Argumento exterior, sorte e desgraça para Romano Prodi

u CURITIBA – PR – Assim como foram os votos dos italianos no exterior que determinaram a vitória precária do governo de Romano Prodi, foi a política exterior do governo Prodi que, apenas nove meses depois, determinou a sua queda: por 158 votos a favor (precisava de no mínimo 160), 136 contra e 24 abstenções, o Senado da República italiana rejeitou, na quarta-feira de cinzas, a política ditada pelo ministro das Relações Exteriores, Massimo D’Alema, em seguida a um longo discurso seu naquela casa. Sem maioria, Prodi pediu demissão do cargo de Presidente do Conselho de Ministros. É a primeira vez que um governo italiano cai em função de sua política exterior, embora se saiba que este foi apenas o último pingo d’água que extravasou de uma taça cheia de recursos à fidelidade (pelo menos 11) desde que tomou posse.

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Enquanto estrategistas e analistas fazem as contas da precária maioria de um governo de coalisão para determinar causas e culpados, a efervescente política italiana  já aponta para novas eleições que devem acontecer outra vez também no exterior, como da primeira vez. E também no exterior se deploram fatos e se agitam candidaturas, muitas ainda alimentadas pelo inconformismo da última derrota.

Os destinos da nação italiana dependem agora do presidente Giorgio Napolitano que já no dia seguinte (22.02.2007) iniciou consultas às lideranças das principais forças políticas para tentar a composição de um novo governo, sem excluir a possibilidade de recondução de Prodi dentro de um novo arranjo político. Nesses 281 dias de governo, o Executivo liderado por Romano Prodi dependeu do apoio de 16 partidos que, entretanto, em diversas oportunidades deixaram evidentes dissidências internas. A presença de tropas italianas no exterior, como no Afeganistão, em missões de paz, é uma das questões que dividem opiniões e posições. Prodi declarou que aceita a liderança de um novo Executivo desde que ele seja forte, mas no flanco oposicionista a rejeição de um “Prodi Bis” é evidente.

O governo Prodi durou de 17 de maio de 2006 a 21 de fevereiro de 2007, data em que o Presidente do Conselho de Ministros entregou a carta de demissão nas mãos do presidente da República, Giorgio Napolitano. Seu governo definiu-se com as últimas nomeações em 9 de junho, contando desde então com 26 ministros, 10 vice-ministros e 66 subsecretários, contrastando com os 97 membros do governo anterior (de Sívio Berlusconi, o mais longo da história republicana) e do próprio Andreotti, que em 1991 compôs um governo com 101 membros. O governo Prodi era apoiado por uma coalisão de centro-esquerda, baseada em: l’Unione, l’Ulivo, Democratici di Sinistra, La Margherita, Popolari Udeur, Rifondazione Comunista, Itália dei Valori, Federazione dei Verdi, Rosa nel Pugno e independentes. Seis de seus ministros eram mulheres e para os italianos no mundo designou um vice-ministro com atribuição especial em substituição ao Ministro (sem pasta) para os Italianos no Mundo, criado no governo anterior.

É a terceira vez que Prodi ocupa o mesmo cargo e sua nova retirada acontece quando ainda não estavam concluídos os trabalhos de recontagem das urnas eleitorais da última eleição eivada, segundo seu principal opositor, Sivio Berlusconi, de denúncias de fraudes.

Com a demissão de Prodi, encerra-se o 59º governo da República italiana que em 2 de junho próximo completará 61 anos de vida, o que significa a média de pouco mais de um ano para cada governo.

 


