Deputado Fabio Porta ataca a “política míope” do governo italiano em relação às comunidades itálicas espalhadas pelo mundo


PATROCINANDO SUA LEITURA

Cortes orçamentários são simplesmente “estúpidos”, diz o parlamentar, ao observar que alguns consulados poderiam sobreviver apenas com as taxas cobradas dos cidadãos.

u CURITIBA – PR – Outra dura crítica ao governo italiano em relação à sua “política míope” voltada à grande comunidade italiana esparramada pelo mundo foi desferida na quarta-feira (24.06.2009) que passou pelo deputado Fabio Porta. Num longo comunicado à imprensa, o parlamentar eleito pela Circunscrição Exterior na área da Amérida do Sul adverte que tal política penaliza o “Sistema Itália” em todo o mundo e pergunta se também está arquivado o projeto de reforço da rede consular italiana na América do Sul. “A fase três foi iniciada”,  escreveu o parlamentar, classificando os cortes orçamentários como medidas simplesmente “estúpidas”. Num momento de crise como o atual – sustenta o deputado – a saída está na “abertura aos novos mercados, na internacionalização de nossas empresas” e tudo isto pressupõe um reforço da rede diplomático-consular.
Do ponto de vista econômico, o deputado Fabio Porta coloca em dúvida a intenção dos cortes orçamentários. Pergunta, com base em dados divulgados pela imprensa, se é verdade que a cada ano a Itália gasta seis milhões de euros apenas em passagens para seus diplomatas.
Alguns consulados, observa ainda, poderiam ser auto-suficientes com os recursos que são angariados através dos pagamentos de taxas e emolumentos pelos seviços prestados à comunidade. Sabe-se que esse dinheiro vai a Roma e não volta aos locais de origem. Em compensação, a rede diplomática honorária, responsável pelo atendimento em países continentais como o Brasil, além da crônica falta de recursos, é reduzida em suas atribuições. Veja a seguir, na íntegra, o comunidado do deputado Fabio Porta:


u L’On. Fabio Porta (PD) nel corso dell’audizione in Parlamento del Sottosegretario Mantica sulla razionalizzazione della rete consolare.

Una politica miope e poco lungimirante che colpisce duramente oltre mezzo milione di nostri connazionali, penalizza il ‘Sistema Italia’ nel mondo, non combatte gli sprechi e mortifica le serie professionalità presenti all’estero. Archiviato il rafforzamento della rete in Sudamerica?”

La fase tre e’ iniziata: dopo i pesanti tagli a lingua e assistenza e l’attacco al sistema di rappresentanza, lo smantellamento della rete consolare rappresenta l’anticamera della “soluzione finale” per la presenza italiana all’estero, che si concretizzerà presto grazie alla manovra triennale del governo Berlusconi-Tremonti-Mantica che passerà alla storia come il più cattivo e meno lungimirante in relazione al rapporto con la nostra grande collettività residente all’estero.

Una politica miope, che per risparmiare poco più di otto milioni di euro, danneggia quasi mezzo milione di nostri connazionali costringendoli ad essere assistiti da consolati spesso distanti centinaia di chilometri da quello che verrà chiuso a seguito del piano di razionalizazzione presentato alle Commissioni Esteri di Camera e Senato dal Sottosegretario Sen. Alfredo Mantica.

“Un progetto di razionalizzazione che sfugge ad ogni logica e criterio” – come ha dichiarato il responsabile per gli italiani nel mondo del PDL, On. Aldo Di Biagio – “un grave scacco alla nostra presenza all’estero ed alla storia della nostra emigrazione; (…) “un piano maldestro che manterrà inalterate le sacche di sprechi e privilegi del MAE” (sono sempre parole del mio collega Di Biagio).

Non si tratta di una razionalizzazione, ma di un mero (e stupido, e poi spiegherò perché) esercizio di riduzione di spesa, in linea con i “tagli lineari” con i quali il Ministro Tremonti sta massacrando il già irrilevante – se comparato con le altre potenze di quel G8 del quale con tanto orgoglio ed enfasi propagandistica il nostro governo e’ presidente di turno – bilancio del Ministero degli Affari Esteri.

Siamo la nazione che destina il numero minore di risorse alla politica estera, quella più lontana dagli obiettivi del millennio che prevederebbero un significativo apporto (intorno allo 0.7 pper cento del PIL) alla cooperazione allo sviluppo.

Tagli indiscriminati e scriteriati, quindi.

Ho detto anche tagli “stupidi”, perché?

