u SAN PAOLO- SP
– Il 9 agosto dopo essersi incontrato con gli esponenti della coalizione dell’UNIONE, l’on. Gianni Pittella si è diretto nella sede del Circolo Italiano, dove ha incontrato gli esponenti della comunità italiana di San Paolo.
Ricevuto dal presidente del Circolo Mario De Fiori, assieme ad alcuni esponenti di sinistra, tra cui Fabio Porta, Rita Blasioli, Natalina Berto, presenti tra il pubblico molti personaggi di destra, ha iniziato la sua allocuzione.
“Mi considero una persona conosciuta qui tra voi, con rapporti stretti, molto intensi, sarà la 4a oppure 5a volta che vengo in questa città e quindi mi posso permettere di evitare qualsiasi orpello retorico, perché credo che interessi a tutti parlare delle cose concrete che ci riguardano e dire a parole chiare, perlomeno dal nostro punto di vista, quello che è la coalizione del centro-sinistra, nella quale insieme al sen. Franco Danieli ed altri esponenti, anch’io sono un portavoce.
Prima cosa che voglio dire, in un messaggio che sarà come ascolterete, improntato alla massima concretezza ed alla massima schiettezza, è che non dobbiamo permettre, in nessun modo, che una conquista che è stata raggiunta con l’ausilio e l’apporto di tutti, mi riferisco al voto degli italiani all’estero, per i loro rappresentanti nel parlamento italiano, venga messo in forse da manovre di retrobottega parlamentare in opera ancora in queste settimane, per rinviare il voto al 2011.
Questo è il primo punto sul quale credo vi possa essere una grande convergenza, perché ritengo che oltre alla posizione dell’UNIONE vi sia una posizione della stessa indole anche nell’altro schieramento di centro-destra, almeno in alcuni suoi rappresentanti. Noi dobbiamo impedire che problemi più o meno fondati o infatizzati possano essere utilizzati per rinviare questo appuntamento che è stato guadagnato nel corso di anni e che rappresenta un grande strumento concreto a disposizione della comunità italiana all’estero.
E, vedete, non è scontato che si possa, nella prossima primavera, esercitare questo diritto costituzionale, perché ben sapete che per esercitare questo diritto c’è bisogno che i 18 parlamentari vengano assunti dal numero dei parlamentari attualmente previsti per il parlamento italiano e c’è bisogno di un voto del parlamento in tal senso, provvedimento che ancora non è stato fatto, quindi penso che debba giungere da questa nostra assemblea un monito, non un invito, ai parlamentari italiani di qualsiasi parte politica, a non regalare una brutta pagina a questa assemblea politica che sarebbe davvero un pagina indecorosa nella vita e nella storia del Parlamento italiano, e non voglio fare il portatore di iella, ma sarebbe la definitiva sepoltura del diritto di voto, perché rinviare al 2011 significherebbe mettere una pietra tombale su questo legittimo strumento che voi avete avuto grazie ad una legge costituzionale.
La seconda cosa che voglio dirvi, è che mi auguro che il confronto politico ed elettorale che ormai salirà di tono, più ci avviciniamo alle elezioni, sia fatto all’insegna della limpida dialettica politica, senza scendere in accuse, in attacchi personali, senza trasformare una campagna elettorale che deve essere una palestra di idee, in un brutto teatro di inveraconde polemiche ed invettive personali. Sarebbe anche questo un modo per disonorare la nostra comunità che vive ed opera all’estero.
Per quanto ci riguarda, noi vogliamo essere rispettosi di questo assunto, presentandoci al confronto elettorale come coalizione politica. Infatto abbiamo deciso con Romano Prodi, di presentare le nostre liste di centro-sinistra sotto l’insegna dell’UNIONE, la stessa coalizione che si presenta in Italia si presenterà anche nel collegio estero e noi invitiamo gli altri amici, dell’altro schieramento, di fare altrettanto e lo facciamo per una ragione semplice, per rispetto alla politica, per rispetto alla comunità italiana all’estero che non è figlia di un dio minore, ma che come gli italiani che stanno in Italia ha il diritto ed il dovere di partecipare alla dialettica parlamentare che c’è oggi in Italia e che è una dialettica fondata su due schieramenti, uno di centro-destra ed uno di centro-sinistra, non ci sono nel parlamento i figli di nessuno, ci sono parlamentari che appartengono ad uno schieramento o ad un’altra squadra. L’Italia ha scelto da anni il bipolarismo, ha fatto bene o ha sbagliato, conta poco, conta che questo sia oggi il quadro della politica italiana e lo scontro che ci sarà alle elezioni politiche sarà esattamente questo, da una parte il centro-destra che candidarà Berlusconi o altri e dall’altra parte il centro-sinistra che candidarà verosimilmente Romano Prodi.
