La battaglia giudiziaria contro il cosiddetto “Decreto della Vergogna” — convertito con modifiche nella Legge n. 74/2025 — ha appena guadagnato un nuovo e significativo capitolo nei tribunali italiani. Tra i vari aspetti della norma oggetto di contestazione, uno dei più delicati riguarda il trattamento imposto ai minori.
È precisamente questo tema, relativo alla trascrizione anagrafica di un minore, che ha portato il Tribunale di Mantova a sospendere un procedimento e a rimettere direttamente alla Corte Costituzionale la questione di legittimità della norma recentemente introdotta nell’ordinamento italiano, in particolare del nuovo articolo 3-bis della Legge 91/1992.
La decisione, adottata in composizione collegiale — cioè non da un singolo giudice ma dall’autorità congiunta dell’intero collegio — rafforza il peso istituzionale della visione secondo cui la legge potrebbe ledere principi fondamentali della Costituzione imponendo restrizioni ai minori riconosciuti come cittadini italiani iure sanguinis.

Il Tribunale ha affermato espressamente che non è “manifestamente infondata” la dubbio che il nuovo articolo 3-bis della Legge 91/1992, introdotto dalla Legge n. 74/2025, possa violare diversi articoli della Costituzione italiana e trattati internazionali a tutela dei diritti dei bambini. Pertanto, il processo è stato sospeso e gli atti saranno trasmessi alla Corte Costituzionale.
La stessa ordinanza dispone che l’atto venga comunicato alla Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, e ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, evidenziando che si tratta di una questione di interesse nazionale che va oltre il singolo caso concreto.
L’avvocata che patrocina la causa, Maria Stella La Malfa, ha diffuso la notizia venerdì su gruppi WhatsApp specializzati, tra cui quelli dell’associazione Natitaliani, nonché ai propri assistiti. “Oggi sono molto, molto felice”, ha scritto letteralmente, annunciando l’accoglimento della sua tesi da parte del Tribunale di Mantova — un’altra vittoria nella sua serie di azioni contro i comuni che negano la trascrizione dei minori.
A breve, La Malfa spiegherà tutti i dettagli in una intervista esclusiva alla Rivista Insieme, illustrando i fondamenti giuridici che stanno sensibilizzando la magistratura italiana.
Dopo Torino, Mantova. La giurisprudenza comincia a muoversi, come impone la tradizione italiana di difesa dei legami familiari e della dignità dei figli. In tempi di cambiamenti bruschi e di misure che contraddicono pratiche consolidate da generazioni, la Giustizia viene invocata anche per il caso dei minori, che non possono pagare il prezzo di scelte politiche passeggere.
In attesa della definizione della data per il giudizio sull’ordinanza di Torino — e senza sapere se quella di Mantova e altre future decisioni verranno riunite — un altro processo di grande rilievo che riguarda il Decreto della Vergogna è fissato alla Corte di Cassazione per il prossimo 13 gennaio.
In Italia, come sempre è stato, la cittadinanza nasce insieme al figlio — al contrario di quanto pretende imporre il Decreto della Vergogna.

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