u ROMA   Nell’Auditorio della Tecnica in viale dell’Astronomia  con  la presenza di un folto pubblico di imprenditori, tra cui Paulo Skaf della FIESP, Luca di Montezemolo della Confindustria, il primo ministro Romano Prodi, Emma Bonino del Ministero del Commercio Internazionale, l’ambasciatore Michele Valensise e quello del Brasile Adhemar Gabriel Bahadian, il rappresentante dell’Associazione Bancaria Italiana  Domenico Santececca ha descritto  come il sistema bancario si interessa al  Brasile e all’America del Sud.

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“Ormai è quasi un biennio che l’ABI,  il sistema bancario italiano e la Confindustria  lavorano in squadra con l’ICE, nella realizzazione di iniziative svolte a favorire  l’internazionalizzazione della nostra economia, del nostro sistema imprenditoriale, questo soprattutto in mercati come quello brasiliano che offre particolari e rilevanti prospettive di sviluppo per le imprese e per le banche.

A testimonianza dell’impegno che le banche italiane nel loro complesso, riservano allo sviluppo delle relazioni economiche con il Brasile, vorrei ricordare che nella prima edizione di questo incontro  l’ABI ha   portato  a San Paolo e a Belo Horizonte  una delegazione di ben 13 gruppi bancari che rappresentano una quota consistente del sistema bancario. Anche nelle iniziative di questi giorni sono presenti un numero considerevole di banche, questo per assistere, sostenere le imprese nei loro incontri bilaterali, affinché possano conoscere meglio gli strumenti attraverso i quali trasformare progetti in nuove iniziative di business.

L’interesse dell’industria bancaria italiana, verso le opportunità offerte dal mercato brasiliano è confermato anche dai dati della sua presenza e della sua operatività in quel mercato. In Brasile operano tre dei principali gruppi bancari italiani a cui se ne aggiungerà un altro tra breve, esiste una banca italiana che ha desk specifici per le imprese presso una banca brasiliana, due altre banche  tengono partecipazioni minoritarie in grandi gruppi bancari operanti nel paese, con le quali  cooperano  per il supporto della clientela.

Inoltre la recente acquisizione da parte di una importante banca estera di una banca italiana consentirà certamente a quest’ultima di mettere a disposizione della propria clientela una rete di sportelli particolarmente diffusa nel mercato brasiliano, infine undici, tra i principali gruppi bancari, hanno costruito una  fitta rete di accordi di collaborazione con banche brasiliane per agevolare reciprocamente la clientela nei rispettivi circuiti finanziari.

Sotto il profilo del finanziamento, cioè dei fondi disponibili, messi al servizio delle imprese, dalle rilevazioni condotte nel corso di quest’anno risulta che le banche hanno stanziato un portafoglio destinato al finanziamento delle attività commerciali, di quasi due milioni di euro, di questo ammontare ci risulta ora utilizzati circa il 70%, vi è dunque al momento una offerta ampia di risorse finanziarie disponibili, questo sia con, sia senza la garanzia della SACE.

Anche grazie al supporto della nostra agenzia di export-credit e di uno tra i principali gruppi bancari in collaborazione con le altre istituzioni brasiliane, il panorama degli strumenti di cui gli operatori economici si possono avvalere per i loro progetti di investimenti in Brasile, si arricchirà certamente di nuove forme di intervento svolte a facilitare soprattutto l’accesso al credito.

Vorrei sottolineare che da giugno, grazie al significativo miglioramento dell’economia brasiliana, riconosciuto anche dalle principali  agenzie di rating, le banche italiane non sono più tenute dalla nostra normativa di vigilanza, dettata dalla banca centrale, ad effettuare accantonamenti per finanziare esportazione e investimenti in Brasile. Questo fatto, unitamente anche al miglioramento della Categoria SACE, attribuita al Brasile, potrà certamente determinare una offerta di condizioni fiananziarie più ampia e a condizioni più favorevoli per gli operatori. Un Seminario dedicato alle tematiche finanziarie con la partecipazione di rappresentanti di due delle più importanti banche brasiliane, dell’agenzia di Assicurazione e Credito del Brasile, della SACE, della SIMEST e del sistema bancario italiano sarà in programma in questi giorni. Credo che sarà un importante momento di incontro con gli imprenditori presenti alla missione Confindustria-FIESP-FIEMG, per capire con essi come rendere ancora più efficace la collaborazione tra bacnche e istituzioni finanziarie a supporto delle iniziative  commerciali e produttive.

Tutti sanno che negli anni passati alcune banche italiane hanno deciso di cedere la loro partecipazione in Sud America e in Brasile nell’ambito di più ampi piani di razionalizzazione della loro presenza sui mercati esteri, esse però, dobbiamo dire, non hanno abbandonato le imprese italiane che si sono affacciate su questo grande mercato, grazie alle alleanze strategiche strette con le banche brasiliane ed hanno continuato ad assistere gli imprenditori, a mio avviso, anche meglio, sicuramente come ed anche meglio di prima.

D’altra parte, come è noto a tutti noi, le scelte sono collegate ad una radicale trasformazione dell’assetto dell’industria bancaria italiana, verificatosi negli ultimi anni, che l’ha certamente resa più forte ed in grado di perseguire una nuova strategia di espansione internazionale fondata sulla acquisizione della maggioranza del capitale degli intermediari fuori dai confini nazionali.

Vorrei qui ricordare che negli  ultimi 15 anni, il sistema bancario italiano è in un processo di forti trasformazioni ed ha realizzato più di  500 operazioni di aggregazioni, ha raggiunto livelli standard internazionali di efficenza e di dimensioni.

In parallelo a questo fenomeno si è dato il ridimensionamento delle reti estere, di uffici di rappresentanza, di succursali, con le opportunitá offerte da processi di privatizzazione le banche italiane hanno acquisito partecipazione di maggioranza soprattutto in determinati paesi dell’Europa centro-orientale e in Turchia, in paesi come la Polonia, la Croazia il sistema bancario  è passato a banche italiane per percentuali attorno e talvolta superando il 50%.

Credo che completata l’espansione nei mercati vicini e tenuto conto del forte processo di ristrutturazione compiuto, ci sono oggi i presupposti e le ragioni economiche  affinché le banche italiane possano guardare con rinnovato interesse alle opportunità che si apriranno in Sud  America e in particolare in Brasile realizzando una presenza di rilievo anche su questi mercati”.