Ricardo Merlo denuncia “colpo di mano burocratico” nel Decreto Tajani e annuncia: il MAIE pronto a ricorrere alla Corte Costituzionale

Fondatore del Movimento Associativo Italiani all’Estero (MAIE), ex deputato, ex senatore ed ex vice ministro degli Affari Esteri con delega per gli italiani nel mondo, Ricardo Merlo non usa mezzi termini per definire il Decreto-Legge n. 36/2025: “vergognoso”, “incostituzionale” e “una rottura con la tradizione della politica estera italiana”. In un’intervista esclusiva alla Revista Insieme, il politico italo-argentino afferma che il MAIE voterà contro il decreto in Parlamento e che, se necessario, presenterà un ricorso per incostituzionalità presso la Corte Costituzionale italiana.

Merlo ha rivelato che né lui né altri parlamentari del MAIE sono stati consultati prima dell’adozione della misura. “Siamo stati colti di sorpresa. Neppure i viceministri erano a conoscenza dell’esistenza del decreto prima della sua pubblicazione”, ha dichiarato. Secondo lui, il testo è stato architettato in silenzio da settori della burocrazia italiana, con l’avallo di una parte della classe politica. “È stata un’operazione politicamente machiavellica”, ha riassunto. Per Merlo, il Decreto Tajani rappresenta non solo un cambiamento nel paradigma giuridico italiano, ma anche un’aggressione diretta all’italianità costruita al di fuori del territorio nazionale.

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Interpellato sul ruolo della Farnesina — ministero in cui ha ricoperto l’incarico di vice ministro — Merlo è stato netto: “Finché ci sono stato io, nessuno ha osato proporre qualcosa di simile. Se fosse accaduto, mi sarei dimesso il giorno dopo e lo avrei denunciato pubblicamente”. Secondo lui, l’attuale governo ha tradito decenni di dialogo con le comunità emigrate. “La diplomazia italiana dovrebbe salvaguardare il legame con i suoi cittadini all’estero. Questo decreto rompe tale dovere.”

Merlo ha inoltre denunciato l’abbandono storico dei consolati, che a suo avviso ha favorito la nascita di un mercato di assistenza legale e genealogica. “Sono stati i consolati, incapaci di dare risposte, ad aprire lo spazio per gli studi privati. Non si può incolpare chi ha offerto aiuto laddove lo Stato ha fallito”, ha difeso. Ha poi aggiunto, con ironia, che “se l’obiettivo era escludere gli avvocati, hanno ottenuto l’effetto opposto: adesso i tribunali si riempiranno di ricorsi”.

L’ex vice ministro ha affermato che il decreto rompe persino con la tradizione democratica italiana. “Le leggi non possono essere retroattive. Chiunque sia nato prima dell’entrata in vigore del decreto, il 27 marzo, ha diritto a essere riconosciuto in base alla legge precedente. E se i consolati non riconoscono questo diritto, bisogna rivolgersi al giudice, non all’ufficiale di cittadinanza”, ha spiegato, menzionando sentenze già favorevoli emesse dalla giustizia italiana.

Alla domanda su una possibile rottura del MAIE con il governo in caso di approvazione del decreto, Merlo ha risposto che il movimento convocherà un’assemblea con i suoi rappresentanti nel mondo, in particolare nelle Americhe, per decidere collettivamente. “Non siamo un partito chiuso nei palazzi di Roma. Ascolteremo le nostre basi negli Stati Uniti, in Canada, in America Centrale e in Sud America. Se sarà necessario, porteremo il decreto davanti alla Corte Costituzionale.”

Merlo ha anche commentato le recenti proteste in Brasile e in Italia. Per lui, le manifestazioni pubbliche sono legittime e importanti, ma devono essere ben pianificate. “Non possiamo permetterci l’errore di organizzare una mobilitazione debole che dia argomenti al governo. Una manifestazione con 30 persone serve solo a far dire che nessuno se ne interessa. In alcune città siamo riusciti a portare mille persone, ma questo richiede logistica, autobus, cibo. Mobilitare è un lavoro serio”, ha avvertito.

Nel corso dell’intervista, Merlo ha anche fatto nomi e cognomi dei principali responsabili del decreto: “Il primo responsabile è il ministro Antonio Tajani, ma anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha firmato il testo. Sono loro i volti del decreto. E noi, come movimento nato all’estero, non siamo schiavi politici di nessuno.”

Al termine della conversazione, Merlo ha ribadito l’impegno del MAIE per la difesa dei diritti di cittadinanza degli italiani all’estero. “Le battaglie che si perdono sono solo quelle che si abbandonano. E questa non l’abbandoneremo.”