u PORTO ALEGRE-RS – Il presidente del Comites di Porto Alegre Adriano Bonaspetti in una recente intervista sui problemi delle cittadinanze che vanno molto  male e sui corsi di Lingua Italiana che vanno molto  bene, è comunque ottimista quanto al futuro  delle relazione dell’Italia con i suoi concittadini all’estero, anche perché sembra che  ci potrebbero essere accordi con il Ministero degli Affari Esteri per terminare le file di fronte ai consolati, e  per non mantenerle nella sala d’aspetto.

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Bonaspetti, come vede le recenti dichiarazioni dei Comites sulle file che arrivano a 800.000 persone in tutto il mondo,  in cui  la parte del Brasile è di 500.000?

 

“La mia opinione non è diversa da quella della maggior parte dei membri dei Comites di tutto il Brasile e del Sudamerica. Praticamente  la situazione attuale è un disastro, qui nel Rio Grande del Sud abbiamo 53.000 persone di origine italiana in attesa della cittadinanza da una decina d’anni  e purtroppo la fila non  cammina.

L’anno scorso hanno  ricevuto la cittadinanza  1.300 persone,  se andiamo di questo passo  ci vorranno 45 anni per terminare questi numeri, ma se ne  aggiungono tutti gli anni degli altri aumentando sempre di più le richieste. Questo è un problema che si può risolvere solo con l’aumento del personale consolare, qui ci vorrebbero almeno 5  addetti a tempo pieno che in un paio di anni metterebbero tutto a posto, poi per non avere più ritardi almeno 2 persone dovrebbero rimanere  per espletare le richieste che man mano si presentano.

Questo non è un problema poi così pesante se si ha la volontà di risolverlo, in America Latina abbiamo più  di questi problemi che in altri continenti, ma con l’aiuto dei Comites e dei Patronati si potrebbero risolvere, ma il Ministero Affari Esteri ha negato la partecipazione  di  Comites, Patronati o Associazioni nella  soluzione delle lunghe file che sono sempre di fronte ai Consolati. La nostra  proposta è che i Consolati selezionino le persone di cui hanno bisogno e la Comunità li paga, ma anche questo non è stato accettato.

 

Il problema, ora è diventato anche politico, c’è stata una indiscrezione in cui il ministro avrebbe detto “ non  possiamo concedere le 500.000 cittadinanze richieste perchè appena finito questo numero ne sorgerebbero altrettante”. Comunque  l’ambasciatore Valensise  nell’incontro con il CGIE e Comites recentemente a Brasília, si è mostrato molto disposto a collaborare. Chiaramente anche i nostri politici, Pollastri, Pallaro & Cia. dovrebbero muoversi. Politicamente come si mettono le cose se non succede niente?

 

Il governo è il primo che deve rispettare la legge, il governo deve assolutamente provvedere che le cose vadano a buon fine. Se cambierà la legge sarà un altro problema, ma se c’è questa legge vuol dire che è utile all’Italia, perchè queste persone acquistando la cittadinanza  diventano clienti dell’Italia aumentandone il turismo e il consumo di prodotti italiani fabbricati nella penisola così come qui, come i prodotti Fiat, Pirelli, Barilla,  Prosecco, ecc. e anche se qualcuno volesse andare a lavorare in Italia, ma sono pochi, sarà meglio per la società italiana che avere asiatici, africani ed altri di cultura molti diversa dalla  nostra, il governo non può dire “non ci conviene”  perché la legge comanda il compimento dei suoi dettami, se la legge cambiasse, chi è nato prima di un eventuale combiamento della legge stessa avrà il diritto alla cittadinanza, perchè non è che cambiando la legge si fermerà questa valanga di richieste. L’Italia non deve aver paura dei nuovi cittadini, perché la maggior parte di questi, se non tutti, praticamente richiedono la cittadinanza per una questione di attaccamento alle tradizioni familiari, alla loro memoria, per la cultura, la storia,  non per andarci ad abitare, sono pochisismi quelli che ci vanno e lì rimangono per necessità di lavoro, ma anche se fosse sarà meglio per l’ Italia avere un  italiano nato all’estero che uno di diversa estrazione e costumi.

 

Voi qui nel Rio Grande del Sud, avete molti corsi di lingua italiana, qual’è la richiesta, quali sono i numeri, da parte dei discendenti ma anche  dei brasiliani?

 

La richiesta è abbastanza grande dovuto al grande interesse che suscita attualmente l’Italia. L’Associazione Culturale è stata fondata nella gestione anteriore del Comites riunendo le Associazioni Culturali  legate all’Italia dello Stato del Rio Grande del Sud, questo ha facilitato molto l’espansione dell’insegnamento della lingua italiana perché si usano le  loro sedi per i corsi e amministrativamente contribuiscono all’immatricolazione che viene effettuata anche via internet.

Attualmente siamo sui 15.00 alunni, credo che nel prossimo anno arriveremo ai 16.000 , nei prossimi anni le previsioni ci danno 25/30.000 alunni, un aumento significatico sia nelle scuole pubbliche che in quelle private. Attualmente stiamo organizzando un Corso di Formazione per insegnanti delle scuole pubbliche. Porto Alegre ha fatto un accordo in cui ci saranno perlomeno una ventina  di scuole in cui si insegnerà la lingua italiana come Lingua 1 oppure Lingua 2, e in tutto lo Stato sono moltissime le scuole che insegnano la nostra lingua”.