Che senso ha per la comunità all’estero mettersi in una posizione di splindere (da splitting = divisione/separazione/frazionamento) i due poli, quale ruolo potrebbe avere nel parlamento una rappresentanza che non sia incanalata in uno dei due schieramenti, cosa conterebbe un parlamentare della comunità italiana all’estero che fosse inserito in questa dinamica – sarebbe un isolato – sarebbbe un solitario che sta in parlamento a fare qualche piccola petizione di carattere territoriale, inascoltato da un polo e dal’altro.
Dunque il messaggio per quanto ci riguarda, lo abbiamo già deciso, ci presenteremo come UNIONE, ma il mio auspicio è che anche il centro-destra presenti le sue liste con nomi e cognomi, come è giusto che sia e anche per rispetto alla battaglia che alcuni esponenti del centro-destra hanno portato avanti per il voto all’estero. Non sarebbe uno stile dignitoso per chi ha voluto il voto all’estero e mi riferisco al min. Tremaglia, scendere in sotterfugi elettoralistici, proporre e costruire liste anonime all’insegna di una italianità separata dai partiti, dalle forze politiche, dalla dialettica politica che ci deve essere nel parlamento italiano.
Naturalmente la nostra battaglia elettorale non sarà separata dai programmi che presentiamo e che stiamo costruendo, abbiamo già alle spalle una battaglia su alcune questioni che abbiamo fatto come esponenti politici, come singoli partiti, come associazioni e che riguardano alcuni punti fondamentali che sono i punti del programma dell’UNIONE di centro-sinistra.
Il primo punto programmatico è l’integrazione. Noi siamo perché la nostra comunità italiana all’estero sia sempre più integrata nella realtà ospitante. Il secondo punto è la solidarietà. Sappiamo che una parte dei nostri connazionali versa in situazione di bisogno e a quella parte noi dobbiamo dare la nostra solidarietà, il supporto del governo e del parlamento.
La terza parola d’ordine del nostro programma è valorizzare le eccellenze. Sappiamo che vi sono tra gli italiani all’estero, qui in America Latina e in altre parti del mondo, italiani che si sono distinti e si distinguono in tutti i campi della vita civile, della cultura, della ricerca, dall’impresa alla solidarietà, in tutti i campi del vivere civile, ci sono degli italiani che hanno raggiunto anche in politica dei vertici importanti, e noi questa risorsa intendiamo valorizzarla, metterla a rete con le eccellenze e i talenti che abbiamo nel nostro paese.
Il quarto punto è la partecipazione, che significa partecipazione al voto, elezione dei 18 parlamentari, anche rilancio dei Comites che non possono vivere con una penuria di risorse finanziarie e con attese sempre maggiori da parte dei nostri connazionali, perché il cittadino chiede al Comites di svolgere il suo ruolo, chi presiede i Comites o che fa parte di essi fa il massimo per dare risposte, ma si trova nelle condizioni di assoluta penuria finanziaria per svolgere appieno le proprie funzioni e le ultime leggi finanziarie hanno progressivamente depotenziato le dotazioni a disposizione dei Comites.
Lo stesso discorso potremo farlo per il CGIE, sono convinto che l’elezione dei 18 parlamentari non significhi automaticamente lo scioglimento del Consiglio generale degli italiani all’estero, probabilmente dovrà conoscere un cambio di funzioni, un ruolo di maggiore supporto per la deputazione italiana eletta nel collegio estero, ma sarà credo, gravato da ulteriori importanti responsabilità.
Così come sono certo che il programma dell’UNIONE prevede un rafforzamento delle reti diplomatiche, parlo delle ambasciate, delle rappresentanze permanenti, dei consolati, tutte strutture, punti di riferimento del Sistema Italia, che nel mondo di oggi sono solo una sorta di mille nomadi, isolate, che non fanno rete tra loro e sono state nel corso degli ultimi anni private dei mezzi finanziari necessari per portare avanti le politiche per la cooperazione, per le relazioni esterne, e che rappresentavano un fiore all’occhiello, una politica prioritaria del nostro paese nel mondo.
E poi l’informazione, qui un discorso che ci siamo fatti tante volte e che dobbiamo assumere come tema prioritario, se la nostra coalizione andrà al governo dovrà onorare questo impegno, una maggiore informazione, ma soprattutto una informazione circolare, non il propinare programmi e palinsesti, che sono vecchi, che sono stantii, che non sono visti, ma garantire una informazione di andata e di ritorno. Noi abbiamo interesse a conoscere quello che fa la comunità italiana all’estero, come si muove, quali sono i punti di eccellenza, quali sono le realtà di bisogno, e tutto questo dobbiamo farlo conoscere in Italia. Quindi chi fa informazione deve garantire un’immagine positiva dell’Italia nel mondo, ma anche un’immagine puntuale della vita degli italiani che stanno fuori dall’Italia.