I nove mesi del governo Prodi

n 10 aprile 2006 – L’Unione vince le elezioni e conquista una maggioranza netta di seggi alla Camera grazie ad un vantaggio di soli 25 mila voti (lo 0,06%), ma ha una maggioranza risicatissima al Senato, solo grazie al voto degli italiani all’estero.
n 16 maggio – Il nuovo presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dà a Prodi l’incarico di formare il nuovo governo. Il giorno dopo Prodi scioglie la riserva, presenta la lista dei 25 ministri e giura. Il 18 sono nominati i sottosegretari. Il 19 il Senato vota la fiducia (165 sì, 155 no), la Camera il 23.
n 23 maggio – Prodi interviene contro le esternazioni dei ministri nei primi giorni di governo: “Abbiamo detto la serietà al governo il che vuol dire che bisogna lavorare a testa bassa e parlare soltanto quando è stata presa una decisione”.
n 1 giugno – Il Consiglio dei ministri nomina vice ministri dieci sottosegretari.
n 4 giugno – A San Martino in Campo (Pg) Prodi e i ministri si incontrano per due giorni. Prodi avverte: le responsabilità di governo devono venire prima di quelle di partito.
n 28 giugno – Il Senato vota la fiducia al governo sul decreto di proroga per gli atti regolamentari. E’ il primo degli 11 voti di fiducia chiesti dal governo Prodi.
n 30 giugno – Il Cdm vara il decreto sulla competitività che provoca le proteste di tassisti e liberi professionisti.
n 7 luglio – Il Consiglio dei ministri approva il Dpef, ma alla votazione non prende parte il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, del Prc.
n 27 luglio – La Camera approva l’indulto. La maggioranza si divide. L’Italia dei valori vota contro, il Pdci si astiene. Il 29 l’indulto passa anche al Senato.
n 28 luglio – Il Senato approva il decreto sulle missioni all’estero (Afghanistan in primis) con il secondo dei due voti di fiducia chiesti dal governo per ottenere il sì dei dissidenti.
n 2 agosto – La Camera conferma la fiducia al governo Prodi sulla manovra bis.
n 28 agosto – Il Consiglio dei ministri approva il decreto per la partecipazione italiana alla missione dell’Onu in Libano.
n 7 settembre – Il senatore De Gregorio, eletto nelle liste dell’Idv, lascia il partito di Di Pietro e si svincola dall’Unione. La situazione al Senato diventa ancora più difficile.
n 13 settembre – La presidenza del consiglio smentisce un “presunto coinvolgimento del governo nella pianificazione delle operazioni condotte dal gruppo Telecom”. Il 18 Angelo Rovati si dimette da consigliere della presidenza del consiglio.
n 22 settembre – Un consiglio dei ministri straordinario approva un decreto contro gli abusi nelle intercettazioni.
30 settembre – Al termine di giornate di tensione nella maggioranza, il governo annuncia il varo di una manovra finanziaria da 33,4 miliardi. n 11 ottobre – La Camera approva la mozione del centrosinistra che blocca la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina.
n 12 ottobre – Il Consiglio dei Ministri approva il disegno di legge Gentiloni sul passaggio delle tv al digitale terrestre.
n 13 ottobre – Prodi viene ricevuto da Papa Benedetto XVI.
n 23 ottobre – La Camera approva definitivamente la legge Mastella, che modifica parti della riforma dell’ordinamento giudiziario varato nella precedente legislatura.
n 28 ottobre – Vertice di Prodi con ministri, partiti e capigruppo della maggioranza a Villa Pamphili.
n 4 novembre – Si svolge a Roma un corteo contro la precarietà al quale pertecipano i vertici di Verdi, Pdci e Prc.
n 19 novembre – Prodi critica la presenza di Diliberto al corteo del 18 per la Palestina:”Basta giocare con la piazza”.
n 20 novembre – Il Consiglio dei ministri nomina i nuovi vertici dei Servizi. Al Sismi va Bruno Branciforte, al Sisde Franco Gabrielli, al Cesis Giuseppe Cucchi.
n 1 dicembre – Alla presenza del ministro della Difesa, Arturo Parisi, viene ammainato il tricolore a Nassiriya e si conclude formalmente la missione italiana in Iraq.
n 10 dicembre – Prodi è contestato al Motor Show di Bologna.
n 11 gennaio 2007 – Comincia a Caserta il seminario di Governo che vede riunite per due giorni tutti i leader e le forze della maggioranza. Prodi nega la contrapposizione tra riformisti e radicali e lancia l’agenda per la crescita. La riforma delle pensioni non farà parte dei provvedimenti immediati. A margine, il Cdm approva il piano per il rilancio del mezzogiorno.
n 16 gennaio – Prodi, durante la visita in Romania, dice che si farà l’ampliamento della base di Vicenza, chiesto dagli Usa.
n 25 gennaio – Il Consiglio dei ministri approva il pacchetto Bersani sulle liberalizzazioni. Novità su assicurazioni auto, ricariche telefoniche, trasparenza del prezzo dei carburanti, libertà di recesso da abbonamenti a tv, telefonia e internet.
n 31 gennaio – La Camera approva la mozione dell’Unione sulle coppie di fatto. L’Udeur vota con la Cdl. L’esito del voto spiana la strada alla presentazione del ddl Bindi-Pollastrini.
n 1 febbraio – Il Senato approva un odg della Cdl che sostiene la relazione e la posizione del governo sull’allargamento della base militare Usa di Vicenza espressa dal ministro della difesa Arturo Parisi, mentre la maggioranza vota contro.
n 7 febbraio – Dopo gli incidenti di Catania-Palermo e l’uccisione dell’ispettore di polizia Filippo Raciti il Consiglio dei ministri approva il decreto legge e il disegno di legge contro la violenza negli stadi.
8 febbraio – Il Consiglio dei ministri approva il ddl sulle unione delle coppie di fatto, anche omosessuali: i “Dico”. Assenti Mastella e Pecoraro Scanio.

(www.repubblica.it)