Francesco Garibaldi, trisnipote di Giuseppe Garibaldi, è stato a Curitiba all’inizio di novembre e, interrogato dalla Rivista Insieme sul cosiddetto Decreto della Vergogna — che limita il riconoscimento della cittadinanza italiana per discendenza —, ha espresso comprensione verso l’iniziativa del governo. Ha detto di capire “la volontà del governo di regolamentare la cittadinanza dei discendenti all’estero”, considerandola “una scelta imposta dalla necessità di dare ordine, non di impedire il diritto”. Secondo lui, “l’Italia può accogliere un certo numero di persone, ma non può accogliere tutti i pretendenti alla cittadinanza”.
L’intervista si è svolta al Centro Culturale Italo-Brasiliano Dante Alighieri di Curitiba, poco dopo che Francesco Garibaldi aveva visitato il Rio Grande do Sul e Santa Catarina, dove aveva partecipato a eventi in occasione dei 150 anni dell’emigrazione italiana. Durante la conversazione, il giornalista ha osservato che la cosiddetta “Italia nel mondo”, formata da milioni di discendenti sparsi nei cinque continenti, è oggi più grande dell’Italia geografica. Partendo da questa riflessione, ha chiesto al discendente dell’Eroe dei Due Mondi se credesse nella forza di questa Italia diasporica. Garibaldi ha risposto con semplicità: “L’anima e il cuore ci uniscono. Non è una questione di opzioni. È qualcosa che ci lega profondamente.”
Pur dichiarandosi comprensivo delle limitazioni pratiche che i governi devono affrontare, il discendente di Garibaldi ha riconosciuto che le restrizioni alla cittadinanza toccano qualcosa di essenziale, impossibile da ridurre a criteri amministrativi. “Il mondo è vario”, ha detto. “Io sogno un mondo utopico in cui tutti possano andare dove desiderano, avere la cittadinanza e la libertà. Ma c’è un lato concreto che ogni governo deve gestire.”
Più tardi, in serata, Francesco Garibaldi ha partecipato a un evento promosso dalla Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria del Paraná, occasione in cui ha consegnato alla comunità italo-brasiliana di Curitiba un messaggio del Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani. Il documento era stato presentato ufficialmente alle celebrazioni per i 150 anni dell’emigrazione italiana nel Rio Grande do Sul, svoltesi a Garibaldi (RS) il 1º novembre.
Il testo del messaggio di Tajani è il seguente:
Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
MESSAGGIO DEL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE, ON. ANTONIO TAJANI, IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DEI 150 ANNI DELL’EMIGRAZIONE ITALIANA IN RIO GRANDE DO SUL
(Garibaldi, Brasile, 1° novembre 2025)
Ringrazio gli organizzatori e rivolgo un cordiale saluto a tutti i partecipanti. La celebrazione dei 150 anni dell’emigrazione italiana nel Rio Grande do Sul mi consente di rendere omaggio a una storia condivisa di coraggio, lavoro e speranza.
Migliaia di uomini e donne, provenienti in particolare da Veneto e Lombardia, giunsero in questa terra di opportunità con il desiderio di costruire un futuro migliore per sé e per le proprie famiglie. Con impegno, tenacia e creatività, hanno contribuito in modo determinante alla crescita economica, sociale e culturale di questo bellissimo Stato e, con esso, dell’intero Brasile.
Italia e Brasile condividono un legame unico, rafforzato e alimentato anche grazie al prezioso contributo dei 32 milioni di brasiliani di origine italiana. Anche pensando a loro ho lanciato un progetto, a cui tengo molto, dedicato al “Turismo delle radici”, con cui vogliamo incoraggiare i tanti italo-discendenti nel mondo a visitare i luoghi di origine delle loro famiglie, i borghi da cui partirono i nonni, riscoprire le ricette della loro tradizione.
Vogliamo rafforzare il partenariato con il Brasile in tutti i settori. Per questo ho inserito il Brasile tra i Paesi prioritari del Piano per l’Export che ho lanciato per rafforzare la posizione del saper fare italiano di eccellenza in tutti i mercati a più alto potenziale. Il Piano è un pilastro di un’articolata strategia di diplomazia della crescita che ho messo al centro del mio mandato per favorire l’export e l’internazionalizzazione dei nostri territori. Il prossimo accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e i Paesi del Mercosur creerà ulteriori importanti opportunità di partenariato economico e crescita in Brasile e in America Latina, una regione che il Governo italiano ha messo in cima alle priorità europee.
In questo mio impegno per la crescita, il gioco di squadra è cruciale e le comunità italiane all’estero, come quella del Rio Grande do Sul, hanno un ruolo da protagonista. Sono i migliori Ambasciatori del nostro Paese e punti di riferimento per la crescita delle nostre imprese sui mercati esteri.
In questa ricorrenza, desidero rinnovare la gratitudine e la vicinanza del Governo italiano e mia personale a tutti coloro che hanno alimentato il forte legame tra Italia e Brasile, custodendo e tramandando un grande patrimonio culturale condiviso.
Viva l’amicizia tra Italia e Brasile!
Antonio Tajani
La coincidenza tra la lettura del messaggio di Tajani e la presenza del trisnipote di Garibaldi ha dato alla serata un valore simbolico particolare. Da una parte, il ministro accusato da molti di aver limitato il diritto di sangue; dall’altra, l’erede di un uomo che simboleggiò l’unione di popoli e ideali, disposto a comprendere la logica politica della nuova legge. Alla fine dell’intervista, Francesco Garibaldi ha ricordato l’insegnamento del suo trisavolo: “Mio bisnonno credeva nel valore dei popoli che costruiscono il proprio futuro con dignità. Gli italo-brasiliani ne sono la prova vivente.”

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