Penso che nel nostro programma ci deva essere posto anche per una politica innovativa e riformatrice in campo culturale e della lingua, noi abbiamo un riferimento legislativo, la legge 153, che è ormai superato dai tempi, questa legge sostanzialmente si riferiva ai figli dei nostri connazionali che volevano rientrare in Italia, ora dobbiamo invece pensare ad una circuitazione della lingua e della cultura per tutti i nostri connazionali e penso all’idea di costituire un’agenzia interministeriale che gestisca tutta la materia linguistico-culturale in forma moderna. Abbiamo attualità da far conoscere, non soltanto libri di storia, ma è anche bello poter dire ai nostri giovani quello che succede ora, quello che fa oggi l’Italia nella cultura, quelle che sono oggi le eccellenze della formazione, della ricerca, di come fare una imprenditoria moderna, dire quali sono i temi della politica estera, i temi che riguardano la inquietudine di oggi, dobbiamo attrarre l’interesse e l’attenzione dei giovani che sono nati, che vivono all’estero,
Insieme al programma ci occuperemo ovviamente dei candidati, e perché non facciamo cose segrete, ma le vogliamo fare alla luce del sole, vi diciamo quelli che sono i criteri per i quali noi sceglieremo con il più ampio coinvolgimento tra i cittadini i nostri candidati, il primo criterio sarà quello del pluralismo politico, noi siamo una coalizione di tante forze ed è giusto che queste forze abbiano le loro rappresentanze tra i candidati, abbiamo poi il criterio di pluralismo associativo, abbiamo un criterio di pluralismo geografico, poi dobbiamo assumere la parità di genere, che significa avere molte donne in lista, teremo conto del profilo morale e di radicamento dei nostri candidati, perché vogliamo vincere, non siamo in campagna elettorale per fare testimonianza e non abbiamo mai accettato l’idea che si è ritenuta fallace, che l’America del Sud sia una terra nella quale prevale tra gli italiani un’idea di destra, un pensiero politico di destra, questa è una falsa idea che è stata smentita fino ad ora dai risultati elettorali e sará smentita dai risultati nelle elezioni della prossima primavera”.
Il deputato ha proseguito – “Viviamo ora in un mondo in grande fermento, ormai abbiamo capito che la globalizzazione è un fenomeno insito nel mondo in cui viviamo, ci porta ad aspetti positivi indubbi, ma anche a frutti avvelenati. Non possiamo fermare la globalizzazione, chiunque dica di fermarla, dice una stupidaggine, perché dobbiamo saper stare dentro ad un mondo globale e dobbiamo sapere quali sono i nostri ruoli, i nostri compiti ed i nostri doveri. Abbiamo una grande minaccia che è il terrorismo che non si combatte con l’invocazione “fermiamo la globalizzazione” neanche con le guerre tradizionali come quella in Iraq, che come è dimostrato, non solo non ha fermato il terrorismo ma lo ha alimentato, naturalmente, involontariamente da parte di chi provocò la guerra stessa, ma è stato un grande errore, perché non è attraverso una guerra stanziale che si può combattere una minaccia globale, che può essere contemporaneamente in cento, mille, milioni di luoghi nel mondo.
Il terrorismo si combatte attraverso il rilanciamento della politica e delle istituzioni sopranazionali. Purtroppo oggi viviamo una grande crisi nell’Unione Europea ed un rallentamento del processo di radicamento del Mercosud ed un ulteriore collassamento delle Nazioni Unite, proprio nel momento in cui servirebbero istituzioni sovranazionali più forti. È un grande paradosso, e in questo paradosso si è inserita la tragica illusione di Bush di guidare il mondo da solo, si è inserita in un contesto nel momento nel quale gli altri attori avevano delle difficoltà”.
In conclusione da detto – “Ecco perché vi ho fatto questo ultimo spunto di riflessione, perché credo che con la comunità italiana all’estero, che ha avuto nel corso della sua storia dei tratti distinti, perché è stata sempre portatrice di valori, di pace, di solidarietà, oggi che acquista una ulteriore potenza politica, perché con la elezione dei 18 parlamentari, diventa una piccola parte di un universo politico, penso che questa comunità debba avere tra le sue finalità, tra i suoi impegni, anche quello di dar fiato alle trombe della politica. Se il mondo peggiora è perché la politica sta in un angolo, e quando la politica sta in un angolo, quella vera, si generano i mostri ed i mostri possono essere il terrorismo, ma anche un capitalismo finanziario vorace – che non vuol conoscere le regole della democrazia, che non vuol essere un mercato veramente competitivo e democratico – questo mercato deve essere governato, almeno sul piano della regolazione, dalla politica.
Dunque credo che tra i compiti e gli obiettivi di questa comunità, che si affaccia sulla scena politica italiana, vi debba essere anche quello di dare slancio, alla vita, all’impegno e al pensiero politico.