u SAN PAOLO-SP – Tra il fumo e l’andatura veloce delle macchine che ogni giorno attraversano l’avenida 23 de Maio, nel cuore di San Paolo, si celano alcuni dei numerosi contributi con cui i calabresi hanno impregnato la cultura brasiliana . Parla così Emilia Cairo, co-autrice del libro “Calabriasil – A Historia dos Calabreses em Sao Paulo , pubblicato dalla casa editrice Madras, che sarà distribuito nelle librerie a partire dai primi giorni di novembre. Nata a San Marco Argentano, in Provincia di Cosenza, Emilia fa riferimento ai contributi esposti alla Praça Artesoes da Calabria, dove ci sono degli archi di colore rosso e grigio che fanno bella mostra di sè di fronte ai milioni di automobilisti che ogni giorno passano da lì.

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Emilia Cairo è partita dalla Calabria alla volta del Brasile quando aveva 8 anni , insieme alla madre e a un fratello. A San Paolo ha riabbracciato il padre e altri tre fratelli, che si erano già trasferiti per motivi di lavoro. Anche se la sua famiglia ha deciso di rimanere in Brasile, Emilia non ha voluto perdere le radici calabresi. Nella capitale paulista si è laureata in Lettere e in Scienze delle Comunicazione, e nel 1992 ha fondato il Circolo Calabrese di San Paolo e l’Istituto Italiano Leonardo da Vinci, entrambi destinati a promuovere l’insegnamento della lingua e della cultura italiana nella città più grande dell’America Latina. L’autrice di “Calabriasil” è anche vice presidente del Comites (Comitato degli Italiani all’Estero) di San Paolo ed è la presentatrice del programma radiofonico “Buon Giorno Italia” .

Della Regione in cui è nata parla con tenerezza . “I calabresi a San Paolo, in generale, si sono distinti in diversi settori: economia, industria, commercio, arte e architettura . Sono stati loro i precursori, con la lavorazione dei mattoni di argilla, della costruzione delle case in Brasile“. L’autrice ricorda anche il contributo calabrese nel campo della gastronomia e non dimentica la diffusione della fede cattolica tra la popolazione di San Paolo. “La devozione ai Santi, come San Francesco da Paola e la Madonna dell’Acheropita, ancora fortissima tra i brasiliani, ne sono esempi“.

Emilia ha scritto questo libro per promuovere l’immagine della Calabria soprattutto tra le nuove generazioni , che spesso sanno poco o nulla circa la cultura millenaria del Mezzogiorno d’Italia. “Da quando ho fondato il Circolo Calabrese di San Paolo, ho il desiderio di scrivere qualcosa sulla Calabria e sull’immigrazione calabrese “. L’incontro con il co-autore del volume, Luiz Antonio Grecco, nipote dei calabresi, le ha permesso di concludere il progetto. Anche Grecco vive a San Paolo, dove opera nel settore delle costruzioni, della pedagogia e della psicanalisi. Prima di “Calabriasil“, ha scritto “Ipiranga: Suas Ruas, Nossa Historia , in cui ricostruisce la storia di uno dei quartieri più tradizionali della metropoli brasiliana.

Emilia Cairo ricorda come, malgrado la maggior parte degli italiani partiti per il Brasile siano arrivati dal Nord della Penisola (soprattutto dalle Regioni del Veneto e del Trentino Alto Adige), dalla fine del XIX secolo all’inizio del XX, circa l’11 per cento del 1.500.000 di immigranti proveniva dalla Calabria. A parere dell’autrice, il numero è stato sufficiente perchè questa “regionalità” lasciasse il segno nella cultura brasiliana. “Tutto questo può essere trovato nelle pagine di Calabriasil, attraverso dei testi e delle foto che li accompagnano “. La pubblicazione, inoltre, contiene anche alcuni aspetti della geografia calabrese, ripercorre le abitudini e presenta alcuni proverbi tipici della Regione meridionale d’Italia.

Sulla questione della diversità tra il Nord e il Sud italiani, Emilia conclude: “La diversità… esiste ancora. L’Italia si è unificata soltanto sulla carta. Però, la disparità regionale mi sembra eterna. Noi, italiani residenti all’ estero, siamo italiani nel Paese in cui abitiamo. In Italia invece siamo calabresi, siciliani, campani… Proprio come ha cantato Nicola Paone nella canzone Ue! Paesano”.