u Stretti e proficui i rapporti commerciali e di cooperazione nel settore aero-spaziale tra Italia e Brasile.

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Di questo ha parlato il vice-presidente esecutivo di Comunicazione Imprenditoriale dell’Embraer, Impresa Brasiliana dell’Aeronautica, Horacio A. Forjaz, in rappresentanza del Presidente Mauricio Botelho. Le dichiarazioni sono state rilasciate in un’intervista al giornalista Vinceslao Soligo, nell’ambito della Laad, Latin America Aero & Defence, principale manifestazione fieristica dei sistemi di difesa e dell’aero-spazio chiusasi a Rio de Janeiro il 29 aprile scorso.

Ne riportiamo di seguito il testo integrale.

n Può descriverci la sua esperienza e il suo percorso in Italia?

Ho iniziato a lavorare nell’Embraer come ingegnere nel reparto sistemi negli anni ’70, dove ho sviluppato le mie conoscenze riguardanti l’impianto sistemistico degli aerei e del software. Alla fine degli anni ’80, la tecnologia digitale ha iniziato ad invadere il campo aeronautico: questa tecnologia ora è dappertutto e allora si prevedeva che avrebbe avuto un ruolo decisivo nell’automatizzazione per ottimizzare la maggioranza dei sistemi di bordo.

All’inizio degli anni ’80, un po’ anche grazie alle conoscenze che avevo acquisito nello sviluppo software, sono stato chiamato a partecipare al programma AMX, elaborato da Embraer con altre due ditte italiane, l’Aermacchi e l’allora AirItalia, oggi Alenia.

Insieme a me, sono stati inviati in Italia altri ingegneri degli impianti avionici dell’AMX, che all’epoca usava tecniche di trasmissione digitale tra le varie scatole nere. Abbiamo quindi costituito un gruppo di una ventina di ingegneri che si è integrato con quello italiano. Ho pertanto vissuto dall’80 all’86 in Italia: è stata un’esperienza straordinaria per me, sia sotto il profilo professionale, sia per l’opportunità di potermi confrontare con la cultura e le civiltà italiana ed europea. Conoscerne la storia, l’evoluzione scientifica, politico sociale mi ha permesso di avanzare molto nelle mie conoscenze, ampliando ed assimilando la civiltà occidentale.

La nostra esperienza in Italia ci ha permesso negli anni seguenti di usufruire delle conoscenze acquisite ed utilizzarle in progetti importanti per l’Embraer, anche nel campo civile: si pensi al velivolo CBA 123 Turboprop, di alta prestazione, molto avanzato, sviluppato nella seconda metà degli anni ottanta; l’Embraer EMB-326 Xavante il primo jet fabricato in Brasile su licenza della Aermacchi negli anni ’70, che oltre ai 167 acquistati dalla nostra Forza aerea sono stati venduti pure al Paraguai, Togo e Argentina; anche la “famiglia” ERJ 145 RegionalJet, che, assieme al suo concorrente canadese, ha trasformato l’aviazione regionale in tutto il mondo: più di 900 aerei di questa famiglia Embraer sono stati già prodotti e venduti.

n In cosa consiste la tecnologia italiana che fa parte di questo gruppo di aerei ERJ 170/190?

La conoscenza delle tecniche di integrazione avionica e di sistemi complessi è stata utilizzata a lungo in questa famiglia, appresa in occasione del programma AMX. Da questo punto di vista, siamo un po’ figli di quel programma, che ci rende vicini all’Italia e alle ditte italiane e puntiamo in un futuro prossimo a cogliere altre opportunità.

L’Embraer ha una lunga tradizione nella cooperazione internazionale, sin dall’inizio delle sue attività, specialmente con gli italiani. Gli aerei civili della famiglia ERJ 145/170/195 sono stati fabbricati con programmi di cooperazione internazionale.

n Cosa ne pensa della presenza italiana alla LAAD?

Ho visto e sentito una fortissima presenza italiana in fiera, rappresentata in primis da Finmeccanica. Ne abbiamo avuto un’ottima impressione, direi che il programma AMX è stato il primo passo di una serie che fanno sì che il Brasile e l’Italia nell’industria aeronautica e spaziale siano sempre più vicini

LAAD A RIO DE JANEIRO: IL RUOLO DELL’ICE NEI CONFRONTI DEI CLIENTI E DELLE DELEGAZIONI UFFICIALI

Si è conclusa il 29 aprile scorso la Laad di Rio de Janeiro, Latin America Aero & Defence, principale manifestazione fieristica dei sistemi di difesa e dell’aero-spazio.

Consistente la partecipazione dell’Italia, presente con 12 industrie. La fiera è stata organizzata dall’Istituto per il Commercio con l’Estero, l’Ambasciata e il Consolato d’Italia di Rio de Janeiro.

In particolare, ha spiegato l’azione dell’Ice in questa fiera, Donatella Iaricci del settore “Capital Goods & Hight Tech/Chemical and Environnement Division”. “L’iniziativa – ha spiegato l’esperta – nasce all’interno del programma promozionale del Ministero delle Attività Produttive per sostenere i settori del “Made in Italy” e promuovere i prodotti italiani. Il padiglione italiano è stato organizzato in collaborazione con l’Associazione di categoria AIAD, il Ministero della Difesa e Finmeccanica”.

“I prodotti espositivi – ha proseguito – fanno riferimento al gruppo Finmeccanica ed ad altre imprese, rappresentate dai loro prodotti. È presente inoltre una parte più a carattere istituzionale, dove sono presenti altre aziende, tra cui il CIRA, Centro italiano delle ricerche spaziali, con sede a Capua, in Campania, ed altre aziende interessate, che hanno già contatti con il Governo brasiliano”.

“L’ICE – ha specificato Iaricci – sostiene alcune manifestazioni del settore aerospaziale, e l’AIAD rientra fra quelle con un programma ormai collaudato. È la terza volta che coordiniamo e partecipiamo con questi tre Enti, per cui la fiera costituisce un appuntamento che riteniamo estremamente interessante per l’industria italiana.

La nostra attività di coordinamento si focalizza sulla rielaborazione e costruzione dello spazio espositivo e quindi anche sulla sua progettazione. In concertazione con le imprese, vengono anche attuate una serie di azioni di comunicazione, dedicate a riviste specializzate presenti in Brasile. Lo scopo è quello di fornire un’immagine positiva attraverso sistemi informatici, website, internet. Nel caso della LAAD, abbiamo acquistato banner pubblicitari che permettono attraverso un sistema di link di localizzare tutte le imprese italiane che partecipano, proprio al fine di attirare gli operatori stranieri”.