Il ritardo da parte del Parlamento italiano nella ratifica dell’Accordo di sicurezza sociale tra l’Italia ed il Cile è stato al centro dell’incontro tra i deputati Gino Bucchino e Fabio Porta con il Ministro Consigliere Konrad Paulsen ed il Consigliere Giulio Fiol dell’Ambasciata del Cile.

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I rappresentanti dell’Ambasciata cilena hanno voluto rimarcare l’importanza che il Governo cileno attribuisce alla stipula dell’Accordo atteso da decine di migliaia di lavoratori italiani e cileni i quali potrebbero finalmente beneficiare di prestazioni pensionistiche e sanitarie.

Come è noto attualmente tra Italia e Cile non esistono accordi che regolano i rapporti in materia di sicurezza sociale. Nel marzo del 1998 fu firmato a Santiago del Cile l’Accordo bilaterale in materia di sicurezza sociale tra i due Paesi. Sempre nel 1998 il Parlamento cileno approvò la legge per la ratifica e l’esecuzione dell’Accordo .

Tuttavia a distanza di dieci anni l’Accordo non è stato ancora ratificato dal Parlamento italiano e quindi non è ancora entrato in vigore.

I motivi del ritardo sono da ricercare principalmente nella supposta mancanza di copertura finanziaria per fronteggiare i relativi costi.

L’Accordo era nato dall’esigenza di completare il quadro degli accordi bilaterali di sicurezza sociale stipulati dall’Italia con i maggiori Paesi di emigrazione ed in particolare di tutelare finalmente i lavoratori italiani emigrati in Cile ed i lavoratori cileni emigrati in Italia, consentendo così a coloro i quali hanno versato contributi nell’Assicurazione generale obbligatoria italiana e nell’assicurazione cilena, anche in anni remoti, di maturare il diritto ad una prestazione pensionistica italiana e/o cilena.

Nella scorsa legislatura Il Ministero degli Affari Esteri italiano aveva  reso noto che la copertura finanziaria per la ratifica dell’Accordo era stata trovata e che era stata già avviata la procedura di concerto interministeriale con i Dicasteri competenti per la presentazione della legge di ratifica in Parlamento. L’interruzione prematura della legislatura e la caduta del Governo Prodi aveva impedito la conclusione dell’iter per la stipula dell’Accordo.

Ora i due parlamentari e i rappresentanti dell’Ambasciata cilena ritengono che sia impellente ed indispensabile concordare un’azione congiunta al fine di sensibilizzare le autorità competenti italiane e di accelerare le procedure necessarie per l’approvazione dell’accordo da parte del Parlamento italiano e quindi la sua definitiva ratifica.  Si tratterebbe di una conquista sociale di grande valore umano, sociale e politico per i due Paesi e le loro collettività di cittadini emigrati.