di cittadinanza per discendenza. La nota ufficiale, classificata come “tipologia: notizia”, conferma che sono in fase di elaborazione “linee guida chiare e complete” da condividere con il pubblico, ma stabilisce che, fino a nuovo avviso, non devono essere più inviate per posta le certificazioni di nascita dei figli minorenni di cittadini italiani.

La sospensione è dovuta all’entrata in vigore della Legge n. 74 del 23 maggio 2025 — conosciuta come “Legge della Vergogna” dai suoi critici — che ha convertito con modifiche il Decreto-Legge n. 36 del 28 marzo, approvato dal Parlamento italiano tra dure critiche dell’opposizione, di giuristi e delle comunità italiane all’estero.

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Il testo dell’Ambasciata conferma che il principio dello ius sanguinis non è stato formalmente abolito, ma ha subito gravi limitazioni nella sua applicazione pratica, in particolare per i discendenti nati fuori dall’Italia e in possesso di un’altra cittadinanza. Per questi, la trasmissione della cittadinanza non sarà più automatica, salvo in cinque ipotesi restrittive — tra cui le richieste presentate entro il 27 marzo 2025, le sentenze giudiziarie precedenti alla stessa data, oppure i casi in cui uno dei genitori o dei nonni fosse stato esclusivamente cittadino italiano.

Tra i punti più controversi della nota si trova la sezione relativa all’acquisizione della cittadinanza da parte di minori stranieri o apolidi. Il testo afferma che il riconoscimento dipenderà da una dichiarazione di volontà dei genitori o del tutore legale, presentata entro un determinato termine, e sarà limitato ai figli di cittadini italiani per nascita.

Esplicitamente, la nota dell’Ambasciata dichiara che sono esclusi tutti i casi in cui i genitori abbiano acquisito la cittadinanza italiana tramite altri titoli, come la naturalizzazione per matrimonio, l’elezione di cittadinanza o le leggi speciali come la Legge 379/2000, che aveva ristabilito il legame con cittadini di lingua e cultura italiana che prima del 1920 erano sudditi dell’Impero Austro-Ungarico, in particolare i trentini (all’epoca indicati come “tirolesi di lingua italiana”).

Il riferimento diretto a questa esclusione ha spinto il consigliere del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) in Brasile, Daniel Taddone, a pronunciarsi in modo critico. “Se ancora c’erano dubbi riguardo ai trentini e ai giuliani, eccoli chiariti”, ha dichiarato il consigliere, sottolineando che la norma impedisce la trasmissione della cittadinanza ai figli minorenni di coloro che erano stati riconosciuti in base alla Legge 379/2000, rappresentando così una rottura drastica con lo sforzo storico di riparazione promosso da tale normativa.

Il provvedimento colpisce in pieno la numerosa comunità italo-trentina esistente in Brasile, composta principalmente da discendenti di emigranti originari delle regioni storiche del Tirolo Meridionale e del Trentino, emigrati in Sud America alla fine del XIX secolo. Insediata principalmente negli Stati di Santa Catarina, Rio Grande do Sul, San Paolo e Espírito Santo, oltre che in importanti centri in Paraná e Minas Gerais, questa comunità era stata direttamente beneficiata dalla Legge 379/2000, oggi ignorata dalle nuove regole in merito alla trasmissione della cittadinanza ai figli minorenni. L’esclusione imposta dalla nuova normativa rappresenta, pertanto, una frattura profonda con il riconoscimento istituzionale finora esistente della storia dei trentini e dei loro discendenti nella diaspora.

Taddone, che fin dall’inizio ha denunciato pubblicamente gli effetti escludenti del cosiddetto Decreto Tajani — come è stato ribattezzato il decreto originario — ribadisce che le nuove norme rappresentano un regresso giuridico e simbolico, in particolare per le famiglie che nelle ultime decadi hanno cercato di ristabilire il legame con l’Italia dopo perdite forzate della cittadinanza imposte da circostanze storiche.

Il comunicato dell’Ambasciata annuncia inoltre che saranno previsti appuntamenti specifici e in presenza per i casi di acquisizione da parte di minori, con scadenza fino al 31 maggio 2026 e pagamento di una tassa di 250 euro. I procedimenti di riacquisizione della cittadinanza da parte di ex cittadini — destinati soprattutto a persone colpite dalle disposizioni della vecchia Legge n. 555 del 1912 — saranno anch’essi soggetti a una nuova finestra legale, da luglio 2025 a dicembre 2027, mediante dichiarazione e pagamento della stessa tassa ridotta.

La pubblicazione dell’Ambasciata conferma, di fatto, gli effetti immediati ed escludenti della nuova normativa e rafforza la necessità di mobilitazione da parte delle comunità italo-discendenti in Brasile e in altri paesi della diaspora, che continuano a fare pressione sul governo italiano e sulle istituzioni legislative e giudiziarie per una revisione della cosiddetta “riforma della cittadinanza”.