Altra vittima nella battaglia del Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra
Eli Dallemole, dirigente del movimento MST, che chiede una ridistribuzione della terra ai lavoratori che non la possiedono e professa la legittimita’ di occuparla, e’ stato ucciso a colpi di rivoltella. Le autorita’ ritengono che l’omicidio sia collegato all’occupazione della Fazenda Copramil
u LONDRINA-PR– Due giorni fa è stato ucciso a colpi di rivoltella mentre si trovava nella sua abitazione Eli Dallemole, dirigente del Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra (MST). Ieri la Polizia brasiliana ha arrestato 4 persone sospettate di essere gli esecutori materiali del crimine ed un’altra accusata di essere il mandante. Gli assassini sarebbero Genivaldo Carlos de Freitas, conosciuto come ‘Jango‘, José Moacir Cordeiro, Odenir Souza Matos, alias ‘Zezinho‘ e Valderi Aparecido Ortiz, mentre colui che ha commissionato l’omicidio sarebbe Adilson Honório de Carvalho, presidente del Sindacato dei Commercianti di Cornélio Procópio. Gli indizi a carico delle persone fermate sarebbero molteplici, in particolare nelle loro abitazioni le autorità brasiliane hanno rinvenuto armi non legalmente dichiarate e la moglie di Dallemole avrebbe riconosciuto le voci di Ortiz e Matos oltre ad avere le prove che nella notte in cui è avvenuto l’omicidio entrambi si trovavano nei paraggi dell’abitazione della vittima.
Le autorità ritengono che il movente dell’omicidio abbia a che fare con l’occupazione nel 2003 della Fazenda Copramil, che si trova in Ortigueira. Una vicenda che pertanto ha origini lontane e che lo scorso 8 marzo sembrava aver raggiunto il punto più critico, quando alcuni uomini hanno cercato di sgomberare in modo forzoso gli occupanti della Fazenda aderenti al movimento Sem Terra. Purtroppo il peggio doveva ancora arrivare. Per altro sembra che gli accusati dell’omicidio Dallemole fossero tra coloro che hanno partecipato agli episodi dell’8 marzo, di cui dovranno rispondere di fronte alla legge. Circa 400 appartenenti al movimento Sem Terra oggi parteciperanno ad una manifestazione a Ortigueira contro l’assassinio del loro leader.
L’MST è un movimento di antica data, con una diramazione internazionale, i cui principi di base si richiamano alla dottrina marxista. Il primo incontro è avvenuto nel 1984, data in cui è stata stabilita la dottrina di base del movimento ovvero la legittimità per i lavoratori senza terra di occupala. Secondo quanto spiegato a News ITALIA PRES da Giuseppe Arnò, direttore ed editore della Gazzetta Italo-Brasiliana, trimestrale pubblicato nello Stato di Rio de Janeiro, “questa ricerca della terra da dare ai più poveri è avvenuta in due modi, da una parte esplorando ed appropriandosi di terreni ancora inutilizzati, cosa che non ha rappresentato un problema, dall’altra occupando le proprietà dei latifondisti o delle multinazionali, cosa che invece ha portato a duri scontri”. Come si può leggere nel portale internet dell’MST (http://www.mst.org.br/mst/home.php) le rivendicazioni del movimento riguardano la ridistribuzione della terra da attuarsi tramite una riforma agraria, ma, laddove questa non venisse attuata, o non beneficiasse un sufficiente numero di persone l’occupazione, diventerebbe una misura legittima. Dalla data della sua creazione l’attesa riforma agraria non è mai avvenuta, almeno non nelle modalità giudicate appropriate dall’MST stesso e quindi si è proceduto all’attività di occupazione, che ha avuto momenti veramente drammatici, come nel 1996, quando 21 Sem Terra furono uccisi a Eldorado dos Carajás dalle forze di polizia.
La giustificazione che il movimento da’ a questa sua visione trae origine dalla visione marxista e dalle peculiari condizioni del Brasile, Stato vittima della colonizzazione, che, secondo l’MST, sarebbe l’origine di questa iniqua distribuzione fondiaria. Più che una vera e propria vocazione politica il movimento, secondo quanto detto da Arnò, “ha una impostazione sindacale”. Il rapporto dell’MST con le autorità, come è facile intuire, è sempre stato fortemente conflittuale, ma l’ascesa del presidente Luiz Inácio da Silva Lula ha disteso la tensione. Nel portale del movimento, però, nonostante si saluti apertamente l’avvento di Lula come un fatto positivo, comunque non si è rinunciato all’idea di occupare la proprietà privata. Arnò ha spiegato che “Lula, a capo di un Governo di sinistra, anche se ormai molto spostato al centro e proveniente anch’esso dal movimento sindacale, ha cercato di rispondere a questo problema con una notevole dose di populismo, dando aiuti di stato ai meno abbienti, senza però introdurli di fatto nel mondo del lavoro. Si tratta di una pratica assistenziale che non risolve il problema alla radice. Anche nei confronti dell’attività di occupazione non c’è stata una risposta chiara, diciamo che si è scelto di tollerare questo fenomeno”.
Ma come vede questo movimento la società civile? “Vi è una sostanziale divisione. – ha risposto il direttore della Gazzetta Italo-Brasiliana – Da una parte i ceti più bassi tollerano ed anzi ritengono quasi naturale questo processo di violazione della proprietà privata, dall’altro le persone più istruite e la borghesia sono ovviamente spaventate e fortemente contrarie all’MST, visto che spesso le espropriazioni vengono condotte da bande di uomini armati”. Se guardato da uno Stato europeo, l’MST appare senz’altro come un movimento pericoloso, che va contro ad uno dei diritti fondamentali della nostra società, quello alla proprietà, ma fa specie vedere che trovi appoggi anche all’interno della Chiesa, per esempio quello di Padre Luciano Bernardi, missionario in Brasile e membro della Commissione Pastorale per la Terra. Arnò ha spiegato questo fatto affermando che “si tratta di una situazione difficile e complessa, data la situazione sociale del Brasile. La Chiesa comunque non appoggia le aggressioni, ma semplicemente chiede che venga dato al popolo il giusto per vivere. E’ favorevole ad una ridistribuzione della terra secondo principi di maggiore equità, ma ovviamente agisce sempre umanamente, rispettando il prossimo”.