u SÃO PAULO – SP – Il 23 settembre a San Paolo è stato realizato il terzo incontro-convegno della serie “Informare per competere: come difendere e esportare il Made in Italy nel mondo”, promosso in concomitanza con la pubblicazione dello Speciale Paese dedicato al Brasile.

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L’Ambasciatore Valensise: “Sono tante le opportunità offerte alle nostre aziende da questo Paese: basta saperle cogliere in fretta e agire sinergicamente”

Il Brasile può offrire enormi opportunità alle aziende italiane, ma l’Italia deve essere pronta a fare sistema e, con tutti i mezzi a sua disposizione, a cogliere queste opportunità ora, senza perdere altro tempo, prima che la concorrenza lo faccia prima di noi. Questo, in sintesi, quanto emerso lo scorso 23 settembre a San Paolo, nell’ambito dell’incontro-convegno dal titolo “Informare per competere: come difendere e esportare il Made in Italy nel mondo”, svoltosi presso la sede della Camera di Commercio Italo-Brasiliana.

Ad introdurre i lavori è stato il Presidente della CCIE, Edoardo Pollastri, che ha tenuto a ricordare il valore di questo incontro, il terzo tra quelli previsti in concomitanza con la pubblicazione di ogni singolo Speciale Paese, promosso da èItalia ed Economy in collaborazione con Assocamerestero.

Ed è stato proprio Pollastri a parlare di “un momento felice per il Sistema Italia, che finalmente si sta muovendo sinergicamente, come dimostra questo incontro, dove sono presenti Ambasciata, ICE, Camera di Commercio, istituzioni e aziende”; ma si tratta anche di un momento molto positivo per il Brasile, un Paese che sta dimostrando una grande forza: “Non ci troviamo più di fronte ad un ‘elefante dai piedi di argilla’, bensì ad un Paese con istituzioni solide, e con un’economia indipendente dalla politica, e che quindi dimostra di avere grandi potenzialità, nel presente ma soprattutto nel prossimo futuro”.

Dopo una breve introduzione di Giorgio Mulé, direttore di Economy e moderatore dell’incontro, la parola è quindi passata all’Ambasciatore d’Italia in Brasile, Michele Valensise, che, dopo aver portato il saluto delle istituzioni italiane – in particolare del Sottosegretario Giuseppe Drago e del Sottosegretario Giampaolo Bettamio, rispettivamente con delega agli Affari Internazionali e all’America Latina – ha messo l’accento su quello che è l’obiettivo per cui si sta lavorando – e si stanno ottenendo i primi risultati: lavorare tutti insieme, come Sistema Italia, con uno sforzo combinato, in maniera univoca e con un unico scopo, ossia “portare più Italia in Brasile”.

Secondo Valensise, l’Italia deve aiutare il Brasile, anche attraverso i suoi mezzi di comunicazione (in questo caso ben rappresentati da Economy e èItalia), a liberarsi dagli stereotipi che l’attanagliano, e far scoprire all’Italia e ai suoi imprenditori le reali opportunità e potenzialità che questo Paese può presentare.

Ad introduzione degli interventi successivi, l’Ambasciatore Valensise ha quindi voluto fare tre considerazioni. La prima riguarda la nuova situazione che il Brasile si trova ad attraversare: nonostante le problematiche politiche che vedono il Paese al centro delle cronache, le sue istituzioni e la sua economia, così come già accennato dal Presidente Pollastri, continuano a dimostrare una grande forza, una straordinaria capacità di “comportarsi in maniera esemplare.

L’economia – ha spiegato l’Ambasciatore – sta dando segni ulteriori di vitalità, sta raggiungendo obiettivi addirittura superiori alle attese, come dimostrano le esportazioni brasiliane, per le quali quest’anno è prevista una migliore performance rispetto a quanto si prevedeva all’inizio dell’anno. E questo nonostante una politica economica non certo incoraggiante”. Alla stessa maniera, “il sistema istituzionale sta reagendo alle diverse pressioni in maniera, a mio avviso, esemplare. Il Brasile dimostra così di essere una realtà complessa, convulsa, ma assolutamente in crescita”.

In secondo luogo, Valensise ha voluto porre l’accento su ciò che l’Italia sta facendo a livello politico per incrementare i rapporti tra i due Paesi. E in questo senso può essere di grande aiuto la comunità italiana e italo-brasiliana che in Brasile opera: basti pensare che, su 180 milioni di abitanti, 25 milioni sono Italiani o loro discendenti. Non dobbiamo inoltre dimenticare che di origini italiane sono molti esponenti politico-economici, come l’ex Ministro del Bilancio, o l’attuale Ministro dell’Economia. Da qui l’esigenza – così come si sta facendo negli ultime mesi – di ravvivare i rapporti a livello parlamentare, promuovendo diversi incontri, e “fornendo quindi un riscontro, sul piano politico e istituzionale, a ciò che già da tempo avviene in termine di scambi economici, culturali, universitari”.

La terza considerazione condotta da Valensise ha riguardato infine ciò che sta avvenendo in Italia sul piano economico. “Attualmente – ha tenuto a sottolineare – l’interscambio tra i nostri due Paesi equivale a 5 miliardi di dollari: una cifra ridicola, che ci deve quindi spingere a fare di più”. Da qui, l’esigenza di “aprire, competere, non certo chiudere. E’ controproducente innalzare barriere: bisogna favorire le sinergie, la complementarietà d’azione, fare concretamente ‘sistema’”. “Lo spazio per le collaborazioni tra le nostre aziende – ha spiegato ancora Valenzise – è enorme, e dobbiamo quindi entrarvi il prima possibile, perché il mondo non è fermo, e i nostri concorrenti, in particolare – per ovvi motivi culturali – la Spagna e il Portogallo, si stanno già muovendo in questa direzione”.

L’imperativo è quindi quello di muoversi, e di farlo in fretta, ma è lo stesso Ambasciatore a mettere in luce due “debolezze” italiane che bisogna contrastare il prima possibile: in primo piano, la debolezza del nostro sistema bancario, assolutamente in controtendenza rispetto alla concorrenza degli altri Paesi, visto che le nostre banche se ne stanno andando dal Brasile mentre quelle estere stanno iniziando ora la loro penetrazione.

La seconda debolezza riguarda la comunicazione fisica, i collegamenti aerei: la nostra compagnia di bandiera ha infatti eliminato gli unici due voli diretti per Roma, e ciò sta favorendo altre compagnie di bandiera, come quella francese, che invece continuano ad assicurare la propria presenza su questa rotta. Da qui il monito di Valensise: “Dobbiamo evitare questi errori, e dimostrare che siamo al passo con la competizione estera, che ogni giorno sta diventando sempre più dura”.

La parola è quindi passata a tre operatori economici di primo piano: Luigi Massimo Giavina Bianchi, Assessore Speciale della Segreteria della Scienza, Tecnologia, Sviluppo Economico e Turismo di San Paolo; Riccardo Landi, Direttore dell’Ufficio ICE di San Paolo; e Carlo Bassi, Amministratore Delegato di Expocts. In tutti gli interventi è stata ribadita l’importanza di “fare sistema” e di agire in linea con un “tavolo di regia” centrale, affinché gli sforzi, le energie e le risorse economiche non vengano inutilmente disperse. Fondamentale, quindi, anche il ruolo di enti come l’ICE, sempre meno esclusivo “coordinatore di fiere commerciale” e sempre più ente capace di agire sinergicamente per organizzare seminari tecnologici, seminari di collaborazione, corsi di formazione, missioni di operatori brasiliani in Italia e di operatori italiani in Brasile.

Allo stesso tempo, l’ICE si sta sempre più muovendo per preparare le aziende ai mercati che queste si apprestano a penetrare, discutendo con loro le possibilità di collaborazioni industriali – che non significa esclusivamente joint venture, ma anche possibilità, per esempio, di creare una rete distributiva, di comprare materie prime per vendere il prodotto finito. E, proprio per essere più vicino alle aziende, l’ICE sta in questi mesi aprendo una propria “antenna” a Rio de Janeiro, e sta valutando l’apertura di altri “punti di contatto” nel resto del Paese.

Fondamentale, per creare contatti e reti di conoscenza, anche il ruolo delle fiere, come ha spiegato Carlo Bassi. “Perché fare fiera non significa solo vendere metri quadrati, ma spiegare alle aziende le opportunità, affiancarle nel loro operato, selezionare buyer in maniera oculata: solo così si possono aiutare le aziende a fare affari e ad aprirsi ai mercati internazionali”.
A concludere i lavori, gli interventi di numerosi rappresentanti di aziende italo-brasiliane, così come di istituzioni italiane operanti nel Paese sudamericano, a partire dall’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo.

Anche da parte loro è stata ribadita la necessità di avere a che fare con un “attore” unico, che permetta un’azione concreta e sinergica. Allo stesso tempo è stata messa in luce l’esigenza di un’azione combinata sia tra cultura e impresa, sia tra comunicazione e impresa. Se da una parte, infatti, l’Italia della cultura – in quanto sinonimo di eccellenza – può fare da traino alla nostra economia, presentandola con un “biglietto da visita” di primo piano, dall’altra fondamentale risulta il ruolo della comunicazione: solo spiegando agli imprenditori italiani come si muove il Brasile, e cosa offrono le imprese brasiliane, si può veramente pensare di far conoscere in Italia questo Paese dalle mille opportunità.