u SAN PAOLO – SP – Il < ?xml:namespace prefix = st1 ns = "schemas-houaiss/mini" />Presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, ha parlato per circa un’ora, il 10 dicembre scorso, al Circolo Italiano della metropoli brasiliana, ed ha entusiasmato la platea, composta dagli esponenti delle associazioni emiliane romagnole, giunti per l’occasione da tutto il Brasile. Presenti anche gli esponenti della comunità italiana di San Paolo, che ospita più italiani che la città di Milano.

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Già il 9 sera, durante una cena di gala, si è svolto un primo incontro di Errani con la comunità, sempre presso il prestigioso Circolo Italiano. Una cena che, rispettando le migliori tradizioni emiliano romagnole, è stato aperto con prosciutto e parmigiano, anche se non sono mancate tagliatelle al ragù e lambrusco.

Prima della cena, subito dopo gli auguri di buon Natale da parte del Console Bertinetto, Errani, in un breve discorso, ha ricordato come “il < ?xml:namespace prefix = st2 ns = "schemas-houaiss/acao" />viver bene sia fondato sulla solidarietà e sulla capacità di guardare oltre la nostra tasca” e quindi l’importanza di un nuovo modello sociale e culturale. Il liscio e l’entusiasmo contagioso dell’orchestra Casadei ha poi concluso la serata.

L’incontro di sabato si è aperto con l’intervento di Fabio Porta, rappresentante della UIL in Brasile. Porta ha subito puntato il dito sulla devolution, che rischia di far perdere rappresentanza agli italiani residenti all’estero prima ancora di averla. “Ci dispiace di sapere di una riforma – ha dichiarato Porta – dove ci si è dimenticati degli italiani all’estero. Ci sentiamo una delle tante entità regionali, con la differenza che non abbiamo una nostra rappresentanza”.

Tre i punti essenziali, sottolineati da Porta, per una politica rivolta e pensata per gli italiani all’estero, prima di tutto il riconoscimento che non esistono solo gli italiani che hanno fatto fortuna, ma anche grandi sacche di povertà: il rappresentante Uil ha quindi ricordato la questione dell’assistenza e della solidarietà sociale.

Altra questione, le giovani generazioni, i corsi di formazione, stage e corsi di lingua pesantemente penalizzati dal Governo, negli ultimi anni, con la drastica diminuzione delle risorse. Terza questione, secondo Porta, il problema dei rapporti economico-sociali, con l’abbandono del mercato brasiliano di grandi imprese come l’Agip, l’assenza del sistema bancario italiano e i tagli dei voli Alitalia. Dopo un breve intervento del Console Bertinetto e della Blasioli, Presidente del Comites di San Paolo, che ha ricordato il valore dell’emigrazione italiana, Ivo Cremonini, Presidente della Consulta per l’Emigrazione dell’Emilia Romagna, ha ricordato l’impegno della Regione verso i giovani, con la disponibilità di stage, master e corsi di formazione. Cremonini ha anche citato il secondo punto della politica regionale, ovvero la concertazione fra stato e regioni, con il varo, a partire dal prossimo anno di vari progetti interregionali. Infine, sotto i riflettori di Cremonini, una legge regionale che trasformerà la Consulta dell’Emigrazione in Consulta per gli emiliano romagnoli nel mondo, che, in stretta collaborazione internazionale, permetterà di mostrare un’Italia, non solo come business community, ma anche come portatrice di valori umani.

In chiusura della mattinata, l’intervento più atteso, quello di Errani, iniziato con una visione personale del Paese: “l’Italia – ha dichiarato – deve ridiventare la grande scuola di formazione del pensiero scientifico e umanistico, l’Italia si é ritrovata quando gli uomini e le donne hanno messo al centro dei valori la persona, la coesione e la solidarietà sociale”.

Punto cruciale, è per Errani, un salto di qualità: non parlare di emigrazione, quindi, solo in termini nostalgici, ma ragionare su come, con il contributo degli italiani all’estero, l’Italia può essere più forte, con le capacità di fare relazione e quindi di fare sistema.

Sui temi di occupazione e lavoro Errani ha sottolineato la necessità di aumentare sì, i corsi di formazione, ma anche la partnership tra le università dei due Paesi. “Non si realizza solo il sistema produttivo – ha ribadito – ma anche quello del sapere e della formazione”.

Un voto, quello degli italiani all’estero, importante anche per l’Italia: per Errani, gli emigranti sono chiamati sia ad essere un terminale nel mondo, ma anche a creare una coscienza politica corretta. Qui il Presidente ha messo in guardia dal pericolo delle liste civiche che non permettono di effettuare una scelta politica chiara, e di uscire allo scoperto: votare, quindi, non per dovere ma per sostenere le esigenze delle comunità.

L’Italia è su un crinale, ha ricordato infine Errani imputando all’attuale Governo tre grandi problemi: la mancanza di competitività, l’esplosione del debito pubblico che ha raggiunto il 108 per cento del Pil, la cresciuta insicurezza sociale e la mancanza di prospettive.

Investire in innovazione, ricerca e tecnologia, tra i rimedi indicati. “Dobbiamo agire subito con riforme profonde – ha affermato -, costruire nuovi rapporti fra l’Italia e il Mercosud, favorire la formazione sui luoghi di emigrazione, in aiuto di una classe dirigente che é in gran parte italiana, per rilanciare l’Italia e la sua identità”, accettare “la sfida dell’economia della conoscenza”, rilanciare la presenza culturale dell’Italia nel mondo e principalmente in patria.

“O ridiamo spessore alla cultura e al senso di sé della comunità – ha concluso l’applaudito Presidente Errani – o non vinciamo questa sfida”.