u < ?xml:namespace prefix = st1 ns = "schemas-houaiss/mini" />BELO HORIZONTE – MG – In una intervista telefonica con Fabio Porta, candidato a deputato nelle recenti elezioni, sono emerse varie perplessità tanto sui meccanismi elettorali, quanto < ?xml:namespace prefix = st2 ns = "schemas-houaiss/acao" />sul funzionamento della macchina elettorale. “Su 10 mila buste arrivate fuori termine in tutta la circoscrizione dell’America del Sud, ben 5.000 sono quelle scartate dai consolati in Brasile e solo 500 in Argentina che ha il doppio degli elettori. Perché?” si chiede Porta, “cos’è che non ha funzionato in Brasile?”

Responsabile della UIL in Brasile e candidato nelle liste dell’Unione, Porta non esita a puntare il dito principalmente sul consolato di Rio de Janeiro, indicandolo come responsabile di un incredibile ritardo nella spedizione dei plichi elettorali, più della metà sarebbero stati spediti oltre i termini minimi, mettendo fuori gioco oltre 10 mila votanti e conseguentemente i candidati che si aspettavano il loro voto.

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Un Brasile penalizzato per la sua simpatia nei confronti dell’Unione, secondo Porta, per il quale questo atteggiamento era già cominciato con il recentissimo allontanamento di Bertinetto dal consolato di San Paolo, Stato che raccoglie di gran lunga la maggior presenza italiana e quindi di votanti di tutto il Brasile. Allontanamento che, per il candidato, non ha favorito l’organizzazione della locale macchina elettorale.

Altro punto importante quello della trasparenza: qui parte una frecciata per il Consolato di Porto Alegre che “ha allestito una urna prima dei termini previsti, e senza i minimi requisiti di sicurezza e trasparenza e dove” aggiunge Porta “c’è stata una forte ingerenza del candidato locale che è anche presidente del Comites”.

Molti i punti oscuri, quindi e non è da stupirsi se a questo punto Porta si aspetta, anche attraverso un intervento del CGIE, un chiarimento dell’Ambasciata.

Come mai le buste arrivate fuori termine in Brasile sono 10 volte quelle dell’Argentina che ha il doppio degli elettori, si chiede il candidato che domanda:”c’è stato troppo zelo in Brasile, nell’interpretazione dei termini per l’accettazione delle buste, o troppa flessibilitá da parte dei consolati in Argentina?”

Sia come sia il risultato di tutto questo, sottolinea Porta, è che “il Brasile ha corso il rischio, per pochissimi voti, di essere l’unico paese nel mondo, di grande presenza italiana, a non avere un rappresentante in Parlamento”.

Auguri a tutti gli eletti e un ringraziamento agli elettori, conclude il nostro intervistato, ma, aggiunge, qualcosa nel meccanismo elettorale va cambiato perché rende possibili irregolarità difficilmente controllabili, come quella sui termini di accettazione delle buste contenenti il voto degli elettori o dell’invio dei plichi elettorali.

La legge elettorale, ci ha detto in conclusione, non è equilibrata perché il 60% degli iscritti nel collegio elettorale sono residenti in un unico Paese. “Abbiamo bisogno – ha chiosato – di una legge che rispetti e dia il giusto valore ai paesi di maggior presenza dell’emigrazione italiana”.