CURITIBA – PR – Juntamente com os deputados Ottobre, Bueno, Merlo, Farina, Fedi, Garavini, Gnecchi e La Marca, o deputado Fabio Porta apresentou projeto de lei no Parlamento Italiano prevendo a eliminação dos prazos para o requertimento da cidadania italiana por direito de sangue. A proposta beneficia especialmente os descendentes de imigrantes trentinos que, desde 2010, com a preclusão dos prazos dados pela lei 379, de 14 de dezembro de 2000, não podem mais requerer o reconhecimento formal de suas origens italianas.
“Não há um motivo plausível – afirmou o deputado Fabio Porta – para que uma lei essencialmente reparadora, como aquela da cidadania aos trentinos, contenha prazos temporais”. A proposta de lei atende especialmente à reivindicação da comunidade trentina no Brasil, onde vive o maior número de descendentes daqueles territórios uma vez pertencentes ao Império Áustro-Húngaro. O pedido foi apresentado a Porta em Curitiba, no início do mês passado, por representantes da comunidade trentina no Brasil. Há poucos dias, Porta endereçou, atendendo aos mesmos pedidos, solicitação de informações ao governo italiano cobrando providências a respeito do andamento dos processos encaminhados a Roma para análise de uma Comissão Especial.
Ao divulgar a proposta apresentada através de um comunicado à imprensa, o deputado Fabio Porta afirma que, para os trentinos, o acolhimento é um “ressarcimento devido, não apenas pelo grande prejuízo histórico e humano sofrido após o término da Primeira Guerra Mundial, mas também pelos danos causados pelo atraso no esame dos processos apresentados e que ainda restam nas gavetas do Ministério do Interior”. Dos cerca de 50 mil pedidos encaminhados a Roma, nem a metade foi ainda examinada.
A seguir, publicamos o comunicado divulgado pelo deputado Fabio Porta em italiano:
PORTA (PD): “RIAPRIRE I TERMINI PER LA CITTADINANZA AI TRENTINI”
Il deputato eletto nella Ripartizione America Meridionale ha presentato un disegno di legge per annullare i termini per la presentazione delle domande di cittadinanza. Altri firmatari gli onorevoli Ottobre, Bueno, Merlo,Farina. Fedi, Garavini, Gnecchi e La Marca
“Si è riaccesa la discussione sulla cittadinanza e sui criteri per concederla, solo perché il neoministro per l’integrazione, Cécile Kyenge, ha riaffermato una cosa che da Napolitano in giù tanti pensano: chi è nato in Italia deve essere considerato italiano. E’ ciò che accade, in situazioni analoghe, in tutti i paesi più civili del mondo. Più sale la polemica, però, spesso viziata da pregiudizi e propagandismo, e più si corre il rischio di trasformare la cittadinanza, come purtroppo è accaduto nelle due precedenti legislature, nella famosa notte in cui tutte le vacche diventano nere”. Sono queste le parole d’esordio con le quali l’on. Fabio Porta ha presentato una sua proposta di legge sul tema della cittadinanza. I casi, invece, sono diversi tra loro – ha proseguito Porta – e diverse e specifiche debbono essere le normative per affrontarli. I discendenti dei trentini che abitavano le terre dell’ex impero austro-ungarico e che non hanno potuto esercitare l’opzione prevista dal trattato di San Germano del 1920, ad esempio, dopo ottant’anni di attesa si sono visti finalmente concedere la possibilità di fare la domanda di cittadinanza italiana da una legge ad hoc, la n. 379 del 14-12-2000, i cui termini pur prorogati sono scaduti tuttavia a dicembre del 2010. Non c’è una ragione plausibile – ha affermato ancora l’on. Porta – per cui una legge sostanzialmente riparatrice, come quella per la cittadinanza ai trentini, debba avere sbarramenti temporali. E infatti non li posti la legge successiva approvata per gli abitanti dei territori dell’ex Jugoslavia, che è restata giustamente aperta per dare il tempo di recuperare le situazioni venutesi a creare per vicende storiche dolorose che si sono riversate sulla vita degli individui.
Per questo, assieme ai colleghi Ottobre, Bueno, Merlo, Farina, Fedi, Garavini, Gnecchi, La Marca, ho presentato un disegno di legge volto a cancellare i termini di richiesta della cittadinanza e a uniformare dal punto di vista normativo le situazioni dei territori che nel Novecento hanno subito passaggi di stati e di frontiera. Per i trentini si tratta di un risarcimento dovuto, non solo per il grande danno storico ed umano che hanno subito all’indomani della Prima guerra mondiale, ma anche per la beffa del ritardo che si è accumulato nell’esame delle pratiche che sono state presentate nei termini e che ancora giacciono al Ministero degli Interni. Delle circa 50.000 richieste, nemmeno la metà è stata esaminata! Su questo aspetto nelle scorse settimane ho presentato un’interrogazione ai Ministri degli Esteri e dell’Interno, proponendo una serie di soluzioni per dirimere la matassa che si è aggrovigliata. Mi auguro – ha concluso Porta – che sulla legge vi sia la convergenza dei gruppi maggiori in tempi rapidi e che sulle pratiche pregresse si diano risposte non rituali ed evasive”.
Roma, 7 maggio 2013 – Ufficio Stampa On. Fabio Porta