u San Paolo-SP  Si è tenuta a Milano il mese scorso la Convention sul commercio internazionale italiano di cui  l’ICE e’ uno degli organizzatori.  Riccardo Landi direttore per il Brasile era presente e ci ha rilasciato questa intervista.

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n Quali sono gli obiettivi di questo incontro?

L’Istituto Commercio Estero e il Ministero delle Attività produttive, hanno organizzato questo grande incontro che è stato un’occasione di confronto, di scambio di opinioni, di idee, di verifica della situazione di possibili nuove strade per favorire l’internazionalizzazione del Sistema Italia. Sono state coinvolte tantissime entità politiche e istituzionali, così come del mondo industriale privato.

È stato un programma ricco di incontri, tavole rotonde, seminari che si è prolungato per tre giorni all’interno della nuova Fiera di Milano. È stata la prima volta che vedevo il nuovo  locale e mi ha fatto una impressione grandissima, veramente meravigliosa dal punto di vista architettonico e funzionale.

Hanno partecipato per l’ICE tutti i vertici, il presidente                      ambasciatore Umberto Vattani, il direttore generale Ugo Calzoni, i  Consiglieri di Amministrazione, tutti i direttori degli uffici ICE nel mondo, circa 100, tutti i dirigenti degli uffici di Roma e dell’Italia, molte rappresentanze delle ambasciate e dei consolati, in particolare i consiglieri commerciali di diversi paesi considerati strategici tra cui il Brasile, quindi era presente il nostro consigliere Riccardo Manara.

n Quanto al mondo  finanziario e bancario?

La questione del sostegno finanziario per l’internazionalizzazione del Sistema Italia è stato evidenziato più volte, hanno partecipato i rappresentanti del mondo finanziario pubblico, delle agenzie Simest, Sace, ai massimi livelli. Ha guidato alcume sessioni il ministro delle Attività Produttive, Claudio Scaiola e il vice Adolfo Urso, sono intervenuti l’on. Piero Fassino ex-ministro del Commercio Estero e il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo.

A questo riguardo, essendo state  spesso citate priorità settoriali e quelle geografiche per l’Italia, naturalmente il nome Brasile è emerso moltissime volte anche da parte di Montezemolo anche  per l’importanza della prossima missione che avverrà a fine marzo qui in Brasile.

n Quindi l’Italia avrebbe le strutture, le possibilità, i capitali per investimenti in questo paese?

Le risorse economiche a disposizione del sistema pubblico per la promozione e l’internazionalizzazione a livello generale non stanno aumentando.

n Questo è ciò  che concerne quello pubblico, e quello privato?

Le piccole e medie aziende devono investire in promozione nel mondo con accuratezza, non possono permettersi di andare in molti paesi e non fare delle scelte appropriate, per far ciò devono essere guidate, dov’è possibile,  dalle istituzioni pubbliche. Parlando di risorse, il discorso è molto importante, dal punto di vista del Brasile dobbiamo essere ottimisti perché nel corso del 2006 oltre a questa grande missione imprenditoriale ed istituzionale organizzata da Confindustria, ICE e ABI, ci saranno degli incrementi molto significativi negli stanziamenti promozionali che saranno messi a disposizione dell’ICE per la realizzazione delle attività per i settori tradizionali e nuovi.

C’è il problema delle risorse che non crescono, perciò è stato evidenziato in maniera molto forte il danno che deriva al Sistema Italia,  in termini strettamente economici gli sperperi di risorse, sia in termini di immagine di paese a causa  di questa grandissima frammentazione di azioni promozionali nel mondo, da una miriadi di diversi soggetti, che a vario titolo intendono rappresentare l’Italia nei diversi mercati.

n Questo vuol dire che ogni associazione di categoria, ogni regione, provincia, ente,  fanno le loro promozioni particolari nel mondo? Questo tipo di dispersione, anche perché le Camere di Commercio hanno i loro sportelli, si potrebbe  evitare  con azioni più robuste?

Naturalmente la titolarità della presenza all’estero, di entità a livello regionale, locale od altro, è di competenza della Costituzione che è stata di recente modificata e che naturalmente consente sicuramente la proiezione all’estero di entità regionali; ma non è una questione di permesso o di autorizzazione, è la questione di coordinare le attività delle entità di livello statale o locale che sono tante a partire dalle regioni, provincie, consorzi, affinché non ci siano ripetizioni di interventi e sovrapposizioni che poi potrebbero non produrre i risultati desiderati. È chiaro che in termini di risultati da migliori esiti una grande  iniziativa, una grande azione gestita bene, piuttosto che tante piccole promozioni, ognuna per proprio conto.

Di consequenza, è stato affermato e definito da tutti, da Montezemolo ai rappresentanti delle associazioni di categoria, come sia necessario che venga dal mondo politico, quanto prima, formata in Italia una Cabina di regia di coordinamento delle azioni di tutte le entità che si occupano di promozione all’estero. Gli sportelli all’estero che si andranno a costituire saranno sicuramente utili ma non possono svolgere un forte coordinamento di decisioni che hanno anche rilevanza politica, quindi la cabina di regia italiana deve avere un potere che sia contemporaneamente tecnico-organizzativo ed anche politico, avere il potere di dialogare con governatori di Regioni,  di Camere di commercio, con i vertici dell’ICE, del Min. delle Attività produttive.

n Quanto al sistema finanziario, già che non ci sono più banche italiane in Brasile, c’è solo  qualche Ufficio di rappresentanza presso banche locali, ciò non crea molte difficoltà all’investitore, per attuare joint-ventures, trasferimenti di capitali,  crediti, investimenti. Come si potrebbe trovare una soluzione indipendentemente dal sistema bancario italiano?

Questa è forse la più grande difficoltà del Sistema Italia in Brasile, perché quand’anche le aziende italiane  presentino dei prodotti o delle tecnologie di altissima qualità-prezzo, quand’anche le istituzioni pubbliche si sforzino  nel miglior modo possibile per creare degli ottimi incentivi, degli ottimi rapporti tra le aziende dei due paesi, quando si va a negoziare il costo completo dell’operazione, della fornitura, entrano nel gioco le condizioni finanziarie, dei pagamneti. Il cliente brasiliano ha grosse dificoltà quanto all’accesso al credito, noi sappiamo, a parte il SELIC (Sistema Speciale di Liquidità e Custodia =Tassa di interessi di Titoli di stato federali) che si aggira attorno al 18%,  il tasso di credito della piccola-media impresa è del 60% annuo, il cliente, il compratore brasiliano avrebbe bisogno di condizioni favorevoli offerte dal fornitore italiano e purtroppo noi non avendo agenzie bancarie che operino direttamente in Brasile alla fine ci troviamo ad offrire delle condizioni di pagamneto meno convenienti di quelle che possono offrire altri. Spesso le aziende italiane entrano in contatto con banche tedesche, francesi, spagnole, per le loro operazioni.

Gli uffici di rappresentanza delle banche italiane presso banche brasiliane,  svolgono una fondamentale opera di orientamento e di assistenza, però poi purtroppo nella maggioranza dei casi le condizioni di sostegno che possono offrire alle aziende sono le condizioni che offre la banca brasiliana loro partner, in quanto non possono essere le banche italiane a dettare le condizioni di finanziamento.

n Siccome in Brasile c’è una banca  federale di fomento, che finanzia le attività produttive del paese, e che opera con tassi di interesse molto più bassi del sistema privato,  non si potrebbero stabilire  degli accordi con loro?

Infatti questa ipotesi è quella giusta ed è giusta nell’attesa, nella speranza che le banche italiane ricomincino ad essere presenti in Brasile e questa presenza viene sollecitata con grande forza. Ma nel frattempo vanno istaurate  collaborazioni con gli istituti brasiliani, come il BNDS, e già si stanno sviluppando azioni con gli istituti finanziari italiani sia privati, sia con  SIMEST negoziando delle particolari facilitazioni. Negli investimenti italiani in Brasile, non conosco i dettagli, ma so che stanno facendo un lavoro mirato e ci auguriamo che nel corso dell’anno, magari già a fine marzo sia possibile dare delle antecipazioni concrete con delle buone notizie rispetto agli strumenti validi di intervento.

Altri strumenti sono quelli del BID, nel dicembre scorso abbiamo realizzato un seminario in cui abbiamo presentato  ciò che il BID attraverso l’IIC (Inter-american Investment Corporation)  può offrire ad investimenti italiani in Brasile, il BID e l’IIC continuano ad essere interessati a queste operazioni e nel corso dell’anno continueremo con queste presenatazioni in concomitanza con la missione di Confindustria.

n Quali i partecipanti italiani alla missione Confindustria a marzo?

Gli attori principali  sono gli enti organizzatori, la Confindustria, l’ICE e l’ABI, questa squadra, questo trio è già sperimentato perché tra il 2004-2005 ha realizzato questi tipo di missioni in altri importantissimi mercati mondiali, attualmente o in prospettiva come in Cina, India, Turchia, Tailandia, Bulgheria. Queste missioni normalmente vengono guidate dal presidente Montezemolo, da quello dell’ICE  Ambasciatore Vattani e dal Pres. dell’ABI  Maurizio  Sella. Vengono accompagnate da personalità politiche ai massimi livelli, in alcuni casi è stato presente il Presidente della Repubblica  Carlo  Azeglio Ciampi, in Brasile è prevista la presenza del ministro delle Attività Produttive Claudio Scaiola e del vice Adolfo Urso.