In un momento di crisi economica e di recessione una delle poche vie d’uscita per le nostre imprese e per il tanto declamato (anche qui ormai solo a parole) “Sistema Italia” sta nell’apertura ai nuovi mercati, nell’internazionalizzazione delle nostre imprese; tutto ciò presupporrebbe un potenziamento della rete diplomatico-consolare all’estero non il suo contrario.

Facendo mia la giusta osservazione del Vice Segretario Generale del Cgie per i Paesi anglofoni, Silvana Mangione, chiedo al governo italiano se “è a conoscenza del fatto che la FIAT è stata appena autorizzata all’acquisto di gran parte degli asset della Chrysler e che Detroit e il Michigan diventeranno punto chiave per le operazioni negli USA della nostra massima industria. Ovviamente questo è il momento più adatto a potenziare, non cancellare il Consolato di Detroit”. Un appello ripreso proprio in questi giorni dal Presidente del Comites di Detroit che ha indirizzato una lettera sul caso al Presidente del Consiglio Berlusconi.

Gli italiani che vivono in America Latina, secondo quanto annunciato dal Sottosegretario Mantica e dal suo piano di razionalizzazione, dovrebbero dormire “sonni tranquilli” e apprezzare tale piano che in effetti mantiene inalterata l’attuale presenza consolare sul territorio.

Peccato però che il Sottosegretario dimentica che il piano di razionalizzazione consolare presentato dal governo Prodi e confermato nel corso della sua prima audizione in Commissione Esteri come Sottosegretario agli Esteri con delega per l’America Latina dell’attuale governo On. Enzo Scotti prevedeva per questo continente un rafforzamento proporzionale alla grande presenza della nostra collettività ma anche ad una precisa strategia di rafforzamento ed espansione degli interessi di natura economica e commerciale delle nostre imprese.

Il Sottosegretario Sen. Mantica ci ha informato che a settembre-ottobre, nel corso di una nuova audizione, ci informerà relativamente alla seconda fase della razionalizzazione, che dovrebbe prevedere nuovi investimenti ed una eventuale espansione della nostra rete consolare.

Mi sia permesso, alla luce del quadro complessivo appena esposto, un motivato pessimismo.

Questa presunta razionalizzazione della rete consolare non e’ infatti accompagnata da una seria lotta agli sprechi (e’ vero, ad esempio, che ogni anno si spendono sei milioni di euro per i traslochi dei diplomatici, come riportato recentemente da un’agenzia di stampa?), e nemmeno da una seria analisi delle “entrate”, ossia dei contributi e delle imposte che permetterebbero oggi a tanti consolati praticamente di autofinanziarsi (e qui chiedo al Sottosegretario: perché non fornire anche una tabella su questo tipo di ricavi, che ci darebbero forse un quadro diverso e sicuramente più completo della situazione?).

Se queste cruciali domande rimarranno senza risposta sono certo che anche la “fase due” della razionalizzazione non conterrà nessun intervento di rafforzamento della rete consolare in Sudamerica, che già oggi vive al limite delle sue possibilità e sicuramente molto al di sotto del livello necessario per assicurare al nostro Paese un efficiente supporto diplomatico e di servizi a favore della nostra comunità ivi residente e di una seria strategia di penetrazione commerciale.
 
Nel frattempo segnalo al governo che in Sudamerica le agenzie consolari onorarie sono state private delle loro già scarse attribuzioni, non potendo costituire così un supporto valido alle nostre collettività in territori vastissimi come quelli dei Paesi sudamericani, e che gli stessi istituti di patronato, che possono contare su una rete capillare distribuita su tutto il territorio, sono da anni in attesa di uno specifico accordo con il Ministero degli Esteri che dia attuazione a quanto già previsto dall’art. 11 della legge 152 del 2001 in materia di attività di supporto alle attività diplomatiche e consolari.
 
A questo attacco concentrico, che secondo alcuni prevederebbe una analoga, contemporanea e funzionale riduzione del numero dei Comites presenti sul territorio, i deputati del Partito Democratico si stanno opponendo con proposte alternative a mantenendo alta l’attenzione dell’opinione pubblica italiana nel mondo su questi temi.

Sono certo che anche con i parlamentari degli altri gruppi, che in più di una occasione hanno dimostrato una forte sensibilità su queste tematiche nell’interesse del Paese e della sua presenza all’estero,  sapremo organizzare un fronte comune per scongiurare il nefasto tentativo in atto che non mortifica solo le nostre collettività all’estero ma umilia anche i tantissimi impiegati e funzionari che all’estero lavorano con serietà e dedizione presso le nostre sedi diplomatiche e consolari.

Roma, 24 giugno 2009 – Ufficio Stampa On. Fabio